Un massiccio schieramento di polizia ha
sgomberato questa mattina il campo de La Felandina. Prefettura,
sindaco di Bernalda, questura agli ordini dei padroni e governo
uscente non hanno voluto trovare alcuna soluzione alternativa e hanno
buttato in mezzo ad una strada, ovvero nelle campagne, le centinaia
di braccianti che erano nel ghetto in condizioni inaccettabili
aggravate dall’incendio assassino che ha visto la morte di Petty,
ma che comunque nel campo erano aggregati ed erano organizzