Proletari comunisti ai cancelli di Mirafiori nel giorno del Referendum
Arrivati in anticipo e visto che il clou si sarebbe svolto alla Porta 2,
abbiamo fatto il giro delle altre portinerie, per l’intero perimetro
della fabbrica, per attacchinare le locandine. Le altre entrate, dove
sarebbero entrati gli operai, erano chiuse, e le abbiamo messe dove si
capiva che la presenza operaia sarebbe stata certa, in queste erano
visibili manifesti e piccoli striscioni che invitano a votare no e
assenti quelle del si erano le uniche alle entrate impiegati. Quindi
siamo tornati alla 2 che praticamente era un suk, con decine di TV-
giornalisti-fotografi, camper di USB, furgone dello Slai con presenza
sia di Arese che di Pomigliano bandiere della Fiom con
tutto l’apparato- una delegazione dalla Ferrari (striscione della RSU a
cui erano state messe dei cerotti per oscurare Fim e Uilm) e super
visione di Airaudo, bandiere e striscioni di sinistra critica e di altre forze politiche Il tutto
circoscritto in uno spazio molto ristretto che scoraggiava, ad un primo
approccio, a dare visibilità alla nostra posizione ma anche il fastidio
per la tolleranza verso la presenza dei sindacati gialli. Nonostante
questi “problemi” abbiamo messo nei punti giusti (le locandine (due erano ingrandimenti da essere dei veri manifesti (super fotografati); le bandiere che sventolavano nei punti caldi (entrata degli operai); ma la cosa principale che ha dato una marcia in più alla nostra presenza, è stato un comizio che ha sintetizza la nostra propost sui i punti essenziali: il fascismo padronale rappresentato
dal piano Marchionne; la necessità di accettare lo scontro frontale con
questo sistema come hanno iniziato a fare gli studenti;i
sindacalisti venduti sono essi stessi fascisti e vanno cacciati; ma
anche un’accusa aperta alla stampa che nei giorni del referendum
assediano-assillano-inseguono gli operai per estercergli una
dichiarazione, e quando gli operai si ammalano per gli effetti del
piano Marchionne non ci sono con riferimento anche all' articolo apparso sul nostro blo). Il nostro comizio ha zittito tutti, ha catalizzato l’attenzione di tutti, ha di fatto cacciato quelli di Fismic ecc, ha indotto i dirigenti Fiom a
richiamare alcuni operai che si erano lasciati coinvolgere e che
avevano gridato “fascisti” all’indirizzo dei venduti (letteralmente
“vieni dove ci sono le nostre bandiere, che lì il clima è caldo”). Dopo
questo passaggio il clima nei nostri confronti è stato ancora più colloquiale e il volantone veniva preso con convinzione (alcuni che poco prima non l’avevano preso, sono venuti a chiederlo) anche per il modo come lo davamo da quelli della Fiom ma,
principalmente, dagli operai. Altro dato significativo è stato l’
atteggiamento delle operaie che esprimevano orgoglio di classe-convinzione nel No-determinazione a continuare nella lotta.
i compagni di proletari comunisti intervenuti
primo comunicato nazionale
proletari comunisti saluta e sostiene il massiccio no operaio al referendum del
13-14 gennaio contro il referendum è illegittimo e ricattatorio
cionostante il no operaio è stato alto, e incoraggia la lotta dei lavoratori
il fascismo padronale di marchionne nonostante l'appoggio esplicito dei sindacati dei padroni, del governo berlusconi-sacconi e di quasi tutti i partiti parlamentari compreso l'atteggiamento ambiguo e conciliante rappresentato dalla cgil della camusso
non può cantare vittoria
la lotta alla fiat e nelle fabbriche in generale deve muoversi ora sempre più lungo la linea dello scontro frontale e del braccio di ferro contando sulle masse operaie e contribuendo ad organizzarle per la lotta, su basi autonome e di classe
sul piano sindacale e politico
ogni altra linea e attività non serve ai lavoratori
proletari comunisti
15- 1 - 2011
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