Dopo Cuffaro, Lombardo…
Il secondo presidente della Regione più grande del paese,
che storicamente a contribuito con questo tipo di "voti" a tenere in
piedi tutti i governi, finisce in galera per mafia e la politica nazionale fa
finta di niente! Due presidenti che hanno governato con i partiti che attualmente
con vari nomi hanno sostenuto e sostengono i governi nazionali, Berlusconi,
Monti, Letta e il prossimo governo Renzi, senza nessuna legittimità nemmeno della loro "democrazia"...
Criminalità e politica. L'ex presidente della Sicilia
giudicato colpevole di concorso esterno dal Gup di Catania
Mafia, 6 anni e 8 mesi a Lombardo
"Me l'aspettavo", dice. E questa volta Raffaele Lombardo,
ex governatore della Sicilia, leader del Movimento per le autonomie, tradisce
il suo solito sangue freddo. Si vede che è turbato: ha le lacrime agli occhi e
il viso in fiamme. In un'aula del Tribunale di Catania il Gup Marina Rizza,
alle 18,03, al termine di una camera di consiglio durata cinque ore, lo ha
condannato a 6 anni e 8 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa con
la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici e un anno di libertà
vigilata. Una condanna pesante che chiude un processo con rito abbreviato e
fissa, seppur in primo grado, le responsabilità penali dell'ex governatore
siciliano. Finito nel 2010 in un'inchiesta sulla mafia etnea, denominata Iblis
e ritenuta tra le più importanti dell'ultimo trentennio: un lavoro enorme fatto
dal Ros dei carabinieri che ha documentato i rapporti all'ombra dell'Etna tra mafia,
imprenditoria e politica.
Il Gup non ha accolto la richiesta dell'accusa di condannare
l'ex presidente della Regione siciliana a dieci anni e ha considerato assorbito
nell'imputazione per concorso esterno il reato di voto di scambio aggravato dai
rapporti con esponenti mafiosi.
Un epilogo, questa condanna, che arriva al termine di un
procedimento caratterizzato da diversi colpi di scena. In un primo momento per
l'ex governatore e il fratello Angelo, allora deputato nazionale dell'Mpa, era
stato chiesto solo il processo per reato elettorale davanti al giudice monocratico.
Successivamente la Procura aveva anche presentato una richiesta di archiviazione
per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa per i fratelli Lombardo ma il Gip
Luigi Barone, dopo una breve camera di consiglio, aveva rigettato la richiesta
disponendo per i due l'imputazione coatta. Era il 29 marzo del 2012: qualche
mese dopo, con un rinvio a giudizio sulle spalle, Lombardo si è dimesso da
presidente della Regione. E certo serve a poco l'assoluzione dell'ex governatore
per il capo d'imputazione relativo ai rapporti con il clan mafioso dei Capello
considerato che secondo il Gup sono stati ritenuti provati i contatti dell'ex presidente
della Regione siciliana con esponenti di Cosa nostra. Lombardo, che si è sempre
proclamato innocente, non si arrende "Non frinisce qui seguiremo tutte le
strade legali per dimostrare la mia innocenza". Mentre il capo della
Procura di Catania Giovanni Salvi sottolinea il rilievo della sentenza e
soprattutto del lavoro fatto dai magistrati: per la vicenda Lombardo la procura
etnea, rima dell'arrivo di Salvi, era tornata a spaccarsi. "Abbiamo fatto un
lavoro importante – ha detto Salvi dopo la sentenza -, con una procura unita
che ottiene un bel risultato sul piano di quanto fatto. Oggi è avvenuto un
fatto storico si ha per la prima volta la condanna per concorso esterno in
associazione mafiosa per un presidente della Regione siciliana. Frutto di un
lavoro importante che ha avuto anche collaboratori importanti".
Il Gup ha rinviato a giudizio il fratello dell'ex presidente,
angelo, imputato degli stessi reati: il processo col rito ordinario si aprirà
il 4 giugno. Il giudice ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura
per valutare la posizione di Mario Ciancio Sanfilippo, editore del quotidiano
catanese La Sicilia.
Il sole 24 ore
20 febbraio 2014
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