venerdì 14 gennaio 2011

pc quotidiano 14 gennaio - napoli.. menzogne contro i disoccupati organizzati

Il seguente comunicato è stato rilasciato ai maggiori quotidiani locali il 12 gennaio 2010 dopo l'attacco e la criminalizzazione subita dai mass-media dopo l'incontro con l'Ass. Nappi il 10 gennaio







Ancora un nuovo attacco ai disoccupati organizzati

Contro le menzogne la verità sull’incontro del 10 gennaio con l’assessore Nappi



Ecco che ci risiamo. E’ bastato arrivare al fatidico incontro del 10 gennaio con l’Assessore Nappi per rileggere i soliti titoloni su presunte aggressioni dei precari Bros. E pensare che giorno 7 avevamo scelto di andare in corteo direttamente alle sedi delle principali testate giornalistiche per anticipare i contenuti che avremmo portato a quel tavolo, ben consapevoli che proprio quell’incontro avrebbe segnato l’apertura di una nuova fase della vertenza che ci riguarda. Abbiamo perciò recapitato ai giornali una documentazione corposa delle proposte che non solo abbiamo fatto negli anni ai signori amministratori, vecchi e nuovi, ma che in maniera ancor più dettagliata avremmo riproposto quel giorno all’Assessore Nappi. L’abbiamo accompagnata ad una lunga missiva ai direttori dei quotidiani in cui criticavamo il loro atteggiamento di acquiescenza, se non di servilismo, verso i politici di turno, chiedendo di stupirci con uno scatto di indipendenza e di “vera” informazione, dando spazio alle ragioni della nostra lotta ed alle proposte di cui ci facevamo portatori. Lo “scatto” è durato lo spazio di un giorno e di un trafiletto. Ma si sa, volete mettere come tira il facinoroso in prima pagina ed il “pianto” del politico vittima, a fronte della dimostrazione, per mano di mille (così dice Nappi) disoccupati, dell’inettitudine di un Assessore che, dall’alto della sua laurea in giurisprudenza, dei suoi innumerevoli incarichi istituzionali e non, delle sue protezioni politiche, dei trascorsi di navigato avvocato per salvare le chiappe dei propri amici da inchieste scomode, si erge, ormai, a reuccio di Napoli?

Ed, infatti, di quell’incontro è stata data la sola versione dettata dall’Assessore: «Così mi minacciano: o ci dai subito il posto fisso oppure non esci vivo da qui» (Corriere del Mezzogiorno); “Napoli, Mastella aggredito e minacciato dai disoccupati del progetto Bros” (il Mattino); “Disoccupati, assedio alla Regione minacce a Nappi e a Mastella” (la Repubblica).

Quindi: una presenza dei disoccupati sotto la regione, normale alla luce del fatto che in quell’incontro si discuteva del destino di migliaia di famiglie, diventa un assedio ed un raid; la tensione seguita alla mancanza di risposte precise dell’assessore a domande precise dei rappresentanti dei disoccupati sulla collocazione lavorativa di un bacino che aspetta da 13 anni, diventa aggressione e minacce; così come aggressione e minacce diventa l’incontro casuale con Mastella avvicinato ed interpellato (per sua ammissione) in modo pacato da alcuni Bros a cui, però, qualche nuovo arrivato (chi ha detto che era un disoccupato Bros?) lancia qualche insulto.

Dobbiamo dire che, questa volta, la bandiera della faziosità va senza dubbio al Corriere che accoglie l’intervista di Nappi, senza essere sfiorato nemmeno lontanamente dal dubbio che possa esserci un’altra versione dei fatti, visto quanto da noi consegnato al suo direttore e vista la presenza –e che presenza!!- di forze dell’ordine. Per nostra duratura esperienza sappiamo con quanta “professionalità” lavorano le forze dell’ordine che per molto meno non hanno risparmiato a nessun disoccupato una passeggiata in questura. E’ davvero strano che 20 esponenti della digos presenti alla presunta minaccia a Nappi “non esci vivo da qui” si siano persi l’occasione di fare un’unica incarrettata dei presunti aggressori. O che di fronte a minacce alla sua famiglia ed allo stalking di cui sarebbe vittima resta a guardare. Ovviamente non abbiamo dubbi che dopo i suddetti articoli siano stati chiamati a fare il “loro dovere”, come dimostrano le prime dichiarazioni del questore Giuffrè in cui si fanno accostamenti impropri e pericolosi con situazioni, realtà e modalità di lotta che nulla hanno a che fare con il movimento dei disoccupati organizzati Bros.



In mancanza di amore per la verità di Simona Brandolini, autrice dell’intervista del Corriere all’assessore Nappi, e solo a lui, e dei suoi colleghi di altre testate, ci tocca fare qualche precisazione su quanto dichiarato dallo stesso. Come anticipato negli incontri con esponenti di quelle stesse testate e nella documentazione a loro consegnata (basta andarsela a rileggere), la nostra delegazione all’incontro del 10 non ha affatto preteso “il posto nel pubblico”. Di fronte all’inconsistenza delle misure previste dal piano per il lavoro, al meccanismo di utilizzo e di affidamento alle sole agenzie interinali, alle difficoltà - riconosciute anche dagli imbecilli- di una crisi economica che produce più licenziamenti che occupazione, sono state poste domande precise: in che modo e dove la platea degli organizzati Bros sarebbe stata collocata lavorativamente, se si trattasse di una vera stabilizzazione o solo di contratti precari, se fosse previsto il ripristino del sussidio economico anche con l’avvio di lavori socialmente utili fino all’avverarsi di uno sbocco lavorativo. L’Assessore non ha dato risposte, limitandosi ad illustrare il funzionamento del bando apparso sul sito regionale lo scorso 27 dicembre 2010 e spiegando che questa platea avrebbe avuto la possibilità di accedere al mondo del lavoro al pari delle altre centinaia di migliaia di disoccupati campani. Gli abbiamo fatto notare che dopo anni di formazione, e alla luce delle convenzioni tra tutti gli organi di governo, nazionale e regionale, e delle delibere regionali volte alla stabilizzazione dei precari Bros, riconosciute dallo stesso piano per il lavoro, bisognava mantenere gli impegni presi e favorire, anche attraverso questo piano, uno sbocco lavorativo stabile per i Bros, non più rinviabile.

