Riceviamo e pubblichiamo
Corpo torturato: la digitalizzazione (*) del processo di produzione conduce all'ulteriore compressione e segmentazione del lavoro, all'assoggettamento del corpo al kapitale
[riflessioni
tratte dalla lettura del libro “Il
lavoro del corpo. Dall'alta industrializzazione in Germania e in
Austria fino al presente neoliberale” - Die
Arbeit des Körpers. Von der Hochindustrialisierung in Deutschland
und Österreich bis zur neoliberalen Gegenwart- di Wolfang Hien,
edizione Mandelbaum, Vienna 2018 ]
(junge
welt 17 luglio 2018)
Pochi
sguardi nella realtà empirica sono sufficienti a mostrare che
proclamazioni, visioni riguardo al corpo, alla “fabbrica
spopolata, deserta”, sentono la mancanza di una base. Talune
suggeriscono l'immagine di un lavoro in certo qual modo senza corpi.
Certamente tanti processi lavorativi nello sviluppo, costruzione,
produzione e distribuzione vengono eliminati dall'impiego del
computer e resi parzialmente autonomi.
Però
non ci deve far ingannare: solo nell'industria automobilistica
tedesca sono occupate 800.000 persone – delle quali la metà nella
produzione – e altre 300.000 attive nell'industria della fornitura.
Anche se in ulteriori processi lavorativi vengono sostituite dai
robot – la tesi che emerge dalla “quarta rivoluzione
industriale” (già nota come '4.0') conduce ad un mondo del
lavoro completamente nuovo e completamete modificato, da ricercatori
seri viene affrontata con riservatezza
fino ad essere messa in disparte. Non è visibile lo scenario, secondo cui l'industria 4.0 segue le rappresentazioni normative dei manager, che non hanno sensibilità riguardo al sollievo e all'umanizzazione del lavoro.
fino ad essere messa in disparte. Non è visibile lo scenario, secondo cui l'industria 4.0 segue le rappresentazioni normative dei manager, che non hanno sensibilità riguardo al sollievo e all'umanizzazione del lavoro.
Rovesciamento
dei ruoli
In
un'accurata ricerca per la Camera del Lavoro di Vienna si dice:
“Accanto all'alta
qualificazione prevalentemente attesa si trovano inocchiate
successive anche stime di una dequalificazione del lavoro. A seconda
del sosteno dei dati tecnici posti a sostegno, taluni processi di
lavoro anche se standardizzati, vengono sbrigati da specialisti
sostenuti e guidati dalla tecnica del'informazione.”
In altre parole: c'è da
aspettarsi una esercito di manovali di entrambi i sessi posti in
condizioni di lavoro non-ottimali, che devono compiere lavoro
parziale ripetitivo collegato alle operazioni altrettanto digitali
(*). Questo sviluppo si compie tanto nell'arena aziendale che nel
“folle digitale”.
Ciò che si profila non è la
scomparsa del lavoro, ma piuttosto una ripartizione e frazionamento
del lavoro in un numero infinito mirato di unità di lavoro più
piccole. Nel discorso politico viene meno che questa tendenza non è
reversibile ma piuttosto modellabile. Nello stesso tempo la questione
non è affrontata né sui piani nazionali e neppure europeo, dato
che è affrontabile soltanto globalmente. Al più tardi, se in
determinati posti di lavoro della sfera dei servizi vengono inseriti
o meno, il problema viene globalizzato.
Fra persone e computer si
verifica un rovesciamento dei ruoli: milioni di persone - i numeri
esatti non si conoscono, numeri di milioni a due cifre possono essere
supposti – compiono per così dire lavoro“manuale”
nell'interfaccia per impartire al computer determinati compiti:
riguardo alla
fornitura-alimentazione di
informazioni filtrate, di interazioni modificate. Sono procedimenti
di lavoro di alto grado scomposti, standardizzati e ripetitivi,
vengono eseguiti milioni di volte nelle fabbriche internazionali,
tramandate oltre frontiera, nel lavoro a domicilio, isolato, pagato
miseramente e senza alcuna assicurazione sociale.
Operaie e operai folli in
tanti casi eseguono soltanto ordini della cosiddetta intelligenza
artificiale, continuamente sorvegliat*, rimproverat* post* sotto
pressione. Il sociologo Moritz Altenried vede in ciò una nuova forma
di espropriazione capitalista e della sussunzione reale del lavoro
sotto il capitale, resa possibile dalla tecnologia digitale, che
estende la cerchia del suo controllo globale. Viene così generato un
nuovo tipo di operai*massa, che non è più concentrat*, omogene* e
multidimensionale, ma completamente sparpagliat* e internazionale.
Studenti, pensionat* e madri qui da noi lavorano isolat*, esattamente
come un programmatore indiano che con il suo lavoro deve alimentare
un'intera famiglia.
Altenried affronta anche la
questione dell'organizzazione sindacale, che, di fronte al retroterra
dell'atomizzazione globale della forza-lavoro reclama nuovi approcci
concettuali. Le consulenze internet e della rete sociale si
dimostrano luoghi della comunicazione e anche modi e luoghi della
resistenza comune
Ma anche la fabbrica classica
cambia il suo viso, più esattamente: modi e maniere del processo di
lavoro concreto. Sociologi del lavoro dell'università di Jena hanno
analizzato, in piccole, medie e grandi aziende – produttrici di
utensili, di sistemi ottici e di automobili – la posizione della
digitalizzazione e i conseguenti mutamenti del lavoro. Controbattono
i proclami delle associazioni industriali dove l'essere umano viene
considerato tappabuchi della tecnica. Per principio le linee di
montaggio vengono guidate dalle persone, in modo che la struttura di
lavoro sia adatta al turno di lavoro e al suo ritmo, cioè deve
essere possibile anche l'impiego di persone anziane e di salute
precaria. Ma la realtà capitalista rovescia questo rapporto. I robot
pilotati dal centro danno vantaggi ai passi e alla velocità del
lavoro. Le attività che le persone devono compiere consistono negli
aiuti. Conoscenza, esperienza, contrariamente alle speranze, vengono
svalutate. Il sistema dell'aiuto digitale dà vantaggi ai passi del
lavoro individuale e ne esamina permanentemente l'impiego corretto.
Lavoro 4.0 significa:
ingrossamento enorme del lavoro e dell'impegno psichico delle
prestazioni. I “mezzi d'aiuto” si rivelano come mezzi
della dirigenza per la determinazione dei tempi e del controllo. Così
possono essere esaminati con maggior esattezza e infine sanzionati
tempi di lavoro e “pause brevi per riprendere fiato” .
(*)
digitale1
agg. [dal lat. digitalis,
der. di digĭtus
«dito»]. – Del dito, delle dita; fatto, compiuto con le dita:
impronte d.;
percussione d.;
“Autoregolazione controllata”
Di simili proclami informa un gruppo di autori nel quaderno 187 della rivista Prokla, dove fra l'altro si occupano del “guanto carino” dotato di sensori sulle punta della dita, adoperato, per esempio, per leggere il codice a barre, per la documentazione dei tempi di lavoro e per la documentazione delle valutazioni. Noi qui ci vediamo un modo nuovo della personificazione del lavoro, un processo estraneo a priori. Non più il sapere dell'esperienza fisica, ma piuttosto il sapere dell'esperienza digitale estranea , annunciata come mezzo di sanzione efficace. Lavoratrici, lavoratori, presupposta la loro sottomissione, si adattano in modo permanente ai dati di fatto e alle richieste momentanee dei rapporti di lavoro. Gli sviluppi di sistemi simili parlano di una “autoregolazione controllata”: i sistemi sono fisicamente decentralizzati mentre il digitale è centralizzato. Il lavoro digitalizzato viene globalizzato, chi lo dirige si trova in qualche luogo della Germania.
