martedì 23 luglio 2024

#STEPDOWNHASINA BUTTIAMO GIU’ HASINA IL REGIME PARLA DI TREGUA MA PASSANO CASA PER CASA AD AMMAZZARE GLI OPPOSITORI


'Abbiamo perso sangue, la nostra non è più una protesta per le quote ma per cacciare Hasina. Denunciamo gli omicidi mirati degli oppositori al governo, dei dirigenti del movimento degli studenti, assassinati nelle strade, prelevati di notte casa per casa con i cadaveri fatti sparire, migliaia arrestati'.

Nuova protesta della comunità del Bangladesh a Bergamo, con più emozioni nelle voci e più movimentata rispetto a sabato, che si è ritrovata nel piazzale davanti al Comune con gli studenti e contro la feroce repressione del regime di Hasina, dei militari che hanno sparato sugli studenti in lotta, ripartita a luglio per l’abolizione del sistema delle quote.

Abbiamo portato la nostra solidarietà internazionalista esprimendo la nostra partecipazione con un cartello per la fine del regime e per l’unità degli studenti e delle operaie/i nella rivolta, cartello diventato subito parte della manifestazione, nelle mani e nei piedi dei manifestanti che ad un certo punto hanno cominciato ad usare l’effige di Hasina come bersagli per le loro scarpe, sostenendo con gli slogan l’odio contro la dittatrice che ‘doveva essere buttata giù’.



Una protesta che ha alzato la bandiera degli studenti di Dacca: abbiamo perso sangue, la nostra non è più una protesta per le quote ma per cacciare Hasina. La morte di Abu Saied il primo studente ucciso a freddo con tre spari dalla polizia ha scosso tantissimo gli studenti. Ora il governo davanti alla potenza delle proteste propone un accordo? Perché non ci ha pensato prima? Dopo la brutale repressione non ha più senso un accordo. Chi pagherà per tutte queste vite? È una farsa quella del governo, poi cosa succederà? E l’opinione comune tra i manifestanti, pur nelle difficoltà della censura verso l’informazione e le comunicazioni con lo stop a internet e alle telefonate, che la notizia riportata dalla BBC e ripresa da altre fonti, a proposito di una tregua di 48 ore nelle lotte degli studenti, non sia veritiera, ma di parte governativa e sostenuta dai gruppi di studenti dell’ala studentesca della Lega awami, il partito della prima ministra Sheik Hasina, già entrati negli scontri dalla parte della polizia con spranghe di ferro e altre armi contro i settori in rivolta.

Una tregua che non ci può essere senza la giustizia della fine della dittatura di Hasina, detto con fermezza negli slogan e dalle voci dei manifestanti, guardando alle lotte delle operaie tessili, 'che hanno un piano comune, che sono contro il governo...'

Poco prima di spegnere internet è stato dichiarato il coprifuoco, i militari sono nelle strade con i carri armati. In una telefonata difficoltosa e drammatica, nella notte di sabato, una giovane studentessa da un parente ha avuto la descrizione di una situazione devastante, con uccisioni sul posto:

‘Hanno preso a pretesto la protesta degli studenti per uccidere gli oppositori dei partiti non governativi, come stanno uccidendo tantissimi ragazzi e stanno nascondendo i cadaveri. Li uccidono di notte fanno le perquisizioni nelle case, hanno la lista delle persone che vogliono spazzare via, anche ‘normali come gli studenti, oltre all’opposizione. Per questo dico che secondo me le manifestazioni continueranno fino a quando non riusciranno a zittire il popolo.’

‘Gli studenti stavolta sono veramente arrabbiati con lo Stato. Hanno detto di aver iniziato una protesta pacifica, perché sono venuti ad ucciderci? È morto un ragazzo e si sono arrabbiati tutti.

Se abbiamo perso sangue che senso ha fare una protesta pacifica? Non è più una protesta è una guerra civile vera e propria. ‘Quando diverse persone hanno cercato di fermare la polizia e si sono messe davanti ai loro mezzi, Abu Saied ha aperto le braccia e ha detto per favore fermatevi e non andate oltre perché nell’altra strada stanno protestando. C’è sempre la speranza che la polizia, lo stato siano con il popolo e che aiutino il popolo, ma è una dittatura mascherata e un poliziotto gli ha sparato 3 colpi a freddo, e anche lottando con la morte ha continuato a tentare di fermarli. È stato il primo martire Abu Saied, portato via a braccio dai suoi compagni. Veniva da una famiglia molto povera, l’unico di 5 fratelli che ha studiato, con le borse di studio, sempre a pieni voti, ma all’università non si è trovato tanto bene ed è sceso in piazza a protestare. Sono rimasta scioccata quando ho sentito che hanno ucciso un ragazzo della mia età.

https://drive.google.com/file/d/1HFHO87fqZ4VRGokgmVrgTBJ02Pvndaxp/view?usp=sharing

 Molti degli slogan lanciati ieri denunciano questi fatti e chiedono la restituzione dei corpi. Anche questo cartello dice ‘basta recitare, dacci il numero dei morti, lascia presto il trono, libera il Bangladeh

‘La lotta degli studenti contro le quote è da anni che c’è, il 2018 è stato importante, ma anche prima. Finché era per i combattenti, provenienti da famiglie povere veniva capito. Nell’economia del Bangladesh i posti pubblici sono importanti, sono considerati più sicuri e pagati un pò meglio. Per questo il regime li vuole usare come strumenti di consenso e di corruzione.

'Adesso siamo nel 2024 e sono i nipoti che prendono vantaggio per questa quota, senza considerare il merito. Mi ha spiegato mia mamma, che nei test chi ricade nella quota parte da 4 punti, gli altri da 0. Anche per i posti di lavoro lo stipendio diventa più altro, un privilegio senza più motivi. 

 'La mobilitazione delle operaie è successa così tante volte è come se fosse normale. Sono specialmente famiglie molto povere che vivono in baracche, lo stipendio è molto piccolo e il marito, la moglie e sfortunatamente anche i bambini devono andare al lavoro. Nelle baracche tutta la famiglia va a lavorare per uno stipendio molto minore delle regole stabilite. La protesta degli studenti adesso si è allargata, almeno altre 5 università si sono aggiunte alla Dacca University, e anche parti della classe sociale media e bassa. I ricchi vengono pagati dallo stato per stare zitti. Per ora non vedo una partecipazione diretta delle operaie tessili ma credo sia questione di tempo. Hanno qualcosa da dire contro il governo, uno vuole giustizia, l’altro diritti, che non hanno. Il piano comune è che sono contro il governo. 


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