da macerie
Torino
Questa mattina un piccolo corteo improvvisato ha percorso le strade di Porta Palazzo, tutto intorno al mercato. Una cinquantina di persone tra compagni e gente del quartiere conosciuta durante le lotte che piano piano si stanno costruendo in zona. Tutti ad urlare: «Carabinieri assassini!».
Al megafono si racconta la storia di Hamdi Ben Hassen, il ragazzo tunisino crivellato di colpi la notte di Pasqua colpevole di non essersi fermato ad un posto di blocco dei Carabinieri nei pressi di Ravenna. Un nome in più nella lista impressionante di morti che negli ultimi anni i tutori dell’ordine hanno scritto nelle strade, nelle carceri o nelle caserme di tutta Italia. Un nome che, per una volta, lega a sé pure un tentativo di riscossa, giacché per due volte in pochi giorni i parenti e gli amici di Hamdi hanno bloccato Ravenna per urlare la propria rabbia - e non solo il proprio dolore.
Un altro nome, pronunciato durante la mattinata a Porta Palazzo: quello di Hicham, senza-documenti che dal Cie di corso Brunelleschi è stato portato alle Vallette poco più di un mese fa, accusato di aver cercato di fuggire durante un trasferimento verso l’ospedale. È dal giorno del suo arresto, trentaquattro giorni fa, che è in sciopero della fame. Chi lo ha visto in sezione ci ha riferito che è allo stremo. Su di lui e sulla sua storia, prestissimo, vi daremo maggiori aggiornamenti.
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