La politica ufficiale del governo propaga sotto l'etichetta “Lavoro 4.0” una nuova era riguardo a lavoro, economia e società. Che quelle promesse non abbiano nessuna consistenza rispetto ad un “mondo del lavoro umano” e che servono per scopi più che altro ideologici, si profila apertamente nelle strategie reali delle aziende. Quali propositi vengono nascosti? L'élite dell'economia e della politica dà loro voce perchè ritiene necessario l'adattamento delle persone agli interessi del kapitale che si modificano. Importante è che le idee di chi lavora, delle persone con lavoro stabile e in cerca di lavoro siano a disposizione del mercato del lavoro. Lavoratrici, lavoratori devono venir res* “in gamba” attraverso la medicina del lavoro e la promozione della sanità. Le istituzioni, quali per esempio, le persone dotate dell'assicurazione contro gli infortuni, incaricate della sicurezza sul lavoro, i medici del lavoro che sono preposti alla sicurezza della nostra sanità, si adoperano riguardo al compiere l'innovazione posta alle aziende. Chi opera nella prevenzione teme questo contrasto.
La concorrenza internazionale, cioè una condizione condotta da persone, ai loro occhi è un dio della natura, che minaccia con l'annientamento noi non-osservanti delle sue regole. Esemplari sarebbero le tesi della “medicina del lavoro 4.0” chiamata Società Tedesca per le medicine del lavoro e dell'ambiente. Preliminare diviene quel che concerne il mantenimento e l'incremento della sanità, certamente fondata sulla responsabilità delle aziende e dello stato. Poi si fa largo come un mantra (espressione sacra n.d.t.) l'indicazione sulla “tutela della responsabilità individuale”. Quanto sia già penetrata la politica del corpo dalla responsabilità individuale nella coscienza quotidiana è provato da diverse fonti scelte citate di seguito:
“E per questo anch'io mi considero in gamba, corro, faccio corsi di perfezionamento, devo prendere tutto in mano” … “Anna ha tentato con lo yoga. Perchè il lavoro per il proprio corpo in definitiva è parte del lavoro della situazione generale.” … “Ognuno deve preoccuparsi di tenersi in gamba, altrimenti corre il pericolo di cadere fuori dal tutto.”... “Conoscevamo uno che ci ha lasciati, non a causa di eccesso di peso, ma chi sa (…). Tutti fanno sport e fitness”(buona salute). … “Questo accade: tante persone ambiziose corrono nella pausa-pranzo, equipaggiate con Self-Tracking”... (disciplina di cura di sé).
Obbligo all'ottimizzazione
I rapporti di lavoro neoliberali esigono una politica neoliberale bio dell'anatomia umana (sezionamento del corpo umano). In opposizione a tutte le fantasticherie della nuova anatomia e agli spazi d'azione allargati riguardo al lavoro, nel processo lavorativo del capitalismo c'è sempre la conciatura dell'essere umano conforme al capitale. Pensare, sentire e agire vengono portati in armonia con le esigenze funzionali, strumentali. I propri pensieri, anche sul fatto che si potrebbe produrre o qualcosa d'altro, qualcosa di ecologico socialmente utile, sono disfunzionali. Sono presenti, ma devono essere repressi. Il nuovo essere del lavoro, soggettivamente è risultato del fatto che oggi c'è meno bisogno di una repressione esterna, perchè il soggetto da sé stesso esercita la propria repressione. “La libertà viene sfruttata”, dice il filosofo culturale Byung-Chul Han di Berlino.
La
sottomissione completa non sempre riesce, però sono considerevoli le
conseguenze psicosomatiche. Le energie arginate devono venir
canalizzate e tirate fuori. Il loro sperpero, talvolta enorme, deve
essere fornito dal fisico ed offrire effettivamente possibilità di
canalizzazione a favore della distensione e del movimento. Che questo
processo somatico-neuro-psichico defluisca in un tipo di
estraneazione, è una realtà discussa poco. Per le capacità della
funzione fisica non è nemmeno necessaria l'implementazione
(l'inserimento ...) di
bio-robot – il programma interno ingegnoso è sufficiente a
garantire la sicurezza richiesta ai rapporti corrispondenti.
In
linea di massima ognuno sa, per lo meno chi ha riflettuto, un poco
sulla sua situazione. Però l'affermazione ideologica
dell'alternativa immediata viene tollerata nelle professioni
qualificate spesso con rimpianto senza parole. Tuttavia,
ci sono segni di un cambiamento nella coscienza di chi si adegua
quando il corpo dice no. Gli operai – massa, molti di loro non
pianificati, disorganizzati e spontanei, riescono a esprimere la loro
rabbia, sospirano e segnalano al mondo con il loro comportamento
impulsivo che i rapporti di lavoro non sono affatto a misura d'uomo.
