mercoledì 10 aprile 2024

pc 10 aprile - Le manifestazioni anti-Orban a Budapest e l'importanza della battaglia politica per la liberazione di Ilaria Salis in Italia e in Ungheria (da Controinfo rossoperaia del 9/04)

Riprendiamo la vicenda di Ilaria Salis. Ne abbiamo parlato anche in altre precedenti trasmissioni e in articoli nel blog proletari comunisti fino a pochi giorni fa, fino alla stessa denuncia da parte del padre di Ilaria Salis su quello che sta succedendo in Ungheria dicendo che è Orban che sta facendo di questa questione una questione politica, di fronte al fatto che tutti, compreso il governo italiano - poi ne parliamo brevemente - stanno dicendo che la questione non è politica, non deve diventare politica.

Ma oggi la riprendiamo, non tanto per ricordare le ultime vicende che già sono di dominio pubblico, ma per un aspetto specifico.

Noi pensiamo - e i fatti lo dimostrano - che questa vicenda di Ilaria Salis è importante non solo dal punto di vista anche della stessa democrazia, degli stessi diritti democratici borghesi, della denuncia di una repressione fascista che viene portata avanti nei confronti di Ilaria, ma ne vogliamo parlare dal punto di vista dei proletari, cioè che questa battaglia, questa vicenda, è importante e deve interessare i proletari italiani come le masse ungheresi, è una vicenda che aiuta la battaglia sia in Ungheria contro il governo Orban, sia in Italia contro il governo Meloni.

Ora, che cosa sta accadendo in Ungheria?

Proprio nel fine settimana scorsa c'è stata una grandissima manifestazione a Budapest di decine e decine di migliaia di persone scese in piazza in maniera anche spontanea per denunciare in particolare la corruzione del governo Orban che invece viene coperta dallo stesso Orban.

Noi abbiamo avuto notizie dirette da Budapest di come stava andando la manifestazione. 

Cosa dicevano i cartelli, gli striscioni? I cartelli dicevano “anche le strade intorno alla piazza di Kossuth sono piene di dimostranti. Ungheresi, non abbiate paura”. E poi sul discorso della corruzione dicevano nella

manifestazione: “Orban hai mentito”. C'era uno slogan che veniva anche detto e scritto nei cartelli: “hai mentito dalla mattina alla sera”: questa è una frase abbastanza comune, famosa in Ungheria, che ricorda un episodio importante di quasi 14 anni fa, in cui in una riunione del partito socialista, il Presidente di questo partito fece una dichiarazione nella quale disse ai lavoratori: “fino ad ora abbiamo mentito la mattina, a mezzogiorno e anche la sera al popolo, ma ora non possiamo continuare così” e quindi ora bisognava cambiare. Poi in effetti non cambiò nulla, e quindi quella dichiarazione è diventata famosa per dire che anche oggi Orban fa lo stesso: mente tutto il giorno.

In altri cartelli venivano ricordate le vittime di un orfanotrofio dove il direttore di un istituto aveva molestato i bambini, vi era stato uno scandalo di pedofilia, ma ora questo direttore è stato graziato.

Quindi c'è una situazione che apre delle crepe nel governo Orban e questo è un fatto positivo. 

Ma in che senso è importante la vicenda Ilaria Salis in Ungheria? E’ importante perché essa dimostra che la corruzione che viene messa molto in evidenza - e questo è giusto - è legata all'intera politica di Orban, del governo, dei ministri, ecc. Una politica che è fascista a 360 ° che attacca i minimi diritti democratici, che chiama chi lotta “criminali” che devono essere puniti nella maniera peggiore, come appunto sta avvenendo per Ilaria Salis che viene anche visivamente portata in Tribunale come una criminale con le manette ai polsi e ai piedi, portata come un cane con le catene. Si tratta di una politica generale, una politica che difende i neonazisti e che non fa che incrementare in Ungheria tutta questa presenza del neonazismo.

La vicenda di Ilaria Salis è una vicenda che è importante per aiutare la lotta delle stesse masse ungheresi contro il governo Orban, per la caduta di questo governo, che ora ha delle crepe soprattutto all'interno, ma che, come la manifestazione di sabato scorso dimostra, ora vede decine di migliaia di persone scendere in piazza nonostante la feroce repressione, la pesante intimidazione che c'è verso chi lotta.

Ma perché è importante anche per l'Italia, per il nostro paese?

La prima questione è abbastanza banale: il governo Orban ha come principale amico il governo Meloni che fin dall'inizio della sua nascita ha appoggiato Orban e tutta la sua politica.

