Anche se i numeri dati alla stampa
dagli organizzatori del No Monti Day sono decisamente gonfiati, 100 mila tra
lavoratori, precari, studenti, hanno formato un significativo corteo a Roma.
Usb, Cobas confederazione, Rete
28april hanno riunito in piazza un vasto arco dell'opposizione sociale e
politica al governo per dirottarlo però sul binario morto dell'illusione
elettoralista.
Un'ennesima passeggiata del sabato
pomeriggio a Roma, altro che seguire l'esempio dell'assedio ai Palazzi del
potere politico come è successo ad Atene e Madrid!
Il massiccio servizio d'ordine di
Usb e Cobas confederazione ha avuto lo scopo di prevenire ed evitare un altro
"15 ottobre", consegnando invece alla sinistra ex parlamentare in bancarotta e
al partito di Di Pietro le lotte sociali che si stanno facendo dentro una
rituale piattaforma sindacale-politica.
Mai come in questo caso è evidente
che, ancora una volta,"il nemico marcia sempre alla tua
testa"!
Come abbiamo già scritto a proposito
del comitato No-debito, è una linea illusoria nelle intenzioni e elettoralista
nella pratica, che punta a frenare - invece che attrarre - le spinte di
ribellione e scontro che vengono dai movimenti di opposizione che già esistono,
pur ancora insufficienti e disperse.
Dietro la valutazione dei rapporti
di forza, l'enfasi sull'unità dal basso e trasversale di tutte le opposizioni,
la lotta all'avventurismo di piazza, si nasconde un opportunismo che allontana
la prospettiva dello sciopero politico via via che si avvicina la
campagna
elettorale.
Ancora una volta, come è successo il
15 ottobre dell'anno scorso, sono stati gli studenti, invece, a indicare
un'altra strada nel momento in cui hanno preferito proseguire il corteo per
andare a bloccare le tangenziale invece che ascoltare i comizi dal
palco.
Mancava una significativa presenza
di realtà di operai, si contavano sulle dita le delegazioni dalle fabbriche:
Ilva e Mirafiori essenzialmente.
Riguardo l'Ilva, Usb e altre realtà di Taranto i:
l'intervento riservato a F. Rizzo nel comizio conclusivo, per quel poco che si è
potuto capire a causa della pessima amplificazione, ha riproposto un per uno
tutti i luoghi comuni dell'ambientalismo non di classe sulla fabbrica che produce
"acciaio per tutti, tumori per i tarantini" per cui gli operai diventano quasi
un prolungamento dannoso degli impianti invece che i protagonisti necessari
perchè si possa vincere la lotta contro governo e padroni e imporre la messa a
norma della fabbrica e le bonifiche ambientali a carico del padrone e la difesa
di salute e lavoro. Su questa importante lotta operaia a Taranto che riguarda
tutta la classe operaia abbiamo fatto una visibile affissione di locandine con
le parole d'ordine: "nocivo è il Capitale, non la fabbrica" e "operai in
fabbrica, padroni in galera!". Su questa lotta vogliamo una manifestazione
nazionale
Tornando alla manifestazione, altra
nota positiva è stata il grosso spezzone di immigrati raccolti dal
movimento per la casa che arrivato in piazza ha avvicinato senza timore lo
schieramento di blindati e polizia antisommossa, costringendoli ad arretrare
dietro gli archi di accesso alla piazza.
La variante "sinistra" del
sindacalismo del cartello No Debito è espressione di un ceto sindacale e
politico che punta alla conciliazione, altro che alternativo all'asse
CGIL-PD!
Sulla necessità di intraprendere
un’altra strada la squadra di propaganda di proletari comunisti ha insistito,
sono stati diffusi volantini e l'ultimo numero del giornale dentro al corteo,
sono state affisse massicciamente locandine al concentramento e a piazza S.
Giovanni.
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Una manifestazione numericamente riuscita, che ha riunito in piazza un vasto
arco dell'opposizione sociale e politica al governo, ma scarsamente incisiva
e poco combattiva.Mancava una significativa presenza di realtà di operai, si
contavano sulle dita le delgazioni dalle fabbriche.
Mancava, soprattutto, la coscienza che solo lo scontro e braccio di ferro prolungato, che giungano a forme di rivolta sociale generalizzata,possono effettivamente fermare la mano del governo di "dittatura
tecnica" e fascismo padronale, con la sua agenda di scaricamento dei costi della crisi su proletari e masse.
Invece, fin dall'appello e lungo tutta la fase di costruzione della manifestazione, gli organizzatori del No Monti Day, hanno chiarito di voler andare per una strada differente, prima di tutto prevenire ed
evitare un altro "15 ottobre", poi continuare a coltivare in forme usuali il loro percorso di unificazione dell'opposizione intorno a una piattaforma sindacale-politica "alta", da consegnare a un nuovo attore
politico, ancora tutto da costruire.
Un'annotazione negativa particolare merita la presenza dell'USB Ilva diTaranto, due striscioni ma dietro giusto gli operai necessari a tenerli; tanta enfasi, tutti ne hanno salutato la presenza negli interventi dai
furgoni lungo il corteo
Mancava, soprattutto, la coscienza che solo lo scontro e braccio di ferro prolungato, che giungano a forme di rivolta sociale generalizzata,possono effettivamente fermare la mano del governo di "dittatura
tecnica" e fascismo padronale, con la sua agenda di scaricamento dei costi della crisi su proletari e masse.
Invece, fin dall'appello e lungo tutta la fase di costruzione della manifestazione, gli organizzatori del No Monti Day, hanno chiarito di voler andare per una strada differente, prima di tutto prevenire ed
evitare un altro "15 ottobre", poi continuare a coltivare in forme usuali il loro percorso di unificazione dell'opposizione intorno a una piattaforma sindacale-politica "alta", da consegnare a un nuovo attore
politico, ancora tutto da costruire.
Un'annotazione negativa particolare merita la presenza dell'USB Ilva diTaranto, due striscioni ma dietro giusto gli operai necessari a tenerli; tanta enfasi, tutti ne hanno salutato la presenza negli interventi dai
furgoni lungo il corteo
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