“L'imperialismo,
principalmente yankee, sviluppa le sue guerre di rapina e saccheggio contro i
paesi dominati, principalmente in Medio Oriente : Afghanistan, Iraq, Libia,
Siria, Iran, che sono la parte principale del bottino nell'attuale spartizione
imperialista. Per approfondire e consolidare la sua condizione di unica
superpotenza egemone l’imperialismo yankee lotta e collude con l'imperialismo
russo che cerca di mantenere la sua sfera di influenza e il suo status di
superpotenza nucleare. Allo stesso modo, la Cina imperialista si sta impegnando
fortemente e in contraddizione crescente con la potenza egemonica USA.”
Nella Dichiarazione si legge anche come devono
rispondere i proletari, tra le altre cose:
“I proletari, le masse popolari, guidate dai comunisti, devono
organizzare la resistenza proletaria e di massa alla guerra interna e
intraprendere con decisione i preparativi per trasformare le guerre
imperialiste in guerre rivoluzionarie.”
I missili Usa dislocati in Corea
del Sud
La Cina agli americani: “Pagherete
il prezzo”
Il sistema di difesa collocato a
300 chilometri da Seul
L’annuncio dopo i test nucleari
voluti da Kim Jong Un
La reazione cinese all’indomani
dell’annuncio sudcoreano sulla scelta finale del sito dove piazzare i
sistemi antimissile entro la fine del 2017: Sengjiu, a 300 chilometri a sudest di Seul, in un campo da golf della Lotte Group
sistemi antimissile entro la fine del 2017: Sengjiu, a 300 chilometri a sudest di Seul, in un campo da golf della Lotte Group
Gli Usa “pagheranno il prezzo”
per la scelta di dislocare sistemi di difesa antimissile avanzati Thaad in
Corea del Sud: il duro monito apparso sul quotidiano del Popolo, l’organo del
Partito comunista cinese, è l’ultimo in ordine temporale contro un’iniziativa
criticata dall’inizio.
Se Washington e Seul, si legge
nel commento firmato Zhong Sheng (“voce della Cina”), pseudonimo utilizzato per
veicolare le posizioni del Pcc sulla politica estera, “minacciano gli interessi
strategici sulla sicurezza dei Paesi nella regione, Cina inclusa, sono
destinati a pagare un prezzo per questo e a ricevere un adeguato contrattacco”.
La reazione cinese, alquanto
dura, è maturata all’indomani dell’annuncio sudcoreano sulla scelta finale del
sito dove piazzare i sistemi antimissile entro la fine del 2017: Sengjiu, a 300
chilometri a sudest di Seul, in un campo da golf della conglomerata Lotte
Group.
I giudizi di Pechino si sono
progressivamente inaspriti dopo che Washington e Seul decisero a luglio di
andare avanti con l’operazione Thaad il cui scopo è scoraggiare nuove
intemperanze del governo di Pyongyang guidato da Kim Jong Un, che appena il 9 settembre
ha tenuto il quinto test nucleare. Per la Cina (e la Russia), il loro
dispiegamento può mettere a rischio ila sicurezza e alimentare le tensioni con
il Nord, piuttosto che rasserenare la situazione nella penisola coreana. “Come
ogni altro Paese, la Cina non può essere indifferente o vaga su questioni attinenti
alla sicurezza che impattano sui suoi interessi primari”, ha rimarcato ancora
il commento.
Giovedì, in conferenza stampa,
Yang Yujun, portavoce del ministero della Difesa, ha ribadito che la Cina non avrebbe
mai accettato “minacce alla sua sicurezza” in merito a un’apposita domanda
sulla vicenda Thaad. E venerdì, è stato il ministero degli Esteri, attraverso
il portavoce Geng Shuang, a rincarare la dose e a chiedere a Washington e Seul
di fermare l’iniziativa.
“Ribadiamo la nostra posizione
sull’installazione dei sistemi Thaad che non rispondono ai timori delle parti coinvolte,
non contribuiscono alla denuclearizzazione della penisola coreana e non aiutano
i processi di pace e stabilità”, ha affermato Geng nel resoconto ospitato dal
quotidiano del Popolo. Le tensioni tra Cina e Usa sul tema sono salite di
livello in settimana: prima le accuse americane contro la Dandong Honhxiang
Industrial Development, società accusata di commercio illegale con la Corea del
Nord anche id materiali utili per i programmi nucleari; poi l’audizione al
Congresso Usa di daniel Russel, sottosegretario di Stato per l’asia orientale,
sull’invio dei sistemi antimissile da completare “il più presto possibile”. C’è
la convinzione americana e sudcoreana che Pechino possa fare di più per frenare
il “tradizionale” e riottoso alleato. La Cina ha invece accusato gli Usa di alimentare
le tensioni nella penisola coreana.
Giornale di Sicilia
2 ottobre ’16
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