domenica 6 giugno 2021

pc 6 giugno - Cuneo, ancora 'cisterne assassine'... dilagano le morti sul lavoro

Tragedia sul lavoro in un’azienda vinicola di Cossano Belbo: due dipendenti muoiono soffocati mentre puliscono una cisterna

L’incidente in località San Bovo. Le vittime erano un operaio e un ingegnere addetto alla sicurezza alla Fratelli Martini: avevano 45 e 58 anni, abitavano a Nizza Monferrato e Pocapaglia. La Cgil: “Una strage che non si arresta”

Tragedia sul lavoro oggi (venerdì 4 giugno) a Cossano Belbo, in località San Bovo, dove due operai dell’azienda vinicola Fratelli Martini sono morti dopo essere caduti in una cisterna per cause da accertare. Si chiamavano Gerardo Lovisi, 45 anni di Nizza Monferrato, nell’Astigiano, e Gianni Messa, 58 anni, di Pocapaglia.

Le vittime erano due dipendenti di lungo corso della Fratelli Martini. In base alle prime ricostruzioni della dinamica effettuate dai carabinieri della Compagnia di Alba, stavano bonificando con azoto gassoso una cisterna d’acciaio per la fermentazione del vino alta dieci metri e larga due, in quel momento vuota, quando sono morti soffocati per mancanza di ossigeno. Pare che si trovassero fuori dalla cisterna quando Lovisi ha aperto una finestrella situata ad altezza uomo sul silo, forse per intervenire all’interno o per recuperare un attrezzo caduto, e si è sentito male per mancanza di ossigeno. Messa, cercando di soccorrerlo, ha perso anche lui i sensi. Entrambi sono caduti dentro la cisterna: non c’è stato nulla da fare. 

L: «E’ ancora morte sul lavoro, ancora una volta in provincia di Cuneo. Due operai di una azienda vinicola di Cossano Belbo sono caduti in una cisterna e sono deceduti. Un’altra notizia tragica, un altro incidente sul lavoro, una strage che non si arresta e cresce, nonostante gli appelli, le buone intenzioni, le manifestazioni e le proteste delle lavoratrici e dei lavoratori, le richiesta avanzate ai governi, a tutti, da anni, affinché si affrontino i nodi cruciali del sistema lavoro in Italia, la precarietà e la mancanza di regole, il buco nero del lavoro non dichiarato, lo sfruttamento».

Ancora: «Non parliamo più di incidenti sul lavoro, perché questa è una strage consapevole che ha dei responsabili. Siamo sconvolti, colpiti di nuovo nella nostra realtà, a pochi giorni dal presidio unitario dedicato alla sicurezza sul lavoro. Oggi ci stringiamo intorno ai familiari e ai colleghi delle vittime, è il momento del lutto, della rabbia. Domani ritorneremo ancora, e ancora fino a che sarà necessario, a chiedere che la vita delle persone valga sempre, che il lavoro ritrovi il significato di sostegno, di appoggio, e non di pericolo e di morte».

Nessun commento:

Posta un commento