Michel Foucalt caratterizzò (per
i filosofi) il neo-liberismo quale
autore della commercializzazione delle aree originariamente non
economiche della società. Lo scambio diventa il principio
dell'interpretazione delle relazioni sociali e del comportamento
individuale. I rapporti di potere e di dominio afferrano i nostri
corpi. Le difficoltà dell'adattamento e le crisi adattive che ne
seguono, diventano oggetto di nuove psicotecniche. Angelika Grubner,
psicoterapeuta di Vienna ha studiato questi sviluppi. Le malattie
vengono separate dalle loro cause sociali, i problemi sociali vengono
terapiezzati e medicalizzati. Medicina e psicoterapia vengono estese,
osserva Grubner, in misura crescente alle persone sane. “Le
tecniche terapeute sono accompagnate e sostenute da argomentazioni
che trasmettono l'obbligo di ottimizzare se stessi direttamente e in
maniera sublime”. (cioè,
che giunge fin sotto la soglia più alta).
Ma
sarebbe sbagliato considerare l'accesso
totale al mercato come definitivo, completo e irreversibile.
L'emancipazione neoliberale crea contro-discorsi, molteplici
interruzioni, differimenti e incrinature nel complesso del potere e
della conoscenza. La sociologa di Salzburg, Stefanie Huertgen, può
affermare, in base alle sue ricerche, che le persone, per lesioni
causate nel processo di lavoro, reagiscono con impulsi critici ed
anche esplosivi. “Nonostante
l'arroganza di 30 anni di neoliberismo” Grubner
e Huertgen vedono che i sociologhi affrontano concetti base di una
“economia morale”,
dunque di una società giusta e
di buone condizioni di lavoro e convivenza.
Questa
concezione ha innanzitutto la funzione di riconciliare la ribellione
non strutturata da un lato e eccessi morali dall'altro lato dello
spettro di classe, che in relazione fra loro riescono a sviluppare
forza comune. Su questo siamo certamente all'inizio. Le divisioni da
superare sono enormi.
Corpi ben curati e malconci
La
differenziazione, stratificazione e frammentazione delle classi
lavoratrici - la divisione in
lavoratori altamente qualificati, operai massa, con e senza posizione
permanente e schiavi di servizio moderni - portano alla
stratificazione e alla classificazione sociale. Pierre Bourieu ha
esaminato che si possono cogliere nel loro aspetto reale maniere e
modi dell'incarnazione di classe. Nell'aspetto esteriore
l'espressione la totalità corrente dell'atteggiamento, di gesti e
forme di relazione, rappresenta la personificazione del sociale, più
esattamente: la materializzazione o incorporazione del sociale.
Nell'aspetto fisico, nell'apparenza di
superiorità, la vergogna, l'autocoscienza corrispondono
all'imbarazzo altrui e alla rabbia spesso repressa. Tipicamente
ideali si mostrano due estremi: alcune corse leggere, ben
equipaggiate, possibilmente con dispositivi di telecamere e stretti
controlli medici; gli altri non hanno né tempo né denaro e cercano
di tenersi a galla in posti di lavoro precari. Le prime, i primi
hanno un fisico perfetto, le altre, gli altri a 45 anni sono già
consumat+, e tant+ si vergognano a mostrare il loro corpo malconcio.
Anche se nella realtà sociale i confini fra le-i tipe-i sono
sfumati, anche a causa della politica sociale aziendale, in
determinati momenti devono unirsi alla classe operaia : è d'aiuto
rimanere consapevoli delle "sottili
differenze" e non farsi illusioni.
La politica fisica neoliberale non è solo un dovere per la salute,
ma anche un dovere per le prestazioni fisiche.
