E' chiaro che oggi dobbiamo lottare per il blocco dei licenziamenti, perchè pur se in questi mesi, anche lo scorso anno, tanti padroni piccoli, medi, grandi hanno ugualmente fatto centinaia di migliaia di licenziamenti (si parla, ufficialmente, di 900mila), sia aggirando facilmente il blocco, sia perchè esso non riguardava evidentemente contratti a termine, lavoratori precari, lavoratori a fine appalto, le tantissime donne a lavoro ultra precario e a nero, oggi lo sblocco dei licenziamenti aprirebbe un'autostrada per le aziende, soprattutto le grandi per procedere a pesanti tagli ai posti di lavoro (anche qui, ma solo ufficialmente, si calcolano 600mila), già programmati alcuni anche prima del blocco, per riprendere celermente la corsa ai profitti con meno lavoratori e più sfruttamento, meno sicurezza, usando i nuovi licenziati per aumentare la pressione per abbassare i salari, togliere tutele, far passare una politica di ricatto tra i lavoratori.
Siamo contro le mine misure di cambiamento in discussione nel governo, esse porterebbero piuttosto che ad una difesa del lavoro in alcune categorie a una divisione del fronte dei lavoratori e lavoratrici, che impedirebbe una battaglia nazionale compatta.
Così come riteniamo inutile e solo parolaia l'opposizione dei sindacati confederali e della Cgil di Landini, che il massimo che può ottenere e chiede è una mini proroga del blocco dei licenziamenti o un'estensione delle categorie escluse al momento; mentre il loro obiettivo reale è, e in questo non dissimile da quello dichiarato dal Ministro Orlando, una riforma degli ammortizzatori sociali che non sono affatto in contraddizione con la politica dei licenziamenti del padronato - anzi, servono per "togliergli le castagne dal fuoco" senza costi.
Detto questo, occorre avviare una lotta prolungata ed effettiva contro i licenziamenti, che vanno al di là dell'emergenza pandemia e sono legati alle leggi "normali" del capitale di scaricare la crisi sui lavoratori e di ottenere maggior pluslavoro - profitto aumentando la produttività con più sfruttamento e minor costo della forza-lavoro. E su questo non c'è blocco, proroga di mesi in mesi che tenga.
il ripristino delle norme dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori
la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario - che risponde anche al grave problema della sicurezza e dell'aumento dei morti sui posti di lavoro.
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