venerdì 11 maggio 2018

pc 11 maggio - DALLA CELEBRAZIONE DEL 200° DI MARX DEL PCm - 1 - INTRODUZIONE DELLA COMPAGNA DI PALERMO



Siamo molto contenti e onorati che oggi 5 marzo 2018, giornata in cui ricade il duecentesimo anniversario della nascita di Karl Marx e nell’anno in cui ricade il 170° anniversario della prima pubblicazione del Manifesto, scritto da Marx ed Engels, noi stiamo facendo questa iniziativa a Palermo.


Siamo contenti della presenza dei lavoratori, dei nostri compagni e in particolare della presenza dei compagni che sono venuti dalle altre città in cui noi siamo organizzati.

Oggi è una giornata di festa, è una giornata di celebrazione, una celebrazione doverosa, ma soprattutto fondamentale per i proletari di tutto il mondo.

Oggi celebriamo Marx che incarna ed è la base scientifica su cui si è costruita la coscienza della classe del proletariato, con al suo cuore la classe operaia, su cui si è costruito il partito del proletariato, necessario per organizzare la classe e guidarla sulla via della lotta rivoluzionaria volta al
rovesciamento della società capitalistica, una società fondata sulla oppressione della minoranza sulla maggioranza, una società fondata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

Marx è stato il fondatore della concezione filosofica materialistica storico-dialettica. Ci insegna che le società non sono sempre le stesse, che tutto è in trasformazione è tutto si trasformerà e quindi l'inevitabilità del fatto che da questa società capitalistica dovremo passare a una nuova società, al socialismo.

Marx ha analizzato questa società e il sistema sociale capitalistico che, pur essendo cambiato in alcun aspetti rispetto ai tempi di Marx, per quanto riguarda la sostanza, l’essenza, rimane sugli stessi fondamenti, cioè lo sfruttamento, il profitto, le crisi e la contraddizione tra borghesia e proletariato, la contraddizione tra produzione sociale e appropriazione privata.

Marx è il fondatore della teoria del socialismo scientifico, è il capo politico del proletariato. Marx scopre il ruolo storico della classe operaia, una classe che ha il ruolo, dice Marx, di becchino. Come è scritto nel manifesto è la classe che metterà fine a questa società di classe.

Una bellissima frase di Marx dice: “Renderò onore agli operai che non hanno nulla, che sono considerati una classe pericolosa, e parteciperò alla loro organizzazione, perché essi sono il motore collettivo della storia e i principali costruttori di una società egualitaria...”.

Marx analizza anche come dietro le varie forme di Stato, dietro i vari partiti, ci sono sempre gli interessi delle classi sociali. E dietro ogni governo borghese ci sono gli interessi della dittatura della borghesia al servizio dei padroni.

Il proletariato quindi, ci insegna Marx, deve puntare a costruire il proprio partito per prendere il potere e una volta preso il potere costruire un proprio Stato sulla base della dittatura del proletariato, per affermare i suoi interessi di classe con la costruzione di una nuova società socialista per arrivare poi a una società senza sfruttamento, al comunismo.

È Marx, si può dire, che ci illumina anche sulla questione la condizione delle donne, con l'analisi acuta sulla condizione delle donne e che il compito che i comunisti devono avere è un doppio compito per le compagne, le donne che si organizzano nella lotta rivoluzionaria.

Marx, con Engels, ha scritto il Manifesto e lo ha consegnato alla classe operaia, alla classe lavoratrice, ai proletari e ci ha dato il programma di quello che i proletari devono fare per realizzare tutto quello ci ha dato come insegnamento e come guida.

Marx è un grandissimo maestro in quella che poi Engels dirà essere la necessità della lotta teorica, della lotta ideologica, della lotta politica, della lotta economica, guidata dal Partito della classe.

Marx è vivo. Marx non è una cosa superata, come la borghesia ci vuole fare credere.

Oggi in tutto il mondo ci sono manifestazioni celebrazioni. Anche la borghesia a partire dai giornali, parla di Marx e fa anche delle “celebrazioni”, però le fa dal suo punto di vista di classe, quindi per snaturare quella che è la natura rivoluzionaria di Marx e il carattere rivoluzionario dei suoi insegnamenti, della sua concezione, della sua guida.

Noi diciamo che Marx è vivo più che mai. Ha consegnato alla classe il programma per l'emancipazione sociale e anche l’indicazione degli strumenti con cui si deve forgiare la classe del proletariato, la classe operaia. Il primo di questi strumenti è il Partito, per portare avanti questa lotta sotto ogni aspetto, a 360°. Un partito che noi oggi diciamo “comunista di tipo nuovo” che si organizzi come reparto di avanguardia organizzato della classe, come ci ha insegnato poi Lenin, e che si organizzi e lotti nel fuoco della lotta di classe, in stretto legame con le masse.

Oggi una mia amica mi ha scritto: sì, bello, ma è tutta un’utopia. Io le ho risposto: no non è un'utopia perché non è che noi non abbiamo niente dietro. Noi abbiamo la verifica storica di come il proletariato è avanzato in questo percorso e di come, sulla base di Marx, che Lenin e definiva “pietra angolare”, sia avanzato lo sviluppo dell’edificio.

Queste verifiche teoriche sono poi Lenin che costruisce il Partito del proletariato sulla base del marxismo, Partito che guiderà la rivoluzione e la costruzione socialismo in Russia; poi è l'ulteriore sviluppo dell'edificio apportato da Mao con la rivoluzione cinese e poi la Grande rivoluzione culturale proletaria.

In Italia noi abbiamo avuto il Partito Comunista fondato nel 1921 da Gramsci. Tutto questo, che è storicamente avvenuto, che ci ha consegnato il marxismo-leninismo-maoismo, parte sempre da Marx, dalla sua concezione, da tutto quello che ha fatto.

Marx ci insegna un'altra cosa fondamentale: Marx, prima di tutto è stato un rivoluzionario. Marx ha tradito la sua classe, lui faceva parte della classe borghese, per mettersi al servizio del proletariato e questo è quello che voglio soprattutto sottolineare in questa mia apertura della celebrazione.

Marx era soprattutto un rivoluzionario e voglio affermarlo con le parole del suo amico e compagno di lotta più caro, Engels, che nell’orazione funebre disse:

“Marx era anzitutto un rivoluzionario, la sua vera missione restava comunque contribuire al rovesciamento della società capitalistica e delle istituzioni statali da essa create, contribuire a liberare il proletariato moderno, che lui per primo rese consapevole della sua posizione e dei suoi bisogni, consapevole delle condizioni della sua liberazione. Marx era l'uomo più odiato e calunniato del suo tempo: i governi assoluti e repubblicani lo espulsero, i borghesi, i conservatori e gli ultra-democratici radicali fecero a gara per coprirlo di calunnie. Egli svalutò tali miserie, le ignorò, rispose solo in caso di necessità. È morto onorato, amato e rimpianto da milioni di compagni di lavoro rivoluzionari in Europa e in America, dalle miniere siberiane alla California, e ritengo di poter aggiungere - dice Engels - che poteva avere molti avversari ma nessun nemico personale. Il suo nome vivrà nei secoli è così la sua opera”.

Marx è il nostro maestro!

Viva Marx!

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