Questo
aspetto del “lavoro sessuale”
è già stato sottolineato dalla ricerca femminista queer (insolita
eccentrica). La soggettività,
l'intera persona viene bloccata, controllata, valutata, allo stesso
tempo canalizzata e strumentalizzata; non ultimo, la persona
attraverso la standardizzazione viene soggiogata. Il sociologo
francese Francois Dubet nel suo studio “Ungerechtigkeiten”
(Ingiustizie),
ha fatto ricerca su un grosso numero di esperte-i di differenti
branche, qualificazioni e posizioni. Prende esempio, da una commessa
e cassiera e mostra lo sviluppo: commesse e donne alle casse, devono
essere gentili in un certo modo e scegliere le parole, e di
conseguenza venir controllate e valutate. La vera individualità è
lasciata alle spalle, le commesse si sentono più esaurite di prima.
Marionette fisiche
Il desiderio di
lavoratrici, lavoratori, svolgere
un'attività interessante e significativa, è imposto con norme
esternamente determinate, apparentemente morali. Un alto numero di
concetti dirigenziali è di conseguenza allestito al fine di
stabilire questa condizione emozionale. Chi lavora deve essere
“interamente assorbito nel suo lavoro”
e in questo modo accumulare esperienza. Il desiderio di fare un
lavoro significativo ed essere autentico, si tramuta in sfida fisica,
in senso e autenticità finto e finta.
Da aggiungere:
il momento seducente è parte dello sperpero
emozionale, per corrispondere al modello di ruolo dato, è alto e
avanza, come mostrano i numeri crescenti di chi si ammala, anche
oltre i limiti del tollerabile. La ricerca fenomenologica dice in
proposito: noi non siamo soltanto testa, ma al contrario anche corpi
fisici capaci di percepire, sentire, ricordare, recitare e ricordare.
Tuttavia, siamo in molti modi divisi, frammentati e fragili.
Nell'assumerci interamente il ruolo definito dominante, ci rendiamo
burattini, il corpo collabora, crolla. Il pericolo della caduta grave
consiste nello spostamento dello sguardo sulla connessione cieca.
Riconoscere questi passaggi e sentire il potere che lo struttura
corporalmente, è il primo passo nel processo della liberazione.
L'Unione Europea sempre più unita agli Usa negli assalti compiuti dalla NATO in Africa come in Medio Oriente, nell'intimidazione nei confronti dell'URSS...
I piani dell'UE traggono forza dalle dogane di ritorsione sui prodotti USA, fra i quali: mandorle e vino ma anche fagioli di soja sui quali la Cina ha già elevato dogane punitive, e telefoni(ni). Berlino a sua volta non è entusiasta: i contraccambi doganali si risolvono con trattative da affidare all'UE. Il governo tedesco attraverso il suo ministro delle finanze ha precisato:
“L'UE negozia come comunità, non ci sono trattative bilaterali condotte da stati singoli. La linea che dobbiamo seguire, Berlino e Parigi, è sempre combattuta con asprezza. E' comunque chiaro che: nella lotta contro gli USA è affidata alla compattezza dell'aspirazione dell'UE a divenire potenza mondiale. Probabilmente, conseguenza dopo un effetto non desiderato della politica del presidente americano, potrebbe essere un incredibile processo di integrazione accelerata dell'Unione Europea.”
L'imperialismo,
le sue aziende, tipo Monsanto, Bayer ... devastatrici, sfruttatrici,
assassine... i suoi centri bancari a cominciare dal Fondo Monetario
Internazionale, saccheggiatori, sanguisughi … i suoi stati, arma
prima per imporsi, oggi sempre più impegnati ad armarsi e a
impiegare eserciti uniti nella NATO in tutto il mondo con ogni tipo
di arma: dalle pistole fino ai droni, ai bombardamenti, come in
Siria, per sottomettere e dunque espropriare materie prime (gas,
petrolio, agricole, ma anche fiori)..., forza-lavoro ...
dettagliatamente nel Medio Oriente, come in Afghanistan, nell'intero
continente Afrika … nell'America del sud … dove l'Italia pare
proprio essere ruota di scorta, necessaria sì, però nell'esecuzione
piuttosto che nell'elaborazione ...
