A conferma, ancora una volta, e con i dati statistici delle stesse istituzioni borghesi, dell’analisi di Marx sull’essenza della società capitalistica, la povertà assoluta aumenta.
Si conferma, cioè, che questa società produce da un lato sempre più ricchezza per pochi e dall’altro sempre più povertà per la stragrande maggioranza.
Questa povertà è assoluta per 5milioni di italiani (ripetiamo, secondo le statistiche ufficiali) quelli cioè che non riescono a far fronte a spese essenziali per il mantenimento di livelli di vita «minimamente accettabili» come riportano alcuni quotidiani nazionali.
A questa povertà assoluta, dice Marx, va aggiunta quella relativa e cioè quella rappresentata dalla distanza sempre più grande tra la quantità di beni cui può accedere il proletariato e la quantità cui possono accedere i capitalisti, i ricchi. Parlare di questa differenza è diventato di moda, i borghesi la chiamano disuguaglianza.
Dobbiamo ribadire queste verità perché tanti intellettuali, economisti, politici negano l’aumento della povertà o addirittura affermano il contrario come ha fatto l’attuale Presidente della Repubblica Mattarella parlando alla conferenza europea sullo “Stato dell’Unione”: “"Più sicuri che nel dopoguerra, più liberi che nel dopoguerra, più benestanti che nel dopoguerra…”!!! Quante sfacciate menzogne dice con aria bonaria il Presidente che deve salvaguardare gli interessi della sua classe!
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ISTAT: ALLARME POVERTÀ, DAI DAZI RISCHIO TRIPLO RISPETTO A IVA SULLA CRESCITA
Aumentano gli italiani in povertà assoluta. Secondo i dati Istat nel 2017 il fenomeno riguarderebbe circa 5 milioni di individui, l'8,3% della popolazione residente, in aumento rispetto al 7,9% del 2016 e al 3,9% del 2008. Le famiglie in povertà assoluta, secondo stime preliminari, sarebbero 1,8 milioni, con un'incidenza del 6,9%, in crescita di sei decimi rispetto al 6,3% del 2016 (era il 4% nel 2008). Nel 2017 presso 1,1 milioni di famiglie italiane "tutti i componenti appartenenti alle forze di lavoro erano in cerca di occupazione", pari a 4 famiglie su 100, in cui non si percepiva dunque alcun reddito da lavoro, contro circa la metà (535mila) nel 2008. "Di queste, - ha proseguito - più della metà (il 56,1%) è residente nel Mezzogiorno. Nel complesso si stima un leggero miglioramento rispetto al 2016 (15mila in meno), ma la situazione al Sud è in peggioramento (13mila in più)".
https://www.huffingtonpost.it/2018/05/09/dazi-e-iva-per-bankitalia-e-istat-aumentano-rischi-di-ribasso-della-crescita_a_23430536/?utm_hp_ref=it-homepage
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