mercoledì 19 febbraio 2014

pc 19 febbraio - ENNESIMO AFFRONTO ALLA RESISTENZA, A NOVATE I FASCISTI DEL TERZO MILLENNIO ENTRANO NELLE ISTITUZIONI

Tutti contro la De Rosa ma ognuno per sé. E CasaPound entra in Aula

Novate, un flop le mozioni da destra e da sinistra. La De Rosa: "L'antifascismo è un valore di parte non della Costituzione. Si riconosca il mio lavoro"
Novate Milanese (Milano), 19 febbraio 2014 - Nemmeno l'ingresso della destra radicale nel parlamentino ha unito il consiglio comunale. Il «No a Casa Pound Italia» dei gruppi di governo (Pd, Siamo con Guzzeloni e Idv) non si allea con la «Condanna a ogni totalitarismo» sostenuta dai banchi opposti (Forza Italia, Lega Nord, Udc, Fratelli D’Italia). Maggioranza e minoranza hanno dibattuto le rispettive mozioni davanti ad un’Aula vuota. Il pubblico è stato messo alle porte, per ragioni di sicurezza.
Sotto il palazzo, neofascisti e antifascisti erano schierati gli uni contro gli altri, divisi da un muro di militari in divisa anti sommossa. I primi (una cinquantina) intervenuti a difendere il diritto di parola per tutti; gli altri (un centinaio) i valori della Resistenza e della Libertà.
Ma scontri in piazza, alla fine, non ce ne sono stati. L’alta tensione si è respirata in Aula. «Non siete né carne né pesce. Un ordine del giorno il vostro di chi non sa da che parte stare», l’attacco della lista civica per il sindaco Guzzeloni. «Angela De Rosa ha trovato la strada per uscire dalla vita politica novatese e lasciare dietro di sé un brutto ricordo» l’affondo.
«Il salto in direzione Casa Pound è un imbarbarimento che la città non merita», la dichiarazione della lista Uniti per Novate. Mentre per l’Udc «l’auspicio sarebbe stato quello di vedere votato un ordine del giorno condiviso da tutte le forze politiche». Che invece non c’è stato. «Occorre prendere atto della legittimità della scelta della De Rosa, alla quale va pertanto accordato lo spazio politico che le leggi vigenti le consentono: chi rispetta le regole della democrazia ha diritto ad occupare il posto che quelle regole le accordano, ancorché il giudizio politico possa essere fortemente contrario», sottolineano da Forza Italia.
La distanza fra gli uni e gli altri è incolmabile. In mezzo si fa largo, senza ostacoli, l’estrema destra. «L’antifascismo è un valore di parte, non riconosciuto dalla Costituzione, infatti, nessun articolo ne fa menzione - incalza De Rosa -. L’adesione a Casa Pound non è incompatibile con l’impegno politico e amministrativo precedente. Il lavoro svolto da assessore e riconosciuto positivo prima non si può archiviare oggi come se nulla fosse. In tema di democrazia e rispetto del voto popolare, il Pd non conosce la vergogna. Ha perso le elezioni e pur di governare si è alleato con Berlusconi che, per 20 anni, ha additato come il male assoluto del Paese, per non parlare dell’ultimo teatrino messo in scena da Renzi».
Discussi infine tutti gli altri ordini del giorno, 11 in totale. Verso mezzanotte i lavori della prima seduta consiliare con i voti di Casa Pound si sono conclusi.
monica.guerci@ilgiorno.net


 
Urla e cori per il Consiglio blindato, tensioni tra tra neofascisti e antagonisti

Antifascisti e neofascisti schierati gli uni contro gli altri a urlare cori, con le forze dell’ordine a dividerli. Tensione alle stelle lunedì sera per il Consiglio comunale che tornava in aula dopo la sospensione dei lavori già imposta il 4 febbraio dal rischio scontri. Il tema bollente: la ratifica del nuovo gruppo consiliare CasaPound Italia

Novate Milanese (Milano), 18 febbraio 2014 - Antifascisti e neofascisti schierati gli uni contro gli altri a urlare cori, con le forze dell’ordine a dividerli. Tensione alle stelle ieri sera per il Consiglio comunale che tornava in aula dopo la sospensione dei lavori già imposta il 4 febbraio dal rischio scontri. Il tema bollente: la ratifica del nuovo gruppo consiliare CasaPound Italia.
Alle 19.45 in aula si sono fronteggiate le camicie nere di CasaPound e le forze antifasciste locali, salite in municipio con primule e foto di partigiani da deporre sui banchi. La possibilità di farlo è stata negata loro dalle forze dell’ordine, che hanno fatto uscire tutti dall’aula per far cominciare il Consiglio con il pubblico messo alle porte. I contendenti sono ritrovati quindi faccia a faccia in via Veneto, con i carabinieri a contenere i neofascisti e la polizia a badare a Rifondatori e Anpi, pronti a far partire un corteo. Urla, cori e tensione, ma nessuno scontro fino al via libera della manifestazione, poco prima delle 21.30. Il movimento neofascista a Novate è di fatto ormai ufficialmente rappresentato, la sigla è apparsa formalmente anche sul sito web del Comune, elencata fra le forze politiche presenti nel parlamentino.

Aportare la voce della nuova destra Angela De Rosa, eletta all’opposizione nelle fila del Pdl. Dopo la scissione del partito e il suo distacco da Forza Italia, De Rosa, classe 1973, ha fondato il gruppo CasaPound quale unica rappresentante. Sia la maggioranza di centrosinistra sia la minoranza di centrodestra hanno presentato ieri sera ordini del giorno contrari al nuovo gruppo: entrambi sono stati approvati ma divisi, non condivisi. Il Pd ha anche invocato le dimissioni di De Rosa da presidente della Commisione Cultura.
«Ora e sempre Resistenza!», il coro incessante del collettivo «Antifa Novate» che, insieme alla Rete Antifascista del Nord Ovest e all’Anpi, ha protestato a gran voce «per difendere la Costituzione che sanziona chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo».
Non condivide la scelta dell’ex capogruppo De Rosa nemmeno Forza Italia che, insieme a Lega Nord, Udc e Fratelli d’Italia, ha appunto presentato un ordine del giorno di «condanna a ogni ideologia e partito antitetici ai valori della Costituzione».
«Non comprendo — ha dichiarato a margine della seduta Fernando Giovinazzi, consigliere comunale di Forza Italia — per quali ragioni fino a pochi giorni fa De Rosa, che condivideva i nostri stessi ideali e il modo di intendere gli interessi dei cittadini, abbia potuto così rapidamente abbracciare idee di un movimento politico molto distante dalle nostre posizioni. Quegli ideali non sono condivisibili».

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