[Seguono brevi cronache per aiutarci a conoscere le condizioni della guerra di classe oggi]
1)
Gli USA sottolineano: “nessuna eccezione riguardo agli affari con l'Iran”
(junge
welt 17 luglio 2018)
Eccezioni per le aziende europee rispetto alle sanzioni decise dagli USA contro l'Iran, scrive il Financial Times, non ce ne saranno: le aziende internazionali che sono presenti in Iran con il loro commercio o che la' investono, minacciano senza prevenzioni sanzioni. L'appello comune di Germania, Francia e Inghilterra (e l'Italia?), lanciato all'inizio di giugno, che indicava di escludere le società europee, è stato respinto dagli USA. Negli stessi giorni, in una lettera comune scritta dai ministri degli esteri e dell'economia della Germania viene spiegato che: “Come alleati noi ci aspettiamo che gli USA rinuncino a quelle misure che sono in contrasto con gli interessi di difesa europei.” I tre paesi hanno contemporaneamente convalidato di voler confermare, tener fermi gli accordi con l'Iran.
2)
Guerra delle parole
(junge
welt 24 luglio 2018)
Trump vuole fermare
l'esportazione del petrolio dell'Iran. Tensione attorno allo Streto
di Hormuz. “Noi
(gli USA) – dice
Trump - non
siamo un paese che si lascia
prendere dalle
parole terribili violenza e morte. Le nostre sono parole dettate
dalla cautela!”
La
minaccia di Trump si riferiva apertamente ad un discorso del
presidente dell'Iran, Rohani, tenuto nei giorni precedenti di fronte
ai direttori delle rappresentanze estere del suo paese, dove ha
detto: “La forza
militare dell'Iran serve all'intimidazione. Non conduciamo nessuna
guerra. Ma i nemici devono capire che la guerra all'Iran è madre di
tutte le guerre e che la pace con l'Iran è a sua volta madre di ogni
pace.”
“La madre di tutte le
guerre” è
una formulazione adoperata nel gennaio 1991 dal capo del governo
iracheno Saddam Hussein, poco prima della guerra del Golfo. Il
vecchio modo di dire arabo “La
madre di tutte ...” si
riferisce alle vicende che emergono per la loro mole e forza.Nel suo discorso Rohani ha fatto riferimento anche all'opzione militare del blocco dello Stretto di Hormuz e del Golfo dell'Oman. Nella sua pagina Web (World Wide Web letteralmente "rete di grandezza mondiale" abbreviato Web) Rohani precisa: “Chiunque comprenda un poco la politica non direbbe, bloccherò l'esportazione del petrolio dall'Iran. Noi adoperiamo una quantità di stretti marini. Hormuz è soltanto uno di loro. Mr Trump! Dalla storia risultiamo essere un popolo dignitoso e forza che garantisce la sicurezza delle vie d'acqua della regione. Non giochi con la coda del leone; se ne pentirebbe.”
Nello
Stretto di Hormuz transita il 40% del fabbisogno mondiale del
petrolio e del gas estratti. Da uno sbarramento dello Stretto, per
esempio realizzato con le mine, verrebbero colpiti Arabia Saudita,
Kuwait, Qatar, Irak, Emirati Arabi Uniti e Bahrain. I due canali
navigabili dello Stretto sono larghi soltanto tre km. La possibilità
di uno sbarramento da parte degli USA, bloccherebbe l'esportazione
del petrolio iraniano, aveva detto Rohani il 2 giugno nel corso della
visita di stato in Svizzera. In questo caso l'esercito iraniano si
atterrà all'opzione di “inchiodare”
le petroliere. Nella realtà tutti gli apparati coinvolti sono
coscienti che ogni azione di chiusura dello Stretto scatenerà la
prima guerra con gli USA e i loro alleati e, verosimilmente,
interromperà la buona collaborazione dell'Iran con Russia e Cina.
Essenziale
è, come riguardo alle minacce di una rafforzata ripresa
dell'arricchimento del'uranio attorno alle manovre di distrazione di
politica interna.
Il
governo USA ha invitato tutti gli stati che acquistano petrolio
dall'Iran, ad “azzerare”
fino
al
4 novembre la loro importazione.
3)
Vertice del G20 (*)
(junge
welt 24 luglio 2018)
[Il
Gruppo
dei 20
(o G20)
è un forum dei leader, dei ministri delle finanze e dei governatori
delle banche
centrali,
creato nel 1999,
dopo una successione di crisi
finanziarie
per favorire l'internazionalità economica e la concertazione
tenendo conto delle nuove economie in sviluppo. Di esso fanno parte i
19
paesi più industrializzati
(quelli del G8
in primis) con l'eccezione di Spagna
e Paesi
Bassi
(sono presenti invece Argentina
e Sudafrica).
