Si è aperto questa mattina il processo Fibronit di Broni.
A Voghera,
presso la piscina comunale “Dagradi”, ha preso il via il processo ai
vertici della Fibronit (del responsabile dello stabilimento Maurizio
Modena e dei consiglieri di amministrazione susseguitisi nel tempo,
Dino Augusto Stringa, Teodoro Manara, Michele Cardinale, Lorenzo Mo,
Claudio Dal Pozzo, Giovanni Boccini, Guglielma Capello, Domenico
Salvino e Alvaro Galvani). Per tutti loro l’accusa di disastro doloso,
omissione dolosa delle norme antinfortunistiche, omicidio colposo
plurimo e lesioni colpose. In pratica questi “signori” si sono
macchiati della morte di 374 operai, e non solo, e di altri 200
ammalatesi di mesotelioma (dati approssimativi e parziali, visto che
ogni anno l’ex fabbrica di amianto “produce” 52 vittime e 58 nuovi
casi). Insomma un altro processo epocale dopo quello di Casale
Monferrato contro Eternit. Un processo che si apre tra difficoltà e
ostacoli messe in campo dagli autori di questa carneficina, udienza a
porte chiuse; alcuni imputati hanno chiesto il rito abbreviato e
relative analisi epidemiologiche; tentativi di sciacallaggio da parte
di alcuni avvocati “a sostegno” della costituzione parte civile; la
decisione del Giudice di quanti verranno ammessi alla costituzione
parte civile; ma anche un processo che si apre con la determinazione
delle varie Associazioni Famigliari-Esposti amianto-Ambientaliste, che
si sono battute in questi anni per portare sul banco degli imputati i
padroni Assassini ma anche le connivenze istituzionali –Asl-Regione-ecc
che hanno coperto questo genocidio di massa (il più grande della
Lombardia) e che oggi, ipocriticamente, vorrebbero costituirsi parte
civile. Ipocrisia a cui si è unito il Ministro “tecnico” Balduzzi che
il 3 aprile aveva promesso interventi immediati per le bonifiche,
quando nei fatti su circa 30 milioni di euro necessari per il solo sito
ne sono stati stanziati solo 3 e a fronte dei continui tagli che il
governo Monti sta mettendo in campo per cancellare i diritti dei
lavoratori, in primis quello alla salute e sicurezza. Ma stamani i
familiari, gli ex operai, la popolazione di Broni non saranno soli. Da
Casale a Bagnoli saranno presenti i famigliari-le associazioni-gli
avvocati-la popolazione- che si è battuta contro l’Eternit, ma anche da
altre parti di questo paese. Le autorità per l’ordine pubblico
prevedono 1500 persone. Come abbiamo fatto per il processo Thyssen, per
quello Eternit, come Rete facciamo appello ad unirsi e al fianco dei
familiari-operai-popolazione della Fibronit di Broni in questa
battaglia per la verità e giustizia. Siamo tutti della Fibronit.
Rete
nazionale sicurezza sul lavoro, Nodo Milano/Bergamo
retesicurezzamilano@gmail.com
cell. 338-7211377
16-04-012
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