Comunicato congiunto
I
comunisti maoisti di Italia e Tunisia nel decimo anniversario della
Rivolta Popolare che al grido di Lavoro, Libertà e Dignità Nazionale ha
rovesciato il regime di Ben Ali, salutano la lotta senza sosta dei
lavoratori e delle masse popolari tunisine che in questi 10 anni non
hanno mai dimenticato tali obiettivi continuando a perseguirli in un
contesto di graduale restaurazione imposta dalla borghesia burocratica e
compradora e dai proprietari terrieri già dall'indomani della rivolta.
Quest'anno
a gennaio una nuova generazione di giovani ha infiammato le città del
paese e assediato il parlamento, mossi dalle stesse ragioni dei loro
fratelli e sorelle maggiori dieci anni prima: il tasso di disoccupazione
è aumentato così come l'inflazione e i prezzi dei beni di prima
necessità, la vecchia borghesia burocratica e compradora e i proprietari
terrieri sono rimasti al potere continuando a svendere sia le risorse
del paese che i diritti dei lavoratori conquistati in decenni di lotta e
aderendo ai piani di privatizzazione e deregulation indicati dalle
agenzie imperialiste come FMI e BM.
In
questo contesto l'imperialismo italiano sostiene esplicitamente questo
piano di riforme che impoverisce sempre più il popolo tunisino ed è in
prima linea nella penetrazione economica nel paese tramite investimenti
diretti volti all'accaparramento delle attività produttive e risorse
esistenti nonchè allo sfruttamento a basso costo della forza lavoro
tunisina.
In
particolare nell'ultimo decennio ha intensificato gli sforzi per
incrementare la propria presenza nel paese, da sempre considerato dalla
borghesia italiana come zona di espansione meridionale insieme alla
Libia.
Nelle aziende italiane in Tunisia i
padroni fanno profitti godendo di privilegi legali mentre i lavoratori
sono assunti in nero e sottopagati, vige un fascismo padronale secondo
il quale non si permette ai lavoratori di costituire il sindacato e lo
si impedisce con l'utilizzo di picchiatori o, come avvenuto recentemente
a Kairouan è stato il padrone stesso ad aggredire delle lavoratrici.
A
tutto ciò la classe operaia tunisina risponde con combattività tantè
che il colosso petrolifero italiano ENI ha minacciato di lasciare il
paese chiedendo maggiori garanzie per i propri profitti, il governo gli
ha accordato lo sviluppo di fonti di energia rinnovabili nel quadro
della retorica dello "sviluppo sostenibile" e della green economy.
L'imperialismo
italiano inoltre tenta di estendere le proprie frontiere de facto in
Tunisia, utilizzando gli accordi antimigranti: negli ultimi anni membri
del governo italiano si sono recati regolarmente nel paese per stringere
tali accordi con cui da un lato si sostiene il regime tunisino con
finanziamenti e mezzi alla guardia costiera locale, dall'altro si fa
pressione per esternalizzare le frontiere italiane ed europee fino alle
acque territoriali e alla terraferma del paese con la scusa di frenare
l'immigrazione da loro definita "illegale". In questo contesto un
piccolo contingente militare italiano di addestratori e consulenti è
presente nel paese dal 2019.
I comunisti maoisti di Italia e Tunisia affermano:
la
necessità di sostenere attivamente le lotte dei lavoratori e delle
masse popolari tunisine contro le politiche neocoloniali di
impoverimento del paese e di razzia delle risorse nazionali di cui
l'imperialismo italiano è parte attiva.
di
combattere le politiche antimigratorie europee in generale ed italiane e
allo stesso tempo di sostenere le lotte dei lavoratori stranieri e dei
migranti in entrambi i paesi.
Solo
la Rivoluzione di Nuova Democrazia con la strategia della guerra di
popolo può garantire Lavoro per proletari e contadini, Libertà per il
popolo tunisino e Dignità Nazionale per il paese!
Viva la lotta dei proletari e dei popoli del mondo!
Viva l'internazionalismo proletario!
Partito Comunista maoista - Italia
Partito degli Elkadehines (lavoratori più sfruttati n.d.t.) - Tunisia
Joint Declaration
The
Maoist Communists of Italy and Tunisia in the tenth anniversary of the
popular revolt that at the cry of Work, Freedom and National Dignity has
overturned the Ben Ali regime, greet the continue 10 years long
struggle that has been waging for Tunisians workers and popular masses
that have never forgotten these objectives by continuing to pursue them
in a context of gradual reactionary restoration from the local
bureaucratic and comprador bourgeoisie and landlords since the
aftermath of the revolt.
This
year in January a new generation of youth inflamed the cities of the
country and besieged the Parliament moved by the same reasons for their
older brothers and sisters ten years before: the unemployment rate has
increased as well as inflation and goods prices of first necessity, the
old bureaucratic and comprador bourgeoisie and landlords remained in
power by continuing to sell both the resources of the country and the
rights of workers conquered in decades of struggle and adhering to the
privatization and deregulation plans indicated by imperialist agencies
as IMF and BM.
In
this context, Italian imperialism explicitly supports this plan of
reforms that increasingly impovering the Tunisian people and is at the
forefront of economic penetration in the country through direct
investments aimed at the occaparity of production activities and
existing resources as well as the low cost exploitation of the Tunisian
workforce.
In
particular, in the last decade efforts have intensified to increase
their presence in the country, which has always been considered by the
Italian bourgeoisie as a southern expansion area together with Libya.
In
Italian companies in Tunisia the masters make profits enjoying legal
privileges while workers are keep in illegal and underpaid work, a boss
fascism has in place according to which workers are not allowed to set
up the union and they are prevented to do it using gangs or, as
recently happened in Kairouan ,the master himself attacked his workers.
Tunisian
working class responds by the struggle against all of that, as a direct
effect of the struggle, the Italian oil giant Eni has threatened to
leave the country by asking for greater guarantees for their profits,
the government has granted it letting Eni to develop renewable energy
sources in the framework of the rhetoric of "Sustainable development"and
of the Green Economy.
Italian
imperialism also attempts to extend its de facto borders in Tunisia,
using the antimigrant agreements: in recent years members of the Italian
Government have regularly went to the country to tighten these
agreements with which the Tunisian regime is supported with money and
material means to the local coast guard on the one hand, and pressures
to outsource the Italian and European borders up to the territorial
waters and the country's mainland with the excuse of braking immigration
from them called "illegal" on the other hand.
In this context a small Italian military contingent of trainers and consultants stationed in the country since 2019.
The Maoist Communists of Italy and Tunisia affirm:
The
need to actively support the struggles of Tunisian workers and popular
masses against the neocolonial policies of impoverishment of the
country and the looting of national resources of which Italian
imperialism is an active part.
To
fight European antimigratory policies in general and Italian and at the
same time supporting the struggles of foreign workers and migrants in
both countries.
Only
the New Democracy Revolution with the strategy of the People War can
guarantee work for proletarians and peasants, freedom for the Tunisian
people and national dignity for the country!
Long live the struggle of the proletarians and peoples of the world!
Long live proletarian internationalism!
Elkadehines Party - Tunisia
maoist Communist Party - Italy
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