sabato 1 settembre 2012

pc 1 settembre - proletari comunisti ILVA: "PANE E VELENO"

Il nuovo presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, ogni giorno sta girando in una mensa diversa, si presenta in “maniche di camicia”, e “molto democratico” mangia con i lavoratori, e intanto parla agli operai per fare propaganda, da piazzista della politica dell'azienda, e soprattutto chiamare gli operai a sostenerlo.
Il servo che accompagna questa politica è soprattutto la Cisl.
Emblematico è quanto è successo giovedì scorso: Ferrante si presenta in mensa e fa il suo discorsetto, facendo appello ai sindacati a collaborare; si alza un rappresentante della Cisl e da buon servo dice: ma noi abbiamo già organizzato delle manifestazioni... Ferrante, da buon padrone, risponde: certo, però ora si tratta di lavorare... E spiega agli operai che la produzione sia pur riducendola un pò, deve continuare, altrimenti dove li trova l'azienda i soldi da investire per la messa a norma degli impianti? Tradotto, operai se volete che l'Ilva faccia qualche piccolo intervento per la vostra salute, voi ve lo dovete pagare col vostro lavoro e continuando a mettere a rischio la salute...

In effetti, un operaio dello Slai cobas per il sindacato di classe dell'Acciaieria 1 dice che stanno continuando a lavorare più o meno come prima, sono al 75% della produzione, da 50 colate di prima, ora sono passati solo a 43/44 colate; ma questo calo è meno di quello che avviene durante la manutenzione ordinaria.
Se qualche tempo fa – continua l'operaio – ci sono voluti ben 5 mesi per cambiare solo il sedile difettoso della gru su cui lavoravo, quanti anni ci metteranno per mettere in sicurezza interi impianti, per rinnovare gli impianti vecchi?
A Ferrante, quando viene in mensa, dovremmo fargli mangiare fettina di carne impanata di polvere di minerale... “pane e veleno!”.

Questo rilancia la palla dello scontro di classe dentro la fabbrica e la centralità, per la battaglia per la salute e la vita degli operai e della popolazione dei quartieri, dell'azione di lotta degli operai contro padron Riva e lo Stato dei padroni.
Ferrante propaganda una disponibilità di intervento che è, per soldi e per lavori, quasi una normale manutenzione; mentre rilascia interviste di buoni propositi continua ad immettere nell'aria come prima polveri sottili e scarichi altamente nocivi; dice di voler anche rispettare le prescrizioni della giud. Todisco ma intanto fa gli interventi secondo i suoi piani (e quelli di Governo e Regione) – vedi la questione dei parchi minerali che la prescrizione parla di copertura e l'Ilva sta per intervenire invece con la costruzione al alte barriere e la irrogazione con un sostanza gelatinosa (una vera sciocchezza, come dicono gli stessi operai), ecc.

La messa a norma non si farà realmente, e non basteranno certo giudici o custodi a imporla, se gli operai - affermando nei fatti con l'organizzazione sindacale di classe un'autonomia da sindacati aziendalisti e dall'ambientalismo ambiguo che contrasta proprio il ruolo degli operai – non la impongono con la lotta. Sono gli operai che, tra l'altro hanno da dire e dare indicazioni effettive, che, organizzati nello slai cobas, devono essere protagonisti della messa a norma; così come devono esercitare un controllo continuo sugli interventi da fare e fatti, e chiedere una continua relazione con loro da parte degli stessi “custodi” nominati dalla Todisco, e tecnici. Nessuna “collaborazione”! Gli operai devono fare una “guerriglia” quotidiana! E questo, ora, deve essere anche il loro concreto contributo alla battaglia della popolazione della città.

MC 

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