L’emergenza pandemica ha condizionato la vita di ognuno noi e ha
scaricato sui lavoratori e sulle lavoratrici, il ricatto tra salute e
salario, se operanti nei settori essenziali, e lo spettro della
disoccupazione per chi è stritolato dalla morsa della precarietà. Per i
lavoratori immigrati si aggiunge il ricatto del permesso di soggiorno e
di una legislazione razzista.
Tutti i lavoratori del comparto degli
alimentari e della logistica hanno sopportato il peso dell’aumento
vertiginoso dei profitti sia della grande distribuzione alimentare e sia
dell’e-commerce che fa aumentare il numero di consegne a domicilio.
Lavoratori
costretti ad operare in condizioni sanitarie precarie ed in molti casi
senza la possibilità di avere un contratto di lavoro che permette di
avere un permesso di soggiorno valido.
Come ormai e tristemente noto
l’ufficio immigrazione della questura di Bologna è al collasso, con
l’attesa per la consegna che supera i 15 mesi.
La situazione è
insostenibile e producendo il blocco di fatto dei permessi della
questura di Bologna e il ritardo nella consegna dei permessi di
soggiorno impedisce:
• di firmare un contratto di affitto
• di aprire un conto in banca o chiedere un prestito
• di viaggiare
• trovare facilmente lavoro
• accedere a tutte le cure mediche necessarie
Insomma, senza permesso è impossibile vivere una vita dignitosa qui
in Europa. I padroni ne approfittano di tutto ciò con salari e
condizioni di lavoro sempre più al ribasso che creano sacche di
irregolarità enormi che il più delle volte alimentano gli interessi
della criminalità organizzata e di chi strumentalizza i migranti per le
proprie politiche razziste e capitaliste.
Per questo vogliamo
- una moratoria sui permessi di soggiorno richiesti da più di sei mesi
- l’impegno ad una maggiore accessibilità e agibilità dell’ufficio immigrazione
- la piena operatività delle piattaforme di prenotazione on-line cupa project e vesta net
Viviamo in un paese in cui la cittadinanza per chi ci è nato o
cresciuto è una concessione e non un diritto e chi ne ha diritto è
costretto ad attendere per più di 5 anni la sua naturalizzazione.
Invitiamo tutte e tutti il 12.10.2020 in presidio davanti all’
Ufficio immigrazione della Questura di Bologna, in via Bovi Campeggi n. 13, per dire no al razzismo istituzionale ed al ricatto del permesso di soggiorno!
Sindacato Intercategoriale Cobas Bologna
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