5 agosto
0ggi si vive in fabbrica un clima di attesa, si aspetta il verdetto del riesame, per sapere se il sequestro prosegue e le operazioni di fermo degli impianti vanno avanti, oppure se siamo di fronte ad una nuova decisione - il riesame dovrebbe esprimersi entro mercoledì.
Gli operai intanto in fabbrica si preparano a rispondere a queste decisioni, se il riesame conferma il sequestro, si respira aria di rivolta.
Lo slai cobas ilva con la parola d'ordine 'operai in fabbrica, padroni in galera' è dentro questa realtà e si sta organizzando per giovedì per rispondere a ogni situazione.
Intanto un altro filone d'inchiesta quello per corruzione, ha reso pubblico, quello che noi in prima persona già sappiamo e denunciamo, ma per il quale non abbiamo avuto finora prove documentarie e testimonianze, anche quelli che in tutti gli ambienti ci hanno informato poi non si sono voluti esporre.
Lo slai cobas è una delle principali vittime di questa attività di corruzione, perchè nel processo Nuova Siet-ILVA da noi intentato e vinto con slai cobas e 150 operai come parte civile,con condanna di Riva a quattro anni - condana che lo avrebbe già portato in galera molto prima - la corte di appello ha annullato la sentenza e fatto in modo che questo verdetto arrivasse il più tardi possibile, con la conseguenza che quando abbiamo rivinto in Cassazione, con nuova condanna a Riva questa non era eseguibile per intervenuta prescrizione.
Il passaggio alla Corte di appello e la sentenza sono il frutto dell'attività di corruzione del dirigente Archinà verso il giudice, lo sappiamo con certezza ma eravamo i soli a dirlo pubblicamente.
La corruzione riguarda inoltre politici, giudici, funzionari, sindacalisti....
Un primo elenco di nomi lo produrremo, confortati da questa inchiesta molto presto.
Ci sono novità anche sul fronte sindacale, alcuni delegati operai ex fiom con centinaia di operai al seguito, avevano aderito alla cisl dopo aver partecipato ad assemblee con lo slai cobas, perchè volevano per agire una copertura sindacale, che attualmente lo slai cobas non poteva garantire, promettendo che il passaggio sarebbe venuto in occasione delle elezioni rsu, noi naturalmente non abbiamo condiviso questa scelta e l'abbiamo criticata anche pubblicamente- alcuni di questi hanno partecipato alla contestazione di giovedì scorso e in particolare Rizzo - uno dei più noti insieme a Ranieri che il 12 luglio dopo un periodo di iscrizione allo slai cobas - fortemente contrastato in azienda da padrone e capi con persecuzione sistematica - ha seguito la scelta di Rizzo.
Ebbene ieri la cisl ha sospeso Rizzo dal sindacato, per aver partecipato alla contestazione.. quindi questa strada entrista di copertura è giunta al termine. Ora si potrà comprendere che c'è un solo modo per proseguire l'attività in fabbrica che è quella che avevano già seguito all'inizio - costruire il cobas e battersi per il suo riconoscimento sino alla battaglia per le rsu.
Si riunito oggi in una lunga riunione il comitato provinciale dello slai cobas per valutare la situazione ed
esaminare il da farsi. La riunione ha definito il piano di azione immediato in fabbrica, sui posti di lavoro e in città e ha visto anche aspetti critici e autocritici in relazione alla manifestazione di giovedì scorso, che sono tradotti in documenti e volantini che il Cobas diffonderà in fabbrica e in città e che verranno via, via esposti anche in internet. Lo slai cobas parteciperà con operai e militanti all'attività del Comitato lavoratori e cittadini liberi e pensanti' che ha portato avanti la contestazione di giovedì 2 agosto, accettando le regole interne del comitato per sostenere con forza la linea di classe- contrastando le posizioni interclassiste e puramente ambientaliste presenti nel comitato stesso.
Intanto è immediatamente partita la campagna contro le denunce
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe esprime massima solidarietà ai 41 cittadini e operai denunciati
per le contestazioni durante la manifestazione di giovedì 2 agosto.E' impensabile che in un momento decisivo per le sorti di una città intera non soltanto si impedisca di parlare,ma si cerchi anche di intimorire attraverso una serie di denunce coloro che legittimamente si ribellano.In una democrazia il diritto alla parola è sacrosanto,esattamente come il diritto alla salute e al lavoro.Consideriamo indegno e incomprensibile il comportamento della magistratura e della polizia proprio mentre vengono alla luceaccordi scellerati tra i riva e dirigenti ilvae coloro che erano preposti per i controlli,le mazzette a scapito della sicurezza e la salute dei cittadini.Gli stessi operai avvelenati e sfruttati a cui non è stata data la parola, vengono ora denunciati,come a completare quel clima dicorruzione e intimidazione che ha portato a questa situazione.La nostra posizione èOPERAI IN FABBRICA RIVA E GLI ALTRI CRIMINALI IN GALERA !SLAI COBAS per il sindacato di classe IlvaTaranto 5.8.12
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