Mercoledì 12 Gennaio 2011,udienza in tribunale
Quelle morti per tumore degli operai della Fincantieri sono state provocate dall’esposizione all’amianto e i dirigenti dei cantieri navali di Porto Marghera finiti sotto accusa hanno tutti precise responsabilità nell’accaduto per non aver adottato le necessarie misure di sicureza a tutela della salute dei lavoratori.
Il sostituto procuratore generale Antonio De Nicolo ha chiesto la sostanziale conferma della sentenza di primo grado con la quale, nel luglio del 2008, il giudice di Mestre, Barbara Lancieri, ha inflitto complessivamente 21 anni di reclusione per omicidio colposo, liquidando provvisionali pari a 3 milioni di euro in attesa della quantificazione esatta del risarcimento danni, di cui si dovrà occupare il Tribunale civile.
A conclusione della sua requisitoria, nell’aula bunker di Mestre, il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto alla Corte d’Appello, presieduta da Giandomenico Gallo, di confermare le condanne nei confronti di Corrado Antonini, Mario Bigi, Enrico Bocchini, Antonino Cipponeri, Rinaldo Gastaldi e Marcello Olivi (amministratori e direttori dello stabilimento dal 1971 al 1996), riducendo leggermente le pene loro inflitte dal Tribunale monocratico a seguito dell’intervenuta prescrizione di alcune ipotesi di reato e dell’esclusione di un’aggravante: quella di aver agito nonostante la previsione dell’evento. Complessivamente la pena richiesta è di poco meno di 17 anni. Nei confronti del settimo imputato condannato in primo grado, Carlo Maria Ramacciotti, è stato chiesto il non doversi procedere in quanto è deceduto.
Il pg ha chiesto la sostanziale conferma anche dei risarcimenti accordati, chiedendo alla Corte di condannare gli imputati a pagare ingenti somme ad Inail, Regione Veneto, Comune e Provincia di Venezia e Ministero dell’Ambiente, nonché ai familiari delle vittime.
Dopo le arringhe della difesa, la parola passa ai giudici: sentenza è prevista per il pomeriggio di domani.
a cura
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