domenica 9 gennaio 2011

pc quotidiano 9 gennaio - copycat alla fincantieri

COPYCAT

Copycat è il termine con cui, nei paesi anglosassoni, si designano gli emulatori: generalmente si tratta di coloro che commettono omicidi seguendo in tutto e per tutto lo stile di qualche famoso assassino, ma lo si può riferire anche ad altri ambiti.
Nel caso odierno si fa riferimento all'emulazione, da parte dell'ignobile ad di Fincantieri - Giuseppe Bono - di ciò che, poco tempo fa, fece l'extracomunitario canadese: in quel caso fu l'uscita della Fiat da Confindustria, in questo la medesima sorte è toccata agli stabilimenti liguri - Genova Sestri Ponente e Riva Trigoso - e a quello goriziano, sempre con l'intento di imporre un infame contratto che cancelli i diritti sindacali.
Che si tratti proprio di un caso di emulazione, nonostante i vari servi della famiglia dei Belanti vadano strombazzando che non c'è alcun rischio in tal senso - ma lo dicevano anche riguardo al ricatto di Pomigliano d'Arco che non avrebbe dovuto essere esteso alle altre fabbriche del gruppo, e abbiamo visto che l'infame nordamericano ne ha subito approfittato per riproporlo a Torino Mirafiori - lo si può vedere dalla reazione della stampa genovese.
Il Corriere Mercantile, che non a caso è veicolato con la busjarda, si affretta - si veda l'edizione di venerdì 7 gennaio, pagina 7, articolo a firma m.z. dal titolo "Fincantieri-Fiat, un parallelo azzardato" - a dar voce al segretario regionale della Fim-Cisl, tale Tiziano Roncone, per cercare di calmare le acque: il sindacato giallo guidato da Raffaele Bonanni è specializzato a dar voce ai voleri dei padroni, ed anche in questo caso si adopera alacremente per prendere in giro i lavoratori.
Ciò che suona strano, però, è che in questi giorni la Fiom-Cgil locale non abbia ritenuto di spendere neppure una parola sul rischio emulazione: e dire che il segretario genovese è Bruno Manganaro, esponente di primo piano di Rifondazione ed ex sodale del trotzkista Marco Ferrando.
Con queste credenziali ci si aspetterebbe che il leader della Fiom-Cgil genovese intervenisse pesantemente, denunciando i rischi che sono sotto gli occhi di tutti i lavoratori; se non lo fa occorre chiedersi il perché.

Genova, 07 gennaio 2011




Stefano Ghio - Slai Cobas per il sindacato di classe Genova

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