mercoledì 31 ottobre 2012

pc 31 ottobre - Elezioni in Sicilia... la paura è diventata realtà!


Alla fine il “terremoto” che qualche politico già paventava è arrivato davvero! L'astensione è stata del 53%, un dato che fa storia nelle elezioni regionali e forse in quelle di tutto il paese. I timori di tutti i partiti, della chiesa, degli intellettuali alla Camilleri, ecc. ecc. si sono trasformati in dati ufficiali e non si è superato il “quorum”: anche dal punto di vista della democrazia borghese, sono “democratiche” queste elezioni? Le istituzioni borghesi!... chi rappresenta chi ha il voto di circa 600.000 siciliani su 4 milioni e 400.000! Un voto che è l'effetto dello schifo che la maggioranza dei siciliani prova per i politici e i loro governi regionali. Le frasi che in questi casi si sentono in giro sono diventate realtà: “non se ne può più, se ne devono andare tutti, sono tutti ladri, ecc.” Non è stato un voto di “sterile protesta”, è “astensione attiva” come hanno riconosciuto in diversi.

Nemmeno aver infarcito di sindacalisti le liste, è servito a far alzare il “gradimento” dei siciliani per questo marciume: certo i sindacalisti di mestiere sono andati a prendersi la “meritata” poltrona. Come lo stesso capo del Pd Lupo e Cocilovo (area D'Antoni) tutti Cisl, o quelli della Cgil: Maggio, Panarello, Marziano e Raia. Mentre sono rimasti fuori quelli che hanno fatto carriera sugli operai Gesip e PiP, e il trombone della Uil La Torre.
L'incursione della Marano, poi, sindacalista Fiom, con i suoi risultati mostra quanto queste persone siano in sintonia con il “sentire del popolo”! E la Cgil li batte tutti: “Ha vinto il cambiamento” ha detto il reggente regionale!

Ma gridare entusiasticamente al cambiamento e alla vittoria, come fa Bersani, significa “Essere nelle sabbie mobili e non accorgersene – come dice il direttore del sole 24 ore - Le reazioni sono singolari, soprattutto quelle di chi ritiene di aver vinto. Sono reazioni tipiche di un ceto politico troppo ripiegato su se stesso per riuscire a leggere la realtà.” La realtà della rabbia popolare determinata dal malaffare, dalla disoccupazione, dalla malasanità, dai giovani e dalle donne abbandonati a se stessi, dalle famiglie senza una casa, dalle scuole che non ci sono, dalla rapina generale ai danni delle popolazioni, degli ultimi posti in tutte le classifiche, ecc. ecc...

Per cambiare questa realtà non basterà certo cambiare la faccia di... Lombardo con quella del devotissimo alla madonna Crocetta, perché in Sicilia non c'è un “centro-sinistra”, parole che non significano proprio niente, servono solo ad ingannare le masse, c'è un blocco di rappresentanti della borghesia e della piccola borghesia che “amministra” la cosa pubblica in nome e per conto dei padroni e di se stessi riuniti, nelle occasioni elettorali, in “coalizioni”.

Queste “coalizioni” dunque si sono divisi il resto dei voti “validi”:
  • Pd-Udc-Mp-Unione consumatori
  • Pdl- Pid,Cantiere Popolare, Musumeci presidente, Adc
  • Movimento 5 stelle
  • PdS - Mpa; Grande Sud; Fli - Ppa

I partiti in generale e al di fuori delle coalizioni sono al livello più basso di sempre; l'Italia dei Valori di Di Pietro, il partito di Fini, o la Federazione della Sinistra non hanno nemmeno superato il 5% e non hanno preso seggi.
Avremo quindi un'assemblea regionale piena di deputati, sette dei quali indagati, nella sostanza di provenienza democristiana, cuffariani, fascisti di Alleanza Nazionale, del partito socialista, con tanti “figli d'arte” a cominciare dal figlio di Lombardo, il “pescespada” di 24 anni, tanti “fedelissimi di Lombardo”, e l'allegra e variegata brigata dei grillini fatta di imprenditori e impiegati più o meno “biologici”.

Un'assemblea già delegittimata, abbiamo detto, non solo perché i partiti che dovrebbero governare sono esattamente quelli di prima, con alle spalle le politiche antipopolari, che impoverisce le masse popolari e arricchisce padroni, politici e mafiosi, ma questa volta anche dal voto. Quindi non c'è niente di nuovo. O il nuovo sarebbe Mirello Crisafulli del Pd, chiacchierato “amico del boss” di Enna come viene definito in un libro, o Lino Leanza, ex democristiano praticamente da sempre in parlamento?

Davanti a quale governo dunque si troveranno i proletari e le masse popolari della Regione Sicilia dopo le elezioni? Non si sa ancora dato che Crocetta, nuovo presidente della Regione, può contare solo su 30 deputati su 90.
E' chiaro, a detta di tutti, e a prescindere da quello che dice Crocetta come la fesseria della “maggioranza bulgara”, che per governare si devono fare accordi, trovare alleanze ecc. ecc. E si parla già di “grande coalizione,” e forse in questo ha ragione il volpone della Cisl siciliana, Bernava: “un'epoca si è chiusa”, ora "Serve un accordo di emergenza istituzionale che coinvolga governo, opposizione, sindaci, sindacati e imprese...”. Insomma, la stessa ammucchiata antipopolare e antioperaia, portata in piazza il 1° marzo dell'anno scorso a sostegno delle piccole e medie imprese, con la benedizione di Bonanni.

Ma davvero qualcuno può pensare dopo queste elezioni che i siciliani vogliono essere governati da chi appoggia il governo Monti? Hanno proprio ragione quelli che dicono che i politici non capiscono e davanti allo “spread democratico”, “il sistema sembra volersi suicidare” (il sole 24 ore)! Si deve trattare però di un “suicidio assistito” da una classe operaia che deve passare dalla protesta elettorale alla protesta di piazza, ma soprattutto all'organizzazione sindacale e politica.

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