lunedì 25 ottobre 2021

Lotta di classe – Il “mondo post covid” dei padroni fa aumentare l’INFLAZIONE, cioè i prezzi: la risposta dei proletari è la lotta contro il carovita e l’aumento dei salari!

Nell’articolo precedente che prende in considerazione il dossier del Sole24Ore "Il mondo post covid" [https://proletaricomunisti.blogspot.com/2021/10/lotta-di-classe-la-crisi-come.html] abbiamo visto che la borghesia di tutto il mondo si appresta al dopo-Pandemia, al suo “new normal”, e si fa le domande (oltre a una marea di dossier, studi ecc. ecc.) su come saranno questi cambiamenti, e “quanti sono destinati a durare nel tempo e quanti svaniranno il giorno in cui la pandemia sarà davvero sconfitta”.

All’esperto del Sole24Ore la “risposta forse più sensata la offre Filippo Casagrande, Head of Insurance Investment Solutions di Generali Investment: “Negli ultimi 30 anni ho visto tante crisi. Questa volta vedo invece una rivoluzione”.

Una “rivoluzione” che, alla ricerca dei modi di fare più profitto, comunque si scaricherà sul proletariato e le masse popolari di tutto il mondo nonostante sia costellata di dubbi, come abbiamo detto,: “Dall’aumento dell’inflazione (è temporaneo oppure strutturale?) al comportamento delle banche

centrali (diventeranno accomodanti a lungo in un mondo pieno di debiti?), dallo smart working (come si lavorerà dopo la pandemia?) al mercato immobiliare (come si devono adattare case e uffici per restare utili nel nuovo mondo?), dalle città (come devono cambiare le metropoli e i piccoli centri?) alla rivoluzione tecnologica (che il Covid ha accelerato).”

“Domande – ci tiene a precisare il giornalista-economista - le cui risposte determineranno investimenti, scelte e politiche nel futuro. E decreteranno, in maniera Darwiniana, anche vincitori e vinti.” Esattamente in linea, come spiegato e rispiegato da Marx ed Engels, con la natura di questo sistema sociale, dove il capitalista-imperialista più grosso si mangia quello più piccolo.

Uno dei cambiamenti già avvenuti da qualche tempo in questa economia per la cui “ripresa” i governi hanno adottato politiche “non convenzionali” è l’inflazione, cioè l’aumento dei prezzi, in generale di tutte le merci, ma in particolare dei beni di prima necessità: è chiaro che per il proletariato e le masse popolari questo è il risvolto più immediato che peggiora le condizioni di vita.

E sull’inflazione i padroni si chiedono se è strutturale o temporanea, perché da questo dipende il modo e il grado di “investimenti” di capitali, in qualsiasi campo, e quindi la quantità di profitti che ne possono trarre.

I loro dubbi e la loro sorpresa vengono dal fatto che la crisi ha fatto saltare ancora una volta tutti i loro precedenti “parametri”, tutte le loro “teorie” economiche secondo le quali in presenza di una crisi con un enorme calo di produzione e vendite i prezzi non dovrebbero aumentare! Ma i prezzi aumentano lo stesso: solo negli Stati Uniti l’inflazione è aumentata del 5,3%... secondo il dossier di Confindustria.

Ma se per i padroni la “preoccupazione” riguarda il livello di profitti che devono intascare e non sono invece preoccupati dall’aumento dei salari! - “La mancata spinta sui salari tranquillizza - almeno temporaneamente - Bankitalia, che riconosce la crescita dell’inflazione anche in Italia ma si dice convinta che, in assenza di aumenti salariali e dei prezzi alla produzione, la situazione non dovrebbe estendersi al medio periodo. (tg24.sky.it/economia/2021/10/24/)”.

Se questo è lo stato delle cose attuali, per il proletariato e le masse popolari è necessario organizzarsi anche su questo fronte con una lotta contro il carovita e per l’aumento dei salari.

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