È presente, inoltre, l'Unione
europea.
Il G20 rappresenta i due terzi del commercio e della popolazione
mondiale,
oltre all'80% del PIL
mondiale. Sono presenti anche alcune tra le maggiori organizzazioni
internazionali.
]
L'incontro
degli stati G20 tenutosi a Buenos Airee nei giorni scorsi, doveva
svolgersi in tutt'altro modo. I temi quali il futuro della
regolamentazione di cripto-monete (nascoste, simulate …), a
cominciare dal Bitcoin (*), che in origine il governo argentino
voleva porre al centro dell'ordine del giorno – non senza motivo:
il Bitcoin diventa potente e vale senz'altro un confronto
dettagliato. La pianificazione dell'incontro disposta dal governo
argentino è andata storta. Alla fine il tema centrale è stato: la
guerra mondiale commerciale in tutte le sue sfaccettature, che il
governo USA ha tirato fuori.
Christine
Lagarde , oggi alla testa del Fondo Monetario Internazionale (FMI),
ha esposto numeri concreti: le misure doganali decise dagli USA
ridurrebbero la prestazione economica mondiale di mezzo punto: pari
circa a 430 miliardi di dollari USA. Le preoccupazioni diffuse sono
anche state assunte nella dichiarazione di chiusura dell'incontro. “I
rischi di breve e medio periodo sono aumentati date le crescenti
tensioni nelle sfere del commercio e della geo-politica. … Dobbiamo
intensifucare il dialogo e adottare misure capaci di circondare i
rischi e di accrescere la fiducia.”Rispetto agli aumenti delle dogane esposti da Trump al vertice G7 di giugno svoltosi in Canada, Mnuchin, ministro delle finanze negli USA, al termine del G20 ha precisato che: “ Non verrà disposta: nessuna dogana, sovvenzione e barriera commerciale”.Una dichiarazione sgrossata che corrisponde all'accordo commerciale Transatlantico (TTPI, Transatlantic Trade and Investment Partnership).
Nei circoli dirigenti dell'UE l'offerta degli USA viene definita “avvelenata”. Nella guerra commerciale con gli USA l'UE è divisa. Tenersi le conseguenze dannose delle dogane (KraftFahrZeug = automezzo) USA sull'importazione di acciaio, alluminio e auto aggravate nei confronti di pochi stati (fra i quali la Germania) è marcata. Le perdite eventuali per le aziende automobilistiche tedesche sarebbero pari a 5 miliardi di euro l'anno. Per Polonia e paesi baltici, la cui esportazione riguarda altre merci, la situazione è completamente ribaltata.
Su questi aumenti doganali il ministro della finanza in Francia, nel lasciare Buenoa Aires ha detto: “Rifiutiamo di puntare la pistola … attendiamo che gli USA compiano i passi necessari per uscire dalla guerra commerciale.” La Francia non prenderà contro-misure, lo considera compito dell'UE nel suo insieme. Oggi i piani dell'UE traggono forza dalle dogane di ritorsione sui prodotti USA, fra i quali: mandorle e vino ma anche fagioli di soja sui quali la Cina ha già elevato dogane punitive, e telefoni(ni). Berlino a sua volta non è entusiasta: i contraccambi doganali si risolvono con trattative da affidare all'UE. Il governo tedesco attraverso il suo ministro delle finanze a Buenos Aires ha precisato:
“L'UE negozia come comunità, non ci sono trattative bilaterali condotte da stati singoli. La linea che dobbiamo seguire, Berlino e Parigi, è sempre combattuta con asprezza. E' comunque chiaro che: nella lotta contro gli USA è affidata alla compattezza dell'aspirazione dell'UE a divenire potenza mondiale. Probabilmente, conseguenza dopo un effetto non desiderato della politica del presidente americano, potrebbe essere un incredibile processo di integrazione accelerata dell'Unione Europea.”
(e
l'Italia dov'è?)
