giovedì 15 aprile 2021

pc 15 aprile - Val Susa, la protesta continua - lo Stato borghese parla solo il linguaggio della guerra al servizio di padroni, governo, speculatori e forze politiche che li sostengono

 Una mini rassegna stampa . che spiega quello che accade

Nuovo blitz dei No Tav, un altro treno bloccato sulla Torino-Modane. Questa volta è un Tgv

l'Appendino cerca di stare con il piede in due staffe 
TORINO. Dopo quello di ieri, nuovo blitz dei No Tav in Valle di Susa. E nuovo treno bloccato. A San Didero alcuni attivisti che si erano ritrovati nella sala polivalente del piccolo comune, hanno raggiunto la Statale 24 e poi hanno occupato i binari della ferrovia. Il treno questa volta è un Tgv alta velocità in direzione Milano. 
L’azione arriva al termine di una giornata di discussioni dopo gli scontri della sera precedente, quando i manifestanti hanno protestato contro la presenza dei militari in valle per la presenza del nuovo cantiere dell’autoporto di San Didero.
In giornata era arrivato anche l’appello del prefetto di Torino, Claudio Palomba, ai sindaci della valle che in queste ore hanno sostenuto la protesta. «Non si strumentalizzi il diritto di manifestare e si eviti qualunque deriva violenta» ha detto ai sindaci contrari all’opera che si sono dichiarati abbandonati dallo Stato e hanno protestato contro la militarizzazione dell’area, avvenuta senza che gli amministratori fossero avvertiti.
Sugli scontri è intervenuta anche la sindaca Chiara Appendino che ha espresso la propria solidarietà alle forze dell’ordine impegnate in Val Susa mentre il suo partito, il Movimento 5 Stelle, ha ribadito il suo no all’opera considerata obsoleta. Ancora più dura la posizione della consigliera regionale Francesca Frediani, Movimento 4 Ottobre (ex M5S), che ha chiesto al prefetto un commento «rispetto alle modalità di invasione notturna del territorio, all’insaputa dei sindaci, e sul lancio di lacrimogeni in un centro abitato».
Gli echi dello scontro sono arrivati fino alla Camera, dove le posizioni tra i partiti – soprattutto Pd e M5S che proprio a Torino qualcuno vorrebbe alleate nella prossima campagna elettorale – restano divisi. A San Didero, intanto, un gruppo di manifestanti resiste sul tetto di una baracca mentre intorno gli operai continuano i lavori preparatori del cantiere.

Tav, il prefetto Palomba: «In Val Susa ingiustificabili derive di violenza»

Dopo gli episodi accaduti a San Didero e a Bruzolo con l’avvio dei lavori del nuovo autoporto

Il prefetto di Torino, Claudio Palomba, esprime «la ferma condanna nei confronti delle ingiustificabili derive di violenza registrate nelle ultime ore a San Didero e a Bruzolo e connesse alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione e la solidarietà e la vicinanza al vicequestore, colpito al petto nella serata di ieri da una grossa pietra lanciata dai manifestanti, con conseguenze che solo circostanze fortuite non hanno reso più gravi, e a tutto il personale delle forze di polizia che sta operando nell’area».
In relazione a tali episodi, il prefetto fa «un accorato appello affinché legittime manifestazioni non vengano sopraffatte da disordini da parte di gruppi antagonisti» e auspica «che valori cardine costituzionalmente tutelati della nostra democrazia, come la libera espressione del dissenso e il diritto di manifestare, non siano strumentalmente utilizzati quale pretesto per comportamenti, come quelli registrati in Val di Susa nelle ultime ore, connotati da una inaccettabile violenza generalizzata nei confronti dei tanti operatori delle forze dell’ordine impiegati a tutela del cantiere, delle ditte che lavorano nell’area e delle loro maestranze».
In tal senso, confida «nel senso di responsabilità di tutti gli amministratori locali a che nelle manifestazioni già preannunciate per i prossimi giorni vi sia il massimo sforzo comune per evitare qualsiasi deriva violenta da parte di eventuali contestatori motivati da ben altre intenzioni».

