venerdì 7 ottobre 2016

pc 7 ottobre - Almaviva licenzia e chiude - L'accordo Almaviva-confederali-governo era un bidone

Almaviva: il gruppo chiude sedi a Roma e Napoli e taglia 2.500 posti
Redazione di Operai contro, i risultati dei tavoli che i sindacalisti chiedono sempre a gran voce, sono i licenziamenti. A maggio i sindacalisti ci comunicavano che grazie ai tavoli avevano […]


Almaviva Contact ha annunciato “l’apertura di una procedura di riduzione del personale, all’interno di un nuovo piano di riorganizzazione aziendale” che prevede “la chiusura dei siti produttivi di Roma e di Napoli ed una riduzione di personale pari a 2.511 persone riferite alle sedi di Roma (1.666 persone) e Napoli (845 persone)”


Almaviva lavoratrici
Come prevedibile la società Almaviva Contact ha annunciato  2.500 licenziamenti all'interno del nuovo piano di riorganizzazione che, secondo il comunicato dell'azienda, si è reso necessario per il
"drastico aggravamento del conto economico e dei risultati operativi". Si tratta di 1666 licenziamenti a Roma e 845 a Napoli. Praticamente un ecatombe del lavoro.
L'accordo del 31 maggio siglato con Cgil Cisl Uil e istituzioni, oltre alla stipula di un contratto di solidarietà di sei mesi aveva definito "azioni stringenti" per consentire ad Almaviva Contact "recupero di capacità competitiva e condizioni di equilibrio industriale".  L’accordo raggiunto tra Governo, Almaviva , Fistel CISL, Slc CGIL e Uilcom UIL, aveva gettato alle ortiche la generosa lotta contro i licenziamenti .Poco prima i lavoratori e le lavoratrici di Almaviva, con un sonoro 90%, avevano bocciato, un accordo capestro molto simile a quello raggiunto lo scorso 31 maggio. L’accordo prevedeva la Cassa di Solidarietà solo per i siti di Napoli, Roma e Palermo, al contrario i lavoratori chiedevano una rotazione che ripartisse il lavoro in maniera solidale su tutti gli stabilimenti italiani, evitando così di identificare siti e lavoratori in esubero. Tecnologicamente la ripartizione del lavoro tra i diversi siti è possibile, ma l’azienda l’ha rifiutato proprio perché intendeva mantenere “scarichi” gli stabilimenti di Roma, Napoli e Palermo e lasciarsi aperta la possibilità a nuove procedure di licenziamento, A seguito del monitoraggio mensile richiesto dall'azienda sull'attuazione dell'accordo, c'è stato "il rifiuto da parte delle organizzazioni sindacali – rende noto Almaviva Contact – di sottoscrivere lo specifico accordo sulla gestione di qualità e produttività individuale, impegno centrale e condiviso come vincolante in sede d'intesa, che nega inspiegabilmente una fondamentale leva distintiva per la qualificazione dell'offerta e il progressivo riassorbimento degli esuberi". Allo stesso tempo si conferma uno scenario di mercato in "costante deterioramento", dice l'azienda, che rimane assoggettato a "inalterati fenomeni distorsivi", senza registrare gli effetti delle iniziative di riordino dichiarate. Inoltre, "si è certificato il perdurante andamento di gare a evidenza pubblica bandite o aggiudicate a tariffe del tutto incompatibili con il costo del lavoro". In queste condizioni, aggiunge Almaviva Contact, i conti economici hanno registrato un "ulteriore peggioramento". Da qui la decisione dei tagli. Il nuovo piano di riorganizzazione prevede la chiusura dei siti produttivi di Roma e Napoli e una riduzione di personale pari a 2.511 persone (1.666 a Roma e 845 a Napoli). Il piano coinvolge il 5% del personale attualmente in forza al gruppo a livello globale. Non solo, l’azienda  ha ottenuto anche la discrezionalità su ferie, Rol, ed ex festività, e sempre in virtù dell’accordo potrà aumentare a suo piacimento la flessibilità dei dipendenti, pianificando le turnazioni su base quindicinale e revocare la CdS con sole 24 ore di preavviso.
- contropiano

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