martedì 16 maggio 2017

pc 16 maggio - L'ambigua situazione dell'Ilva di Genova in attesa del Papa - il dominio dell'aristocrazia operaia produce danni ideologici e politici nella classe

Ilva, la fabbrica diventa cattedrale: lo stabilimento ospiterà 3000 lavoratori

Fra gli operai che notte e giorno lavorano per preparare la visita di Papa Francesco il 27 maggio Lo stabilimento si trasforma per ospitare oltre tremila lavoratori. "Un'occasione unica per tutti noi e per il gruppo"
C'è una fabbrica che si prepara a diventare cattedrale, una fabbrica-simbolo dell'industria, l'Ilva di Cornigliano, non a caso scelta per accogliere al suo interno oltre tremila operai di tutte le aziende genovesi, sabato 27 maggio, per l'incontro con Papa Francesco, prima tappa di un'intensa giornata.
Francesco arriverà alle 8 del mattino, quando gli operai saranno già tutti quanti all'interno del grande capannone in cui si lavorano i rotoli d'acciaio. Ascolterà le loro parole (sono previsti tre o quattro
brevi interventi) e a loro risponderà. Prima di quel momento, però, c'è ancora un lavoro immenso da fare, un enorme contenitore produttivo da fermare (solo per il tempo necessario per la visita perché poi tutto tornerà rapidamente alla normalità) e da adattare per l'incontro.

Francesco entrerà dalla portineria e percorrerà con la sua "Papamobile" i 1.300 metri che separano l'ingresso dello stabilimento dal capannone 11, quello appunto destinato all'incontro con gli operai, che lui attraverserà sul lato sinistro, salutando gli operai prima di raggiungere il palco. Alla sua sinistra troverà il palchetto dei media, davanti a lui il fiume blu delle tute degli operai. Poi, un'ora dopo, lascerà la fabbrica.

Ed eccoli adesso, gli operai dell'Ilva intenti a preparare il capannone per l'incontro del 27. Eccoli muoversi rapidi dentro e fuori quegli spazi solitamente riservati a chi è deputato alla produzione. "Sarà una giornata storica, un'occasione unica per tutti noi e per l'Ilva" commentano, fermandosi un attimo prima di riprendere il loro lavoro. "Siamo orgogliosi di poter accogliere il Santo Padre in uno dei luoghi simbolo del lavoro".

Ormai è da mesi che si lavora all'appuntamento, dalla messa in sicurezza del capannone e degli spazi esterni alle operazioni di pulizia e allestimento. Nessuno è escluso per trasformare in cattedrale questa location, il magazzino 11, cinquemila metri quadrati in cui, fino ad aprile, venivano depositati i rotoli di nero e di banda stagnata, i coils, da spedire in tutto il mondo.

Divisi in squadre, gli operai dell'Ilva hanno già sgomberato tutta l'area, terminato le attività di pulizia del capannone e stanno completando i lavori di imbiancatura e di intonacatura. Nulla può essere lasciato al caso, soprattutto quando è in gioco la sicurezza di migliaia di persone. Così i muri vengono tagliati per fare spazio alle porte di sicurezza obbligatorie.

Ma gli operai dell'Ilva hanno deciso di andare oltre il protocollo, scegliendo di firmare per il Papa un dono speciale, ovviamente in acciaio: un pastorale realizzato da loro a testimonianza dell'affetto nei confronti di Francesco e come ringraziamento per aver scelto l'Ilva come luogo di incontro con il mondo del lavoro.

"Ci sono ancora tante cose da fare, stiamo lavorando tutti senza sosta. Ma vedrete, quel giorno sarà come entrare in una cattedrale, anche se di acciaio" racconta Antonio, operaio, prima di riprendere in mano gli attrezzi. È il segno che bisogna tornare al lavoro.

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