(18 Novembre 2008)
Il 6 dicembre di un anno fa un rogo
sprigionatosi all'interno dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino
faceva strage di 7 operai. Sette vite bruciate e sette famiglie lasciate
nella disperazione.
Forte fu la commozione e l'eco in tutto il Paese. Le massime autorità dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Napolitano, dichiararono che avrebbero fatto l'impossibile affinché stragi come quella di Torino non fossero più avvenute.
Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall'agenda politica di governi e parlamenti, sostituita da quella – montata ad arte - della "sicurezza" nelle città, della psicosi dell'immigrato stupratore, rapinatore, pirata della strada o altro, dimenticando che secondo studi della stessa UE, le città italiane sono le più "sicure" d'Europa…
Forte fu la commozione e l'eco in tutto il Paese. Le massime autorità dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Napolitano, dichiararono che avrebbero fatto l'impossibile affinché stragi come quella di Torino non fossero più avvenute.
Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall'agenda politica di governi e parlamenti, sostituita da quella – montata ad arte - della "sicurezza" nelle città, della psicosi dell'immigrato stupratore, rapinatore, pirata della strada o altro, dimenticando che secondo studi della stessa UE, le città italiane sono le più "sicure" d'Europa…
tribunale di torino in occasione del processo ThyssenKrupp
Ma tant'è, si mandano forze di polizia e militari nelle città, ma non si fa un passo per garantire incolumità e sicurezza a chi vive di lavoro. La strage di Torino non è stata la prima e, purtroppo, non
è stata l'ultima: i circa 4 morti al giorno nei luoghi di lavoro dovrebbero suonare come un sono schiaffo per qualsiasi società che abbia la presunzione di definirsi "civile". Ma in Italia no: qui non solo si continuano a varare provvedimenti assolutamente insufficienti, soprattutto dal punto di vista delle azioni di contrasto e di sanzione nei confronti delle aziende, come da quello dei poteri e delle agibilità degli RLS e degli ispettori INPS o INAIL (come il nuovo Testo Unico, Legge 81/2008), ma a questi si affiancano leggi e decreti come quello sulla detassazione degli straordinari (Legge 126/24 del luglio 2008), quello sulla deregolamentazione del mercato del lavoro (Legge 133 del 5 agosto 2008), la direttiva del Ministero del Lavoro che indebolisce i servizi ispettivi del ministero stesso e dell'INPS (settembre 2008), e, ultimo solo per tempo, il ddl 1441 quater, attualmente in discussione alla Camera, che vorrebbe sterilizzare i processi e legare le mani ai giudici del lavoro.
Il segnale è purtroppo molto chiaro: da un parte si continuano a garantire condizione di massima redditività delle aziende (cioè massimi profitti), dall'altra si aumenta la precarietà, si allunga l'orario di lavoro, si controllano di meno le violazioni in termini di sicurezza, diminuendo quindi la tutela della salute e dell'incolumità del lavoratore, così come di chi vive in città o quartieri vicini ad impianti industriali: ecco che, quindi, l'immigrato che lavora nel cantiere si trova nella stessa barca con l'operaio Fiat, con l'abitante di Taranto che respira le polveri tossiche dell'ILVA, o con il valsusino che rischia di morire di amianto se partiranno i lavori del TAV…
Siamo stanchi di restare a guardare, spettatori/vittime di una macabra rappresentazione che coinvolge, direttamente o indirettamente tutti noi.
Il 6 dicembre saremo a Torino e sfileremo dalla Thyssenkrupp al Palagiustizia non solo per ricordare i nostri 7 compagni di lavoro morti nel rogo di un anno, reclamando giustizia in un processo che sta per entrare nel vivo, ma per ricordare tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno perdono la vita o subiscono gravi infermità perché qualcuno, per volersi arricchire sempre di più, li fa lavorare sempre di più, sempre più velocemente e in condizioni sempre più insicure.
Il processo Thyssen è giunto ad un grande risultato, senza precedenti nella storia della giurisprudenza italiana: i lavoratori vengono ammessi dal Gup come parte lesa e quindi riconosciuti come parte civile in un processo contro i sei dirigenti della multinazionale tedesca per il rischio che hanno occorso a lavorare in un'azienda (peraltro già chiusa), così come purtroppo ha colpito i nostri cari sette compagni in quella tragica notte. Ma sappiamo che questo non basta: siamo coscienti che sarà possibile invertire questo drammatico corso di sangue e di morte (una "guerra" che fa più vittime della guerra in Iraq o delle guerre di mafia) solo se riusciremo ad affermare un punto di vista, che è chiaramente, senza se e senza ma, quello di salvaguardare la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e comunque gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza ambiguità da che parte stare, ossia dalla nostra parte, con orgoglio e dignità, quella di chi lavora.
Per questo facciamo appello a tutte le organizzazioni sindacali, alle associazioni dei familiari, ai medici e ai giuristi sinceramente democratici, agli ispettori del lavoro, dell'INPS e dell'INAIL, ai giornalisti coscienziosi, ai giovani e agli studenti che in queste settimane stanno difendendo il loro futuro, a partecipare e a sostenere questa manifestazione. Perché se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno al nostro posto.
