lunedì 8 aprile 2024

pc 8 aprile - Bergamo - contestare le assemblee con i sionisti è giusto e necessario

I  SIONISTI NON HANNO DIRITTO DI PAROLA, 

ZITTITO E CACCIATO IL RAPPRESENTANTE DI ITALIA-ISRAELE

SONO COMPLICI ATTIVI DELL’OCCUPAZIONE, DEL GENOCIDIO 

LA DENUNCIA DEI SIONISTI E DEI LORO SERVI È PARTE DELLA SOSTEGNO ALLA RESISTENZA PALESTINESE.

Come Proletari Comunisti siamo intervenuti ad una assemblea sulla Palestina, a Bergamo, organizzata dall’Alleanza Verdi Sinistra. Un’iniziativa tardiva ed elettorale, ha denunciato dal pubblico una compagna criticandoli perché usano la visibilità di una serata per il Cessate il Fuoco, per alimentare strumentalmente la campagna elettorale. La stessa compagna ha posto le analogie tra la Resistenza dei partigiani in Italia e quella in corso a Gaza, ricevendo pesanti commenti da una relatrice.

Questo giusto per capire come è capace, chi parla dei popoli oppressi come di vittime, di separarsi dalla loro aspirazione a spezzare le catene, ad organizzarsi concretamente per farlo, il contrario della solidarietà internazionalista necessaria.

Una attività politica diretta certamente a raccogliere qualche voto, ma che cerca di far passare tra le masse che riesce a raggiungere, il concetto di pace senza giustizia, senza liberazione; della vita come di

una condanna eterna sotto lo sfruttamento e gli orrori del capitalismo e dell’imperialismo. La pace degli oppressori, la negazione delle rivoluzioni.

In apertura AVS si è presentata dicendo che quello in corso è un genocidio da parte di Israele, puntualizzando che condanna come atto di terrorismo criminale da parte di Hamas i fatti del 7 ottobre. Negli interventi, tornati più volte sui crimini israeliani, il pericolo di un allargamento all’area del conflitto, una ricostruzione storica dell’occupazione sionista per ricordare che tutto non è partito dal 7 ottobre, comunque più volte messo sotto accusa come ingiustificabile. Tant’è che la rappresentate di Assopacepalestina, Luisa Morgantini, che tra l’altro ha parlato di Israele come di un paese che dovrebbe essere salvato da se stesso… (?), incalzata dai nostri commenti dal pubblico a difesa della resistenza contro 75 anni di occupazione e del 7 ottobre come parte di essa, ‘cancellando la Storia dal 1948 ad oggi’ ha chiarito che per lei i popoli hanno sì il diritto alla resistenza, ma dentro regole riconosciute, chiedendo una commissione di inchiesta internazionale per i crimini del 7 di ottobre, per Hamas. Rendendo evidente, come dietro la bandiera della pace, nascondano solo una prospettiva di resa disarmata, senza diritti, per il popolo palestinese.

E parte di questa politica è lo sproloquio sulla libertà di confronto, sul diritto di parola per tutti, che si è levato di fronte alle nostre contestazioni aperte verso il rappresentante di Italia Israele a cui hanno consegnato, l’ultimo intervento dal pubblico. Un intervento teso ad infangare ancor più la resistenza e per portare nella sala, ragioni criminali a difesa del diritto di Israele all’occupazione della Palestina, con i massacri, con lo sterminio di massa, quale è la loro propaganda. Cosa c’era da ascoltare per chi lotta contro tutto questo? Così alle prime lamentele perché nella serata erano state dette tante cose false, perché non era stata invitata l’altra parte per un confronto, il sionista è stato zittito ricordando a tutti che ‘l’altra parte non poteva esserci, non aveva diritto di parola perché impegnata nel genocidio del popolo Palestinese’. Il tutto si è svolto in maniera rapida, visto che il personaggio alle prime parole contro è uscito al volo, ma che si è riacceso subito dopo, in uno scontro verbale con gli organizzatori, infuriati perché la loro serata equilibrata ed inoffensiva si stava chiudendo con le ragioni della resistenza che in Palestina combatte contro l’occupazione sionista da parte di Israele, sostenuta dall’imperialismo, dagli Usa a quello di casa nostra del governo Meloni. 

Preoccupati di come avrebbe poi parlato la stampa, dispiaciuti di non aver potuto ascoltare democraticamente le spiegazioni dei carnefici israeliani.

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