martedì 17 aprile 2012

Ravenna: la vostra repressione non ci fa paura!




Ravenna: la vostra repressione non ci fa paura!

Un corteo di compagni antifascisti e antirazzisti ha rotto il clima da stato di polizia che da giorni Questura, Prefettura e Istituzioni hanno creato a Ravenna dopo l'omicidio di un giovane immigrato tunisino da parte di un carabiniere.

Continuare le mobilitazioni per la verità e giustizia per Hamdi ha significato necessariamente rompere i diktat, i divieti, le intimidazioni e le pressioni che in questi giorni hanno cercato d'impedire la continuità delle manifestazioni di rabbia della comunità tunisina e la solidarietà ad essi, con la Questura che è arrivata fino al punto di autorizzare il corteo xenofobo dei nazifascisti di FN che, solo per la mobilitazione dei compagni antifascisti, ha successivamente vietato.

Le Istituzioni volevano fare passare l'unico messaggio e l'unica verità (la loro) e cioè la solidarietà ai carabinieri e far tacere invece la voce degli immigrati e degli antirazzisti che hanno denunciato le violenze poliziesche antimmigrati avvenute in questa città, il "razzismo democratico" di questa amministrazione e il razzismo quotidiano istigato da una legislazione xenofoba.

I fatti. Il corteo è partito tranquillo, con qualche slogan che ha ribadito che l'uccisione del giovane tunisino è un omicidio di Stato e che i neonazisti non devono parlare, è stato immediatamente blindato da polizia con caschi, scudi e manganelli. Arrivati in piazza del Popolo ci hanno ordinato di disperderci perchè la manifestazione non era autorizzata. Mentre i compagni si stavano allontanando verso la stazione per riprendere i mezzi, ci hanno circondati, strappato dalle mani lo striscione e il megafono, ci hanno spintonato ed impedito qualunque via di fuga per poi portarci, una ventina di compagni antifascisti, in Questura, dove siamo stati identificati e rilasciati in tarda notte.

Nessuna notifica ma la Questura parla di denunce che arriveranno per corteo non autorizzato e fogli di via per qualche compagno.

"Il razzismo e il silenzio uccidono quanto i carabinieri" era scritto sullo striscione e, aggiungiamo, portano dritti dritti allo stato di polizia.

Il nostro 25 aprile è una lotta quotidiana e obbiettivo da realizzare.

Contro fascisti e stato di polizia ora e sempre Resistenza!


proletari comunisti-Ravenna


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