giovedì 6 ottobre 2016

pc 6 ottobre - Venti di guerra: l’imperialismo USA, terrorista numero uno nel mondo, installa missili in Corea del Sud contro l’imperialismo della Cina che minaccia: “Pagherete il prezzo”…

L’aggressività militare degli Stati Uniti è senza limiti e rende incandescente ogni angolo della terra. In questo periodo di profondissima crisi economica mondiale questa aggressività si scarica anche su altri paesi imperialisti come la Cina, nel tentativo di frenarne l’espansione oramai pienamente attiva in tutto il mondo. (Sulla contraddizione tra paesi imperialisti vedi la dichiarazione congiunta del 1° maggio di quest’anno, http://proletaricomunisti.blogspot.it/2016/05/pc-1-maggio-viva-il-primo-maggio.html da cui riportiamo qualche pezzo: 

L'imperialismo, principalmente yankee, sviluppa le sue guerre di rapina e saccheggio contro i paesi dominati, principalmente in Medio Oriente : Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Iran, che sono la parte principale del bottino nell'attuale spartizione imperialista. Per approfondire e consolidare la sua condizione di unica superpotenza egemone l’imperialismo yankee lotta e collude con l'imperialismo russo che cerca di mantenere la sua sfera di influenza e il suo status di superpotenza nucleare. Allo stesso modo, la Cina imperialista si sta impegnando fortemente e in contraddizione crescente con la potenza egemonica USA.”

Nella Dichiarazione si legge anche come devono rispondere i proletari, tra le altre cose:
 I proletari, le masse popolari, guidate dai comunisti, devono organizzare la resistenza proletaria e di massa alla guerra interna e intraprendere con decisione i preparativi per trasformare le guerre imperialiste in guerre rivoluzionarie.”

I missili Usa dislocati in Corea del Sud
La Cina agli americani: “Pagherete il prezzo”
Il sistema di difesa collocato a 300 chilometri da Seul

L’annuncio dopo i test nucleari voluti da Kim Jong Un
La reazione cinese all’indomani dell’annuncio sudcoreano sulla scelta finale del sito dove piazzare i
sistemi antimissile entro la fine del 2017: Sengjiu, a 300 chilometri a sudest di Seul, in un campo da golf della Lotte Group
Gli Usa “pagheranno il prezzo” per la scelta di dislocare sistemi di difesa antimissile avanzati Thaad in Corea del Sud: il duro monito apparso sul quotidiano del Popolo, l’organo del Partito comunista cinese, è l’ultimo in ordine temporale contro un’iniziativa criticata dall’inizio.
Se Washington e Seul, si legge nel commento firmato Zhong Sheng (“voce della Cina”), pseudonimo utilizzato per veicolare le posizioni del Pcc sulla politica estera, “minacciano gli interessi strategici sulla sicurezza dei Paesi nella regione, Cina inclusa, sono destinati a pagare un prezzo per questo e a ricevere un adeguato contrattacco”.
La reazione cinese, alquanto dura, è maturata all’indomani dell’annuncio sudcoreano sulla scelta finale del sito dove piazzare i sistemi antimissile entro la fine del 2017: Sengjiu, a 300 chilometri a sudest di Seul, in un campo da golf della conglomerata Lotte Group.
I giudizi di Pechino si sono progressivamente inaspriti dopo che Washington e Seul decisero a luglio di andare avanti con l’operazione Thaad il cui scopo è scoraggiare nuove intemperanze del governo di Pyongyang guidato da Kim Jong Un, che appena il 9 settembre ha tenuto il quinto test nucleare. Per la Cina (e la Russia), il loro dispiegamento può mettere a rischio ila sicurezza e alimentare le tensioni con il Nord, piuttosto che rasserenare la situazione nella penisola coreana. “Come ogni altro Paese, la Cina non può essere indifferente o vaga su questioni attinenti alla sicurezza che impattano sui suoi interessi primari”, ha rimarcato ancora il commento.
Giovedì, in conferenza stampa, Yang Yujun, portavoce del ministero della Difesa, ha ribadito che la Cina non avrebbe mai accettato “minacce alla sua sicurezza” in merito a un’apposita domanda sulla vicenda Thaad. E venerdì, è stato il ministero degli Esteri, attraverso il portavoce Geng Shuang, a rincarare la dose e a chiedere a Washington e Seul di fermare l’iniziativa.
“Ribadiamo la nostra posizione sull’installazione dei sistemi Thaad che non rispondono ai timori delle parti coinvolte, non contribuiscono alla denuclearizzazione della penisola coreana e non aiutano i processi di pace e stabilità”, ha affermato Geng nel resoconto ospitato dal quotidiano del Popolo. Le tensioni tra Cina e Usa sul tema sono salite di livello in settimana: prima le accuse americane contro la Dandong Honhxiang Industrial Development, società accusata di commercio illegale con la Corea del Nord anche id materiali utili per i programmi nucleari; poi l’audizione al Congresso Usa di daniel Russel, sottosegretario di Stato per l’asia orientale, sull’invio dei sistemi antimissile da completare “il più presto possibile”. C’è la convinzione americana e sudcoreana che Pechino possa fare di più per frenare il “tradizionale” e riottoso alleato. La Cina ha invece accusato gli Usa di alimentare le tensioni nella penisola coreana.
Giornale di Sicilia
2 ottobre ’16

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