Come Orban sulla vicenda della Salis dice – e minaccia - di non trasformare la questione della detenzione in battaglia politica contro Orban, contro il governo ungherese, lo stesso sta facendo il governo Meloni: sia la Meloni, sia Salvini, sia anche il ministro Tajani dicono di non far diventare questa vicenda politica e quindi vogliono anche qui mettere a tacere le voci, le manifestazioni, le iniziative di protesta che invece stanno aumentando.

L'ultimo è il caso di persecuzione che sta avvenendo verso un professore, Raimo, che ha detto una cosa semplice, che i neonazisti vanno picchiati, che è giusto lottare, impedire anche fisicamente ai neonazisti di poter avere spazio. Giustamente questo professore ricordando la lotta dei partigiani contro il fascismo e il nazismo in Italia, ha detto una cosa vera, una cosa che dovrebbe essere anche nel nostro paese abbastanza scontata, cioè che i neonazisti non si possono fermare con le parole - che spesso ora neanche si dicono da parte degli esponenti del governo e non solo - ma si devono fermare con l'azione, che alla violenza dei neonazisti si deve opporre una giusta violenza proletaria, di massa, dei giovani, perché altrimenti si mette a posto solo la propria coscienza.

Tajani vuole che tutto si sospenda, che anche lo stesso padre di Ilaria - che si sta battendo molto bene - la smetta e che lasci fare a lui e al governo. Finora, però, abbiamo visto che questo non è servito a nient;, neanche quel minimo che aveva promesso Tajani al padre, cioè che sarebbe stato possibile che Ilaria avesse gli arresti domiciliari in Ungheria, neanche questo poi è avvenuto.

Anzi, va sempre peggio. Come ha detto il padre, la condanna è già stata decisa in Ungheria e quindi mettere a tacere vuol dire portare avanti questa linea di Orban che invece può essere fermata solo la continua mobilitazione che sta avvenendo in Italia e che si deve estendere.

Il legame che c'è tra Italia e Ungheria sta anche nell'aspetto della corruzione. In Ungheria in questi giorni, in queste settimane, si sta sollevando giustamente questo aspetto che sta mettendo delle crepe, indebolendo la forza del governo Orban, cominciando a metterlo in difficoltà anche rispetto alle prossime elezioni europee.

E in Italia? In Italia abbiamo dovuto assistere giorni fa alle "assoluzioni", alla messa a tacere in Parlamento sia della vicenda di Salvini, del suo legame dimostrato in pieno con Putin, sia verso l’ultracorrotta Santanchè. Quindi siamo a un governo anche in Italia in cui è evidente l'aspetto della corruzione di ministri, di ministri chiamati per una sorta di nepotismo come il ministro dell'Agricoltura, ministri che hanno degli scheletri pesanti nei loro armadi. Il modello è il governo Orban, la prospettiva ancora più nera verso cui il governo Meloni sta andando.

Un governo Meloni che anche nei confronti dei diritti democratici è sulla stessa tangente di Orban, con la repressione che stiamo vedendo verso i giovani, verso gli studenti, le università, nei confronti del minimo dissenso verso l’azione del governo che è anticostituzionale soprattutto sul terreno della guerra, dell'invio di armi in violazione dell'articolo 11 della Costituzione, e la stessa missione nel Mar Rosso non è un semplice schieramento ma è un intervento attivo nel teatro di guerra imperialista che sta portando avanti il governo Meloni a sostegno dell'azione criminale di Israele. Così come tutta la repressione dell'antifascismo, del dissenso anche dal punto di vista culturale, dei legami delle università con Israele.

Tornando alla questione di Ilaria Salis, noi chiamiamo i proletari, i lavoratori, le lavoratrici, a capire come questa sia una battaglia importante, sia una battaglia effettivamente politica, perché l'antifascismo, la lotta contro i governi neri, sia in Ungheria sia in Italia, è una lotta giustamente politica che deve essere ancora più politica fino al rovesciamento con la lotta delle masse di questi governi.

Che questa vicenda venga presa in mano proprio da chi è più colpito dalla politica dei governi.

Ilaria Salis non sta lottando solo per sé, sta lottando per le masse ungheresi, per aiutare la lotta e la comprensione di che cosa è questo governo Orban che sta provando sulla propria pelle, sta aiutando i lavoratori, le masse qui nel nostro paese nel capire meglio qual è la strada che sta percorrendo il governo Meloni e che cosa è oggi il governo Meloni di fronte a una situazione così barbara, così apertamente fuori da ogni logica minimamente democratica che sta portando avanti il governo Orban con la copertura del governo italiano perché anche l’ Italia sta seguendo in parte la stessa strada.

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