Torino il 6 dicembre 2008 – Manifestazione con concentramento di fronte allo stabilimento ThyssenKrupp, Corso Regina Margherita 400, ore 09.30
Associazione LEGAMI D'ACCIAIO (ex-operai ThyssenKrupp e familiari delle vittime)
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
per adesioni 6dicembre@gmail.com
Aderiscono
-Ciro ARGENTINO, RSU FIOM-CGIL Thyssenkrupp (Torino)
-Nazareno BALANI, Collettivo Lavoratori Comdata – FLMU-CUB (Torino)
-Riccardo DE ANGELIS, RSU FLMU-CUB Telecom (Roma)
-Riccardo DI PALMA, RSU RdB-CUB del Comune di Borgomanero (Novara)
-Gianfranco DI PUPPO, RdB-CUB Comune di Torino
-Andrea FIORETTI, FLMU-CUB Gruppo Sirti (Roma)
-Vincenzo GRAZIANO, FLMU-CUB Comdata (Torino)
-Massimiliano MURGO, RSU Alternativa Operaia/FLMU-CUB Marcegaglia Building, Sesto San Giovanni (Milano)
-Irene ROSSETTI, Collettivo Lavoratori Comdata – FLMU-CUB (Torino)
-Raffaele ARGENTA, Fiat Mirafiori (Torino)
-Cristiano BRUZZI, precario (Bologna)
-Luca CARRETTA, RSU SLC-CGIL Telecom Italia S.p.A . (Torino)
-Roberto BEGHELLI, RSU FLMUniti-CUB Telecom Italia S.p.A. (Bologna)
-Daniela CORTESE, RSU Telecom Italia Sparkle, Circolo PRC Tlc (Roma)
-Egidio BERTOLOTTI, Regione Lombardia
-Giovanni CESAREO, docente alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano
-Massimo IBERTI, RSU COBAS Pubblico Impiego all'Università di Torino
-Arnaldo DEMETRIO, FLMU-CUB Telecom Italia (Milano)
-Paolo FORNELLI, segretario provinciale PdCI (Pavia)
-Luca MALMUSSI, RSU FLAI-CGIL Inalca\jbs di Castelvetro Modena (Modena)
-Francesco FUMAROLA, FLMU-CUB Atesia (Roma)
-Riccardo FILESI, SdL Alitalia (Roma)
-Barbara RICCI, SdL Alitalia (Roma)
-Giuliano MICHELI, CUB Trasporti Alitalia (Roma)
-Luca CLIMATI, RSU RdB-CUB INPDAP (Roma)
-Luigi GIACINTI, FLMU-CUB MVS (Roma)
-Fabrizio COTTINI, FIOM-CGIL Sielte (Roma)
-Sante MARINI, FIOM-CGIL Alcatel Alenia (Roma)
-Maurizio BACCHINI, FIOM-CGIL Baxter S.p.A (Roma)
-Marina CITTI, CGIL Menarini S.p.A. Pomezia (Roma)
-Antonello TIDDIA, RSU Carbosulcis
-Catia GALASSI, RdB-CUB Servizi Sociali, Comune di Novara
-Giorgio CREMASCHI, segreteria nazionale FIOM, responsabile sicurezza
-Carlo CORBELLARI, RdB-CUB Comune di Verona
-Marco RIZZO, parlamentare europeo
-Claudio CANATO, RSU Flc-Cgil, Istituto comprensivo Ferrari, Vercelli
-Sara ARDIZIO, Anffas Onlus, Novara
-Fabio Massimo VERNILLO, delegato sindacale SdL Coop. Sprinter, Roma Termini
-Luca BELLARDONE, Rdb-Cub Novara
-Marco DI MATTIA, RSU FIOM Call Center Telegate (Torino)
-Ornella TERRACINI, direttivo regionale dello "SPI-CGIL", LAVORO e SOCIETA'
-Gloria MELE, lavoratrici occasionale nella grande distribuzione, Torino
-Luigi CASALI – Coordinatore regionale RDB-CUB, Federazione del Piemonte
Adesioni collettive
SLAI-COBAS per il sindacato di classe
Assemblea Lavoratori Autoconvocati
Comitato "6 dicembre" - Torino
Comitato "5 aprile" – Roma
Cittadini contro l'amianto della provincia di Cremona
FLMU-CUB Bologna
Unione Sindacale Italiana USI – Federazione di Roma
Collettivo Lavoratori Comdata
Sindacato Lavoratori in Lotta per il Sindacato di Classe
Medicina Democratica
Comitato Familiari e Lavoratori Fiom Ilva Taranto "12 giugno"
Federazione Regionale C.U.B. Piemonte
Federazione Regionale RDB-CUB Piemonte
Federazione Regionale RDB-CUB Pubblico Impiego
Federazione Regionale F.L.M.U.- CUB Piemonte
Federazione Regionale RDB-CUB Servizi Torino
AL-COBAS CUB Milano
Usi-Ait, Rimini
Collettivo "Iqbal Masih", Lecce
Proletari@ - comunicazione militante
network barletta@libero
Piattaforma Comunista
P-CARC Piemonte e Lombardia
Proletari Comunisti
Redazione Daszebao
Associazione LEGAMI D'ACCIAIO (ex-operai ThyssenKrupp e familiari delle vittime)
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
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