A questo proposito abbiamo reiterato le nostre proposte di avvio di progetti nel settore ambientale chiedendo di indirizzare in questa direzione anche parte (e abbiamo indicato quali) dei fondi previsti dallo stesso piano per il lavoro per la creazione di nuove imprese ed il sostegno di quelle esistenti, oltre quelli già disponibili per l’impiantistica sui rifiuti e per le bonifiche. L’assessore Nappi mente, sapendo di mentire, quando dice che l’unica nostra rivendicazione è quella di entrare nella raccolta differenziata e questo perché avrebbe fin troppe difficoltà, come le ha avute durante l’incontro, a spiegare a noi ed a tutta la cittadinanza che non c’è alcuna volontà politica di mettere in campo una gestione dei rifiuti alternativa ed una riqualificazione ambientale che, oltre a garantire la salute dei campani, avrebbe una ricaduta nella creazione di una filiera industriale per il recupero ed il riciclo dei materiali e della bonifica del territorio, offrendo migliaia di posti di lavoro.

La sua fuga da quell’incontro più che dovuta ai toni che si sono andati accendendo di fronte all’assenza di ogni risposta e di rifiuto di ogni interlocuzione sulle soluzioni poste sul tavolo dalla nostra delegazione, è dettata dalla chiara volontà di mettere sul piano dell’ordine pubblico la soluzione alla nostra vertenza al solo scopo di porre fine ad un movimento organizzato che ostacola il tranquillo tran tran delle solite e quotidiane operazioni clientelari con cui si dà lavoro in questa città.


Se non fosse così tragico, ci sarebbe da ridere quando il caro assessore Nappi rivendica per sé e per il leader del suo partito Mastella, di “voler cambiare le cose”, di “stare cambiando il vecchio sistema”. Come a dire che, a differenza di chi li ha preceduti, rappresentano la fine di una gestione allegra e degli accordi clientelari con i movimenti. Allora è il caso di ricordare ai giornalisti di corta memoria e a tutti quelli che sostengono l’operato dell’assessore, che appena nel 2009, questo cavaliere senza macchia e senza paura ha difeso Sandra Lonardo Mastella in una inchiesta per tangenti e malaffare, che lo stesso Mastella è stato indagato. L’inchiesta sul cosiddetto “modello Mastella” riguardò “63 persone (tra gli indagati anche due consiglieri regionali in carica, i mastelliani Nicola Ferraro e Fernando Errico) legate agli affari dell´Udeur e racconta con cifre e dati impressionanti «il fervore lottizzatorio» con cui il partito-famiglia gestiva il potere sul territorio. È un´inchiesta lunga mille pagine e una lista di “raccomandati” con 655 nomi”. ..”La svolta arriva quando gli 007 del Nucleo tributario trovano nella segreteria di Capobianco un file con 655 nominativi: la maggior parte di essi sono accompagnati dalla segnalazione di un esponente politico, dell´Udeur – ma non solo -, che li avrebbe raccomandati. Dai riscontri incrociati dei finanzieri, è emerso che 136 di quei «segnalati» hanno ottenuto assunzioni o incarichi professionali «con ingiusto vantaggio patrimoniale ed elettorale» incassato dagli inquisiti. Secondo la Procura in tre anni, dal 2005 al 2008, il 90% di quelle raccomandazioni andò a segno. (dall’articolo di Conchita Sannino del 22 ottobre 2009 su la Repubblica Napoli).

Ci sarebbe da dire: da che pulpito viene la predica, quando si citano le assunzioni clientelari all’Astir che noi, e solo noi, abbiamo denunciato con tanto di nome e cognomi sui muri di questa città.
Ci sembra chiaro, allora, che quando l’assessore nell’intervista al Corriere del Mezzogiorno dice che: “ Il lavoro è un diritto, ma non è un diritto che decida tu quando lavorare e come farlo”, vuole dire che spetta a quelli come lui decidere chi, come, quando ed in cambio di cosa puoi andare a lavorare. Con le modalità di attuazione del piano per il lavoro: bandi, affido alle agenzie interinali, chiamate nominative, ecc. ecc., ci si appresta a continuare a gestire in maniera clientelare anche quest’altra manna. E’ questa volontà ed esigenza che sta dietro alla mancata risposta ai movimenti e alla necessità di eliminarli dalla piazza. Noi ne siamo consapevoli. Vigileremo come abbiamo sempre fatto e non permetteremo né a Nappi né ad altri di continuare a fare le proprie fortune, elettorali e non, sulla pelle dei disoccupati. Non abbiamo speranza che altri lo facciano per noi.

Riteniamo che chi ha questi trascorsi, chi rifiuta, con arroganza, di dialogare con i movimenti, chi provoca ed invoca solo la repressione, non può essere interlocutore di nessuno né assolvere al compito di dare soluzione al grave problema occupazionale di questa regione: deve dimettersi!!
Di sicuro non smetteremo di lottare affinchè quel diritto al lavoro e a campare non ci venga scippato ancora una volta dai galoppini della politica.


Movimento di lotta per il lavoro Banchi Nuovi


Napoli 12/01/11

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