lunedì 29 ottobre 2012

pc 29 ottobre - Tornando sulla manifestazione di Roma.. commenti di compagni di proletari comunisti presenti al corteo

Anche se i numeri dati alla stampa dagli organizzatori del No Monti Day sono decisamente gonfiati, 100 mila tra lavoratori, precari, studenti, hanno formato un significativo corteo a Roma.
Usb, Cobas confederazione, Rete 28april hanno riunito in piazza un vasto arco dell'opposizione sociale e politica al governo per dirottarlo però sul binario morto dell'illusione elettoralista.
Un'ennesima passeggiata del sabato pomeriggio a Roma, altro che seguire l'esempio dell'assedio ai Palazzi del potere politico come è successo ad Atene e Madrid!
Il massiccio servizio d'ordine di Usb e Cobas confederazione ha avuto lo scopo di  prevenire ed evitare un altro "15 ottobre", consegnando invece alla sinistra ex parlamentare in bancarotta e al partito di Di Pietro le lotte sociali che si stanno facendo dentro una rituale piattaforma sindacale-politica.
Mai come in questo caso è evidente che, ancora una volta,"il nemico marcia sempre alla tua testa"!
Come abbiamo già scritto a proposito del comitato No-debito, è una linea illusoria nelle intenzioni e elettoralista nella pratica, che punta a frenare - invece che attrarre - le spinte di ribellione e scontro che vengono dai movimenti di opposizione che già esistono, pur ancora insufficienti e disperse.
Dietro la valutazione dei rapporti di forza, l'enfasi sull'unità dal basso e trasversale di tutte le opposizioni, la lotta all'avventurismo di piazza, si nasconde un opportunismo che allontana la prospettiva dello sciopero politico via via che si avvicina la campagna elettorale.
Ancora una volta, come è successo il 15 ottobre dell'anno scorso, sono stati gli studenti, invece, a indicare un'altra strada nel momento in cui hanno preferito proseguire il corteo per andare a bloccare le tangenziale invece che ascoltare i comizi dal palco.
Mancava una significativa presenza di realtà di operai, si contavano sulle dita le delegazioni dalle fabbriche: Ilva e Mirafiori essenzialmente.
Riguardo l'Ilva, Usb e altre realtà di Taranto i: l'intervento riservato a F. Rizzo nel comizio conclusivo, per quel poco che si è potuto capire a causa della pessima amplificazione, ha riproposto un per uno tutti i luoghi comuni dell'ambientalismo non di classe sulla fabbrica che produce "acciaio per tutti, tumori per i tarantini" per cui gli operai diventano quasi un prolungamento dannoso degli impianti invece che i protagonisti necessari perchè si possa vincere la lotta contro governo e padroni e imporre la messa a norma della fabbrica e le bonifiche ambientali a carico del padrone e la difesa di salute e lavoro. Su questa importante lotta operaia a Taranto che riguarda tutta la classe operaia abbiamo fatto una visibile affissione di locandine con le parole d'ordine: "nocivo è il Capitale, non la fabbrica" e "operai in fabbrica, padroni in galera!". Su questa lotta vogliamo una manifestazione nazionale
Tornando alla manifestazione, altra nota positiva è stata il grosso spezzone di immigrati raccolti dal movimento per la casa che arrivato in piazza ha avvicinato senza timore lo schieramento di blindati e polizia antisommossa, costringendoli ad arretrare dietro gli archi di accesso alla piazza.
La variante "sinistra" del sindacalismo del cartello No Debito è espressione di un ceto sindacale e politico che punta alla conciliazione, altro che alternativo all'asse CGIL-PD!
Sulla necessità di intraprendere un’altra strada la squadra di propaganda di proletari comunisti ha insistito, sono stati diffusi volantini e l'ultimo numero del giornale dentro al corteo, sono state affisse massicciamente locandine al concentramento e a piazza S. Giovanni.

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Una manifestazione numericamente riuscita, che ha riunito in piazza un vasto arco dell'opposizione sociale e politica al governo, ma scarsamente incisiva e poco combattiva.Mancava una significativa presenza di realtà di operai, si contavano sulle dita le delgazioni dalle fabbriche.
Mancava, soprattutto, la coscienza che solo lo scontro e braccio di ferro prolungato, che giungano a forme di rivolta sociale generalizzata,possono effettivamente fermare la mano del governo di "dittatura
tecnica" e fascismo padronale, con la sua agenda di scaricamento dei costi della crisi su proletari e masse.
Invece, fin dall'appello e lungo tutta la fase di costruzione della manifestazione, gli organizzatori del No Monti Day, hanno chiarito di voler andare per una strada differente, prima di tutto prevenire ed
evitare un altro "15 ottobre", poi continuare a coltivare in forme usuali il loro percorso di unificazione dell'opposizione intorno a una piattaforma sindacale-politica "alta", da consegnare a un nuovo attore
politico, ancora tutto da costruire.


Un'annotazione negativa particolare merita la presenza dell'USB Ilva diTaranto, due striscioni ma dietro giusto gli operai necessari a tenerli; tanta enfasi, tutti ne hanno salutato la presenza negli interventi dai
furgoni lungo il corteo

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