[L'imperialismo,
le sue aziende, tipo Monsanto, Bayer ... devastatrici, sfruttatrici,
assassine... i suoi centri bancari a cominciare dal Fondo Monetario
Internazionale, saccheggiatori, sanguisughi … i suoi stati, arma
prima per imporsi, oggi sempre più impegnati ad armarsi e a
impiegare eserciti uniti nella NATO in tutto il mondo con ogni tipo
di arma: dalle pistole fino ai droni, ai bombardamenti, come in
Siria, per sottomettere e dunque espropriare materie prime (gas,
petrolio, agricole, ma anche fiori)..., forza-lavoro ...
dettagliatamente nel Medio Oriente, come in Afghanistan, nell'intero
continente Afrika … nell'America del sud … dove l'Italia pare
proprio essere ruota di scorta, necessaria sì, però nell'esecuzione
piuttosto che nell'elaborazione ...]
4)
Usa:
armati contro la Cina
(junge
Welt 7 luglio 2020)
Ieri
(lunedì 6 luglio), due portaerei Usa hanno sostenuto, a portata
d'occhio della marina cinese, proprie esercitazioni militari marine
nel Mare Sud della Cina. Per la prima volta dal 2014 le portaerei Usa
hanno preso parte alle esercirtazioni in quel mare. I loro caccia
sono stati in volo per circa un'ora. Il comandante della portaerei ha
pubblicamente comunicato: “Noi operiamo in maggior tempo e
simuliamo manovre più intensive, come è usuale nelle esercitazioni
brevi”. Domenica ha preso
parte alle esercitazioni un aereo bombardiere B-52, caccia che è
nella condizione di trasportare armi atomiche.
Ieri
la Cina ha espresso una forte critica nei confronti di quelle
manovre. Un portavoce del ministero esteri cinese ha espresso una
severa critica verso la manovra Usa: “Washington spinge
avanti la militarizzazione del territorio”.
Nelle manovre è stata espressa una “manifestazione di
forza con secondi fini”.
L'esercitazione
in ogni caso è soltanto il più
recente inasprimento di conflitti pericolosi nel Mare sud della Cina.
Nei mesi scorsi la Cina ha iniziato a rafforzare i controlli riguardo
alle acque territoriali. L'elemento scatenante è il timore che le
potenze occidentali possano utilizzare il mare come punto di partenza
per azioni contro la Cina – come è accaduto nel secolo scorso.
Washington, ancora una volta, cerca di scalzare il controllo cinese,
ultimamente ha accresciuto la sua presenza militare nel Mare sud
della Cina con lo sbarco di pattuglie marine, ma anche con l'invio di
caccia nello spazio aereo di Taiwan. Le forze armate Usa si muovono
sempre più spesso assieme alle rispettive forze degli stati alleati
(NATO). In aprile hanno tenuto esercitazioni assieme alla marina
australiana, in giugno con la marina e con l'aereonautica giapponese.
Oltre
a ciò Washington mira a sfruttare i conflitti esistenti fra la Cina
e gli altri stati vicini al Mare Sud della Cina. La sua manovra di
oggi viene presentata come misura di difesa degli interessi
vietnamiti. Effettivamente la Cina fino a domenica (5 luglio 2020) ha
tenuto manovre marine per numerosi giorni attorno alle isole Paracel,
che vengono occupate, come terre e mari per esercitazioni militari
anche dal Vietnam, che le considera sue anche con manifestazioni di
protesta pubbliche. Gli Usa sostengono il Vietnam e adesso
concretizzano il sostegno con l'invio di caccia; in egual maniera
hanno agito verso la Malesia anch'essa in conflitto con la Cina
riguardo a quei mari. Tuttavia, finora i paesi vicini al Mare del Sud
della Cina hanno cercato di non colpirsi apertamente.
Mentre
il conflitto per quel mare si inasprisce, Pechino cerca raffredare
altre situazioni. Proprio ieri la Cina ha ritirato le sue truppe dai
confini con l'India (Himalaya); recentemente erano esplosi scontri
violenti, armati. Da quando l'escalation
dei combattimenti è esplosa, le potenze occidentali hanno riscaldata
l'agitazione anticinese dell'India.
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