Valsusa, seconda notte di scontri: cinque No Tav asserragliati nel presidio di San Didero

Seconda notte sulle barricate per i cinque No Tav che da lunedì occupano il presidio di San Didero, ormai un fortino all’interno del nuovo cantiere dell’autoporto. E ieri sera la protesta si è spostata in paese, tra le case dei valligiani, molti hanno assistito agli scontri da dietro le finestre delle loro abitazioni perché un centinaio dei 400 manifestanti arrivati in serata, dopo un’assemblea al salone polivalente, ha portato le barricate fino all’ingresso del paese. E’ stato verso le 21 che la protesta si è spostata dalla statale e dalla ferrovia alle vie abitate del comune valsusino, poche centinaia di abitanti e  un’amministrazione che si è dichiarata No Tav fin dall’inizio della protesta.
 
I protagonisti degli scontri sono più giovani degli storici che ieri pomeriggio hanno partecipato alla conferenza stampa dei sindaci, alcuni hanno raggiunto la Valle di Susa dalla Lombardia. La Digos di Torino, diretta dal dirigente Carlo Ambra, è al lavoro per identificarli.  Hanno rovesciato cassonetti e creato una barricata su via Abbegg cercando di resistere all’idrante e ai lacrimogeni di polizia e carabinieri. Hanno lanciato pietre contro le forze dell’ordine, una di queste ha colpito in pieno petto il vicequestore aggiunto Paolo Lomanto, dirigente del commissariato San Paolo. Il colpo è stato violento, il poliziotto ha avuto una crisi respiratoria ed è stato trasportato all’ospedale di Rivoli. Le sue condizioni sono stabili. Salgono così a cinque i feriti delle prime 24 ore di scontri.
 
Il cantiere del nuovo autoporto non è lontano dal centro delle proteste di ieri notte, ma nonostante ci siano ancora cinque persone barricate all’interno non sembrava, ieri sera, il centro degli obiettivi dei manifestanti che hanno bloccato invece la linea ferroviaria per oltre un’ora. Un treno regionale diretto a Torino è rimasto fermo in stazione fino alle 21.45. Ferrovie non ha potuto spostare nemmeno i passeggeri perché non c’era modo di far arrivare bus sostitutivi a prelevare i pendolari a bordo. Altri treni hanno accumulato minuti di ritardo lungo tutta la tratta tra Avigliana e Bussoleno mentre i manifestanti hanno occupato la massicciata e usato le pietre per lanciarle in direzione delle forze dell’ordine che hanno risposto con idranti e lacrimogeni.
 
Alla fine c’era un angolo di valle isolato per metà: i treni fermi e sulla statale 25 si procede a rilento per il dispiegamento di forze necessarie a controllare la situazione e per i blitz improvvisi dei manifestanti che battagliano sui prati e lungo i binari. E’ un continuo sollevarsi di fumo di lacrimogeni che impregna l’aria e raggiunge i cortili delle case. Sono le nuvole che qualche anno fa si sollevavano dai costoni della montagna, a Chiomonte.

Oggi è San Didero il centro della protesta No Tav nell’area dove Telt ha previsto la costruzione del nuovo autoporto. Qui sabato è stata annunciata una nuova manifestazione a cui parteciperanno i sindaci ma che potrebbe diventare un appuntamento nazionale in grado di richiamare anche manifestanti da fuori Piemonte come in Valle di Susa è successo già molte volte. Dopo le prime due notti di proteste sembra ormai chiaro che si è appena aperta una nuova stagione di proteste No Tav.

Sindacati e costruttori all'attacco: "Basta violenze, lo Stato sia più presente".

