Alla fine il “terremoto” che
qualche politico già paventava è arrivato davvero! L'astensione è
stata del 53%, un dato che fa storia nelle elezioni regionali e forse
in quelle di tutto il paese. I timori di tutti i partiti, della
chiesa, degli intellettuali alla Camilleri, ecc. ecc. si sono
trasformati in dati ufficiali e non si è superato il “quorum”:
anche dal punto di vista della democrazia borghese, sono
“democratiche” queste elezioni? Le istituzioni borghesi!... chi
rappresenta chi ha il voto di circa 600.000 siciliani su 4 milioni e
400.000! Un voto che è l'effetto dello schifo che la maggioranza dei
siciliani prova per i politici e i loro governi regionali. Le frasi
che in questi casi si sentono in giro sono diventate realtà: “non
se ne può più, se ne devono andare tutti, sono tutti ladri, ecc.”
Non è stato un voto di “sterile protesta”, è “astensione
attiva” come hanno riconosciuto in diversi.
Nemmeno aver infarcito di sindacalisti
le liste, è servito a far alzare il “gradimento” dei siciliani
per questo marciume: certo i sindacalisti di mestiere sono andati a
prendersi la “meritata” poltrona. Come lo stesso capo del Pd Lupo
e Cocilovo (area D'Antoni) tutti Cisl, o quelli della Cgil: Maggio,
Panarello, Marziano e Raia. Mentre sono rimasti fuori quelli che
hanno fatto carriera sugli operai Gesip e PiP, e il trombone della
Uil La Torre.
L'incursione della Marano, poi,
sindacalista Fiom, con i suoi risultati mostra quanto queste persone
siano in sintonia con il “sentire del popolo”! E la Cgil li batte
tutti: “Ha vinto il cambiamento” ha detto il reggente regionale!
Ma gridare entusiasticamente al
cambiamento e alla vittoria, come fa Bersani, significa “Essere
nelle sabbie mobili e non accorgersene – come dice il direttore del
sole 24 ore - Le reazioni sono singolari, soprattutto quelle di chi
ritiene di aver vinto. Sono reazioni tipiche di un ceto politico
troppo ripiegato su se stesso per riuscire a leggere la realtà.”
La realtà della rabbia popolare determinata dal malaffare, dalla
disoccupazione, dalla malasanità, dai giovani e dalle donne
abbandonati a se stessi, dalle famiglie senza una casa, dalle scuole
che non ci sono, dalla rapina generale ai danni delle popolazioni,
degli ultimi posti in tutte le classifiche, ecc. ecc...
Per cambiare questa realtà non basterà
certo cambiare la faccia di... Lombardo con quella del devotissimo
alla madonna Crocetta, perché in Sicilia non c'è un
“centro-sinistra”, parole che non significano proprio niente,
servono solo ad ingannare le masse, c'è un blocco di rappresentanti
della borghesia e della piccola borghesia che “amministra” la
cosa pubblica in nome e per conto dei padroni e di se stessi riuniti,
nelle occasioni elettorali, in “coalizioni”.
Queste “coalizioni” dunque si sono
divisi il resto dei voti “validi”:
- Pd-Udc-Mp-Unione consumatori
- Pdl- Pid,Cantiere Popolare, Musumeci presidente, Adc
- Movimento 5 stelle
- PdS - Mpa; Grande Sud; Fli - Ppa
I partiti in generale e al di fuori
delle coalizioni sono al livello più basso di sempre; l'Italia dei
Valori di Di Pietro, il partito di Fini, o la Federazione della
Sinistra non hanno nemmeno superato il 5% e non hanno preso seggi.
Avremo quindi un'assemblea regionale
piena di deputati, sette dei quali indagati, nella sostanza di
provenienza democristiana, cuffariani, fascisti di Alleanza
Nazionale, del partito socialista, con tanti “figli d'arte” a
cominciare dal figlio di Lombardo, il “pescespada” di 24 anni,
tanti “fedelissimi di Lombardo”, e l'allegra e variegata brigata
dei grillini fatta di imprenditori e impiegati più o meno
“biologici”.
Un'assemblea già delegittimata,
abbiamo detto, non solo perché i partiti che dovrebbero governare
sono esattamente quelli di prima, con alle spalle le politiche
antipopolari, che impoverisce le masse popolari e arricchisce
padroni, politici e mafiosi, ma questa volta anche dal voto. Quindi
non c'è niente di nuovo. O il nuovo sarebbe Mirello Crisafulli del
Pd, chiacchierato “amico del boss” di Enna come viene definito in
un libro, o Lino Leanza, ex democristiano praticamente da sempre in
parlamento?
Davanti a quale governo dunque si
troveranno i proletari e le masse popolari della Regione Sicilia
dopo le elezioni? Non si sa ancora dato che Crocetta, nuovo
presidente della Regione, può contare solo su 30 deputati su 90.
E' chiaro, a detta di tutti, e a
prescindere da quello che dice Crocetta come la fesseria della
“maggioranza bulgara”, che per governare si devono fare accordi,
trovare alleanze ecc. ecc. E si parla già di “grande coalizione,”
e forse in questo ha ragione il volpone della Cisl siciliana,
Bernava: “un'epoca si è chiusa”, ora "Serve
un accordo di emergenza istituzionale che coinvolga governo,
opposizione, sindaci, sindacati e imprese...”.
Insomma, la stessa ammucchiata antipopolare e antioperaia, portata in
piazza il 1° marzo dell'anno scorso a sostegno delle piccole e medie
imprese, con la benedizione di Bonanni.
Ma davvero qualcuno può pensare dopo
queste elezioni che i siciliani vogliono essere governati da chi
appoggia il governo Monti? Hanno proprio ragione quelli che dicono
che i politici non capiscono e davanti allo “spread democratico”,
“il sistema sembra volersi suicidare” (il sole 24 ore)! Si deve
trattare però di un “suicidio assistito” da una classe operaia
che deve passare dalla protesta elettorale alla protesta di piazza,
ma soprattutto all'organizzazione sindacale e politica.
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