Ravenna - vicino al Tribunale |
La
campagna sta riuscendo a interessare, a mobilitare varie forze - anche quelle avversarie sono
dovute scendere in campo (vedi art. su
Panorama) - e sta assumendo il carattere necessario: una campagna larga, che parlasse non solo
alle realtà di compagni, impegnate già sul fronte della lotta alla
repressione, ma a settori di lavoratori, donne, giovani, come a
democratici coerenti, ecc.
Su
questo l’assemblea tenutasi prima a Napoli, con interventi vari e
rappresentativi (anche del fronte dei detenuti, degli avvocati,
ecc.), toccando anche i molti aspetti della repressione, della
legislazione e provvedimenti dello Stato e governo sempre più di
polizia e moderno fascista, è servita a segnare la strada necessaria, e a rendere vive le parole d’ordini: carcere-tortura, carcere-assassino, carcere di
classe riempito da persone povere, immigrati, come l'inquadrare in termini
epocali di scontro di classe la questione di Nadia Lioce e dei prigionieri politici
rivoluzionari: i “nostri” sono nelle carceri, in regime duro, i padroni e i loro servi assassini sono liberi.
Questa campagna deve continuare, soprattutto con le assemblee a più voci, a partire dalle città in cui si sono svolti i presidi il 4 maggio; ma anche continuando a firmare l'appello per Nadia Lioce e organizzando iniziative alle carceri.
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