Le proteste sono ricominciate in serata dopo un'assemblea organizzata al salone polivalente di San Didero e dopo la conferenza stampa dei sindaci della Valle. Alcune decine di persone hanno bloccato la ferrovia Torino-Susa. Un treno è fermo in stazione. Le forze dell'ordine hanno respinto i manifestanti con lanci di lacrimogeni e con l'uso di idranti e cariche. Le persone che protestano hanno risposto all'appello lanciato per tutto il giorno tramite i social per raggiungere chi da questa notte manifestava in valle di Susa. Molti sono anarchici altri esponenti dei centri sociali in arrivo anche da fuori regione. Cinque persone sono rimaste barricate nel presidio che ormai si trova all'interno del cantiere. Tra loro anche Luca Abbà, storico del movimento che nel 2012 durante una protesta simile cadde da un traliccio dell'alta tensione a Chiomonte. I manifestanti si sono divisi in quattro gruppi per tentare di arrivare al cantiere da diverse aree.

Scontri e lacrimogeni già nella notte
Almeno un centinaio di manifestanti No Tav ha risposto all'appello circolato ieri sera tardi quando è iniziata a girare la voce che a San Didero, sulla statale 25 fossero arrivati i camion con le reti del futuro di cantiere e decine di uomini delle forze dell'ordine. I manifestanti hanno provato a impedire l'arrivo degli operai  e dei mezzi da cantiere ma sono stati allontanati dalla polizia con i lacrimogeni. Alcuni si sono barricati intorno alle recinzioni nel presidio No Tav allestito tempo fa, un avamposto simile a quello dei Mulini al cantiere di Chiomonte. I manifestanti hanno costruito una barricata a cui hanno dato fuoco per non far avanzare le forze dell'ordine. Alcuni sono saliti anche sul tetto e sono rimasti lì. Ci sono stati lanci di pietre e l'uso di fuochi d'artificio. Le indagini della Digos di Torino sono in corso.
 "Senza nessuna vergogna, con l'Italia che urla alle terapie intensive e un Governo che non si preoccupa della salute e della tutela dei suoi cittadini, ormai in grave crisi economica e sociale, lo Stato sostiene Telt nell'avanzamento di quest,'opera scellerata", scrivono I No Tav su notav.info denunciando anche alcuni feriti tra i manifestanti. Durante la nottata di tensioni hanno subito lievi danni anche tre agenti e un operaio, colpiti da pietre.

Al mattino in cinque sul tetto e nuove cariche della polizia
Il movimento ha rilanciato la protesta questa mattina. Ci sono cinque persone sul tetto del presidio a San Didero e cento manifestanti fuori che danno loro supporto, tra cui la consigliera regionale ex M5S Francesca Frediani e i sindaci di Bruzolo e San Didero. Gli operai stanno comunque lavorando. Alcuni dei cento presenti hanno cercato di entrare nell'area di cantiere ma sono stati respinti da una carica di alleggerimento della polizia. Alcuni rappresentasti delle istituzioni intendono provare a mediare con coloro che sono barricati al presidio.
Il progetto del nuovo autoporto si estende su una superficie di 68mila metri quadri con spazio per il parcheggio dei tir ma anche punti ristoro, un'area commerciale e gli uffici Sitaf. Contro l'opera è annunciata per sabato una manifestazione tra Bruzolo e San Didero con la partecipazione dei sindaci No Tav della valle.

