Tavares aveva già detto qualche giorno fa che: “Per i
microchip sarà un altro anno di crisi” come titolava un articolo della
Repubblica, e adesso l’altra batosta del calo delle vendite:
“Stellantis ha chiuso aprile 2022 con un crollo del 40,92%.”
dice l’Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri) ed è un altro
colpo al Piano di rilancio pomposamente chiamato “Dare Forward 2030” [Osare andare
avanti! ndr] annunciato da Tavares qualche settimana fa.
“Il dato del mercato è catastrofico” dice Quagliano,
presidente del Centro Studi Promoter che naturalmente si riferisce a tutto il
settore: “Continua il momento di difficoltà del mercato auto italiano che
chiude il mese di aprile 2022 con un crollo del 33% rispetto ad aprile 2021.”
L’elenco delle cause di questa crisi, ripetuto oramai da
tutti è sempre lo stesso: “Oltre alla guerra in Ucraina, alla scarsità
dei microchip, all’impennata dei costi delle materie prime c’è il
problema degli incentivi al palo…” [la Repubblica] e questi ultimi sono
quelli che più interessano i padroni, e cioè quello degli aiuti di Stato “che
tardano ad arrivare”!
“L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares,
conferma che – nonostante le previsioni – il 2022 è simile al 2021 sul
fronte della catena di approvvigionamento dei semiconduttori.” continua il
quotidiano degli Agnelli/Elkann “E nei prossimi mesi si vedranno linee di
montaggio che andranno avanti a singhiozzo e tempi lunghi per la consegna delle
vetture … Non vedremo cambiamenti importanti, sta migliorando la
situazione con alcuni fornitori, peggiorando con altri, dice Tavares.”
Da un lato Tavares se la prende ancora una volta con i
governi italiani ed europei dicendo che “Il problema della transizione non è
l’auto elettrica, ma come si produce l’energia. Non lo dico da ora, ma
da sette anni, ma il livello di ascolto dei governi non è stato attivo”.
Per questo Tavares è attento a quello che succede al
Parlamento europeo al quale i produttori di auto stanno di fatto chiedendo “di ammorbidire
la misura [sulla transizione] salvando i motori tradizionali, anche se con
carburanti a basso impatto di CO2, bio o sintetici.” Perché il “nodo” come lo
chiama Tavares è “Cosa farà l’Europa per l’approvvigionamento dell’energia?” La
questione dell’energia, con la guerra in Ucraina, è tornata al centro del
dibattito dice Tavares e rischia che ogni paese vada per la sua strada: “C’è
chi aumenterà l’energia rinnovabile, come il Portogallo, chi invece rafforzerà
il nucleare, come in Francia, e il blocco orientale dovrà decidere se tornare
indietro, rimanendo attaccati ai fossili, o accelerare sulle rinnovabili.
Oppure trovare nuove fonti di gas. L’Europa rischia la spaccatura
sull’energia”.
Certo il nodo della transizione ha complicato la
situazione, ma il nodo vero è la crisi di sovrapproduzione di auto che come
in tutti i settori produttivi “maturi” non permette più profitti che possono
soddisfare i padroni, che in genere poi spostano una parte dei loro capitali nei
settori che possono permettere profitti più alti e cioè quelli tecnologicamente
molto avanzati. In questo caso rimaniamo nel settore auto, ma quelle di lusso
che sono le uniche ad aver dato profitti più alti. L’altra notizia fresca è che
Stellantis investe 3 miliardi di dollari nelle fabbriche in Canada per
accelerare l'elettrificazione.
Un’altra mossa ancora è quella dell’acquisizione di alcuni
colossi del car sharing, nel settore della “mobilità” come Share Now,
Free2move e Leasys; si tratta di un settore difficile e che non dà profitti, come
dicono gli analisti, ma si tratta di una mossa tesa a “ingannare il mercato” ampliando
in modo gigantesco il vecchio trucco dei rivenditori dell’autoimmatricolazione
che permette di far finta di aver venduto auto.
Tavares, ha dato dieci anni di tempo ai suoi manager per
provare ad uscire dalla crisi “rilanciando i brand” e battere la concorrenza,
ma nel frattempo corre ai ripari a modo suo, cioè a modo dei padroni… con i
licenziamenti degli operai mascherati da “incentivi all’uscita”: “Sono 480 gli
addetti di Mirafiori – Carrozzerie, Presse e Meccaniche – [dice il
Sole24Ore di ieri, ndr] che potranno lasciare Stellantis con un incentivo tra i
75mila e i 55mila euro. Si tratta di una quota aggiuntiva rispetto alla
riduzione di 160 addetti fatto con l’accordo di luglio scorso. Il testo prevede
una sorta di priorità per i dipendenti che si avvicinano alla soglia della pensione.
Con queste uscite la soglia degli addetti nella manifattura di Mirafiori scende
sotto i 3mila…”
E anche negli altri stabilimenti si ripercuote questa situazione di marasma e crisi generale, dalla quale comunque, come si può ben vedere, i padroni provano ad uscire con i loro piani per mantenere intatti i loro profitti e i loro privilegi, per questo servono e sono urgenti iniziative serie di lotta che possano rispondere adeguatamente al peggioramento senza fine delle condizioni degli operai.
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