Sindacati e costruttori all'attacco: "Basta violenze"
“Condanniamo gli atti estremi e di violenza perché è inammissibile che persone che si stanno recando al lavoro vengano attaccate rischiando anche la vita: questi gesti non si possono tollerare", commenta la presidente dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta, Paola Malabaila. E aggiunge: "In questo momento più che mai, la nostra economia ha bisogno di interventi puntuali e di investimenti infrastrutturali, ma è impensabile operare in contesto di questo tipo: non possiamo più permetterci di sprecare energie per un’opera che dovrebbe essere già in uso da almeno vent’anni”.
All'attacco anche i sindacati: "La situazione è molto grave e diventa ogni giorno più esagerata", dice Marco Bosio, segretario provinciale Fillea-Cgil - I lavoratori sono stati presi a sassate dai manifestanti questa notte, parliamo di persone che lavorano, che si sono alzate alle 4.30 per fare il loro mestiere. Noi difendiamo le opinioni di tutti ma fino a quando vengono espresse con una manifestazione democratica e fino a quando non viene messa a rischio la sicurezza di chi sta lavorando. Lo Stato deve garantire che queste cose non avvengano". Concetti simili vengono espressi anche da Gerri Castelli, leader provinciale della Filca-Cisl: "È importante tenere alta l’attenzione su questi episodi di intolleranza e violenza che se non debitamente ostacolati e combattuti lasciano nello sconforto e nella paura persone che stanno semplicemente svolgendo il proprio lavoro. Viene da chiedersi com’è possibile che capitino fatti di questo genere in un momento in cui siano in atto una serie di restrizioni sul movimento e assembramento delle persone. Lo Stato deve essere presente"

Ora gli amministratori della valle il clima è teso. «A 16 anni dallo sgombero di Venaus, qui a San Didero abbiamo assistito a un altro blitz notturno per imporre con la forza l’avvio di un cantiere: si è tornati auna gestione dei rapporti con il territorio interessato dall’opera inconciliabile con ogni sistema democratico», stigmatizzano - poche ore dopo l’arrivo delle ruspe di Telt - i sindaci della Valle e il presidente dell’Unione montana, Pacifico Banchieri.
Gli amministratori locali, che nel pomeriggio si sono riuniti di fronte all’area degli scontri per portare solidarietà a Sergio Lampo, primo cittadino di San Didero, e Mario Larotonda, vice facente funzioni di sindaco a Bruzolo, proprio non ci stanno: «Ancora più inaccettabile è che questa militarizzazione sia avvenuta tenendo all’oscuro fino all’ultimo perfino i primi cittadini dei Comuni coinvolti»

Scontri, statale e ferrovia bloccate: la valle di Susa rivive l’incubo di 16 anni fa

Dalla mattina alla sera inoltrata le azioni di disturbo degli attivisti contro l'Alta velocità
Sedici anni dopo Venaus e la valle di Susa torna a infiammarsi per difendere un presidio. Stavolta, il centro del mondo No Tav, e il Comune di San Didero, poche centinaia di abitanti, una manciata di case abbarbicate sulla montagna, candidato a diventare la sede del nuovo autoporto per la linea ad alta velocità.

I No Tav bloccano il regionale da Susa, ancora scontri con le forze dell’ordine

Dopo la Statale anche la ferrovia. I circa 400 manifestanti No Tav che nel pomeriggio, dalla sala polivalente di San Didero, hanno raggiunto i cordoni di sicurezza delle forze dell’ordine sulla strada che porta al cantiere del nuovo autoporto, si sono riversati sui binari bloccando il traffico ferroviario. Il primo treno a essere bloccato è il regionale 26383 partito da Susa alle 19.30 con direzione Torino. Da Trenitalia fanno sapere che tutto il traffico ferroviario è bloccato in entrambi i sensi di marcia.
I manifestanti hanno occupato la ferrovia dopo aver tentato di forzare il check point della polizia ed essere stati respinti con una carica. Molti dei manifestanti sono giovani. Alcuni tenevano uno striscione con la scritta: “Siamo la natura che si ribella”. Dopo la carica i manifestanti si erano dispersi nei boschi da dove sono stati lanciati degli oggetti. Le forze dell’ordine hanno risposto sparando dei lacrimogeni.

Sgombero e scontri da questa notte al “fortino” no tav a San Didero. Quattro feriti

Il cantiere è quello della costruzione del nuovo autoporto. La polizia ha chiuso la statale all’altezza del presidio. Nel pomeriggio iniziative dei sindaci della valle

SAN DIDERO (TORINO). Da questa notte, in Val di Susa, scontri tra i militanti No-Tav e le forze dell'ordine che hanno dato avvio allo sgombero del presidio attrezzato nei mesi scorsi dal movimento contrario alla Torino-Lione tra San Didero e Bruzolo, nell'area destinata a ospitare il nuovo autoporto a servizio dell'autostrada del Fréjus, dove saranno ricollocati piazzali di sosta e servizi dedicati ai mezzi pesanti in transito sull'A32 fino ad oggi ospitati nella piana di Susa.

Quattro feriti
Il bilancio dei disordini  è di tre feriti tra le forze dell'ordine e uno tra gli operai impegnati nei lavori di allargamento del cantiere Tav di San Didero in Val Susa. Lo rende noto la Questura di Torino. Intanto sui social anche i manifestanti fanno sapere che tra le loro file si conterebbero alcuni feriti.

Gli scontri
Intorno a mezzanotte centinaia di poliziotti hanno accerchiato il "fortino" realizzato dai No-Tav all'interno dell'edificio abbandonato da quarant'anni che sorge al centro dell'area in cui nei prossimi mesi dovrebbero partire i lavori dell'opera da oltre 49 milioni di euro per trasferire l'autoporto così da lasciar spazio, a Susa-Traduerivi, ai futuri cantieri della Torino-Lione. La polizia ha chiuso la statale all’altezza del presidio con un cordone di almeno un centinaio di uomini.
Con lanci di lacrimogeni e cariche in tenuta antisommossa la polizia ha dato il via allo sgombero del presidio verso le 3, per consentire alle ditte incaricate da Telt di recintare l'intera zona tra l'autostrada e la Statale 25 del Moncenisio: di fatto, il primo passo dell'allestimento dell'imponente apparato di sicurezza a protezione del futuro cantiere. Solo per difendere l'area durante la fase di costruzione del nuovo autoporto di San Didero-Bruzolo è prevista una spesa di oltre cinque milioni di euro.

Alle 4 di notte: “Resistiamo”
Alle quattro di notte numerosi militanti No-Tav, asserragliati all'interno del presidio, hanno annunciato via social network di essere intenzionati a resistere, benché «sotto assedio da ore da parte della polizia intervenuta con centinaia di uomini e oltre 30 mezzi blindati». All'esterno dell'edificio occupato altri militanti hanno, nel frattempo, attrezzato barricate con lamiere e legname, così da ostacolare l'avanzata della polizia.
Proprio in vista dello sgombero poi scattato questa notte, e delle attività preliminari di cantiere, neanche ventiquattr'ore fa le amministrazioni di San Didero e Bruzolo (da sempre contrarie alla realizzazione dell'opera) avevano indetto per sabato 17 aprile una manifestazione nel piazzale di proprietà comunale a margine della zona interessata dai lavori dell'autoporto. Alla mobilitazione era stata annunciata la presenza di numerosi sindaci e amministratori degli altri Comuni e dell'Unione montana della Val di Susa.

La mattina in stazione
Dalle 9 di stamane un centinaio di militanti si è intanto radunato alla stazione di Bruzolo insieme ad alcuni amministratori della Valle a partire dai sindaci di San Didero e Bruzolo che si sono mossi verso la zona degli scontri per chiedere alle forze dell’ordine di accedere alla zona del presidio e di verificare le condizioni della decina di militanti rimasta all’interno dell’edificio occupato e sul tetto del presidio no tav. L’intera area resta circondata da carabinieri e polizia che al momento impediscono l’accesso a chiunque. La polizia ha chiuso la statale all’altezza del presidio con un cordone di almeno un centinaio di uomini.
Nel pomeriggio è  previsto un incontro con numerosi sindaci della Valle che annunceranno le nuove modalità della manifestazione informativa già in calendario per sabato 17 proprio nell’area di proprietà comunale adiacente alla zona dove è previsto il nuovo autoporto: area ora in mano alle forze dell’ordine.

La situazione nel pomeriggio
Dopo l'avvio di sgombero di questa notte e gli scontri tra militanti No-Tav e polizia proseguiti in mattinata, che hanno portato anche all'interruzione di un tratto della Statale 25 del Moncenisio, la tensione in Val di Susa resta alta. In seguito all'irruzione alla mezzanotte di ieri delle forze dell'ordine nell'area tra San Didero e Bruzolo, dov'è prevista la costruzione del nuovo autorporto a servizio dell'A32 Torino-Bardonecchia, nell'ambito del progetto Torino-Lione, già nelle prossime ore è prevista una serie di iniziative di mobilitazione.
La prima vedrà oggi alle 16 i sindaci della valle proprio a ridosso dell'area ora tenuta sotto controllo da centinaia di agenti e carabinieri. Gli amministratori valsusini, che già avevano in programma per sabato 17 una manifestazione informativa sul progetto dell'autoporto, da sempre osteggiato dai Comuni interessati, scenderanno in piazza per stigmatizzare la pesante militarizzazione del territorio disposta dallo Stato per prendere possesso dei terreni ora in fase di delimitazione da parte di Telt con pesanti recinzioni prefabbricate.
A seguire, dalle 18, il movimento No Tav si riunirà invece al centro polivalente di Bruzolo per inscenare una propria autonoma manifestazione a sostegno dei militanti ancora presenti, in piccolo numero, nel fabbricato abbandonato che sorge al centro dell'area degli scontri di stanotte. E' probabile che dal centro di Bruzolo gli oppositori della Torino-Lione muoveranno poi verso l'area del futuro cantiere, dando vita a lanci di fuochi d'artificio, battitura di recinzioni e guard rail o altre forme di protesta, se non veri e propri tentativi di incursione in direzione del fabbricato occupato mesi fa per adibirlo a presidio No Tav.
Nell'area al confine tra Bruzolo e San Didero, intanto, le maestranze della società promotrice la linea ad alta velocità sono al lavoro per posare le recinzioni in cemento armato con ringhiere in acciaio per tenere i manifestanti No Tav all'esterno dei quasi 70 mila metri quadri di terreni destinati al nuovo autoporto. L'obiettivo dell'impresa incaricata è delimitare entro un paio di giorni l'intero perimetro. Anche se ancora per mesi l'opera vera e propria non prenderà il via, l'escalation di queste ore terrà alta la tensione in valle per giorni, con inevitabili azioni di disturbo da parte del popolo No Tav.


CORRIERE DELLA SERA TORINO

Il sindaco: «L’opera devasta la Valle»

Gli attivisti: «Siamo qui per difendere l’unico polmone verde della bassa valle dalle ruspe»

Nel frattempo i sindaci di San Giorio, San Didero, Bruzolo e Mattie hanno raggiunto a piedi, accompagnati da un centinaio di attivisti lungo la statale, il presidio di San Didero dove alcuni rappresentanti del movimento No Tav sono ancora asserragliati sul tetto. Ai primi cittadini sarà permesso accedere all’area recintata per tentare una mediazione, mentre il tentativo di irruzione di alcuni manifestanti è stato respinto. La tensione resta alta e oggi pomeriggio sindaci e movimento No Tav hanno organizzato una conferenza stampa.
«È davvero inaccettabile», spiega Sergio Lampo, sindaco di San Didero, «che a fronte della grave emergenza sanitaria che tutto il Paese sta vivendo, cui si aggiunge la mancanza di fondi a sostegno di chi ha perso il lavoro o ha dovuto chiudere la propria attività, il governo decida di investire ingenti somme di denaro per spostare oltre mille agenti delle forze dell’ordine a difendere Telt, il cui unico scopo è quello di accedere ai nuovi fondi europei, devastando la Valle e condannando a malattie respiratorie e cardiovascolari l’intera popolazione valsusina». Sulla stessa linea gli attivisti: «Siamo qui per difendere l’unico polmone verde della bassa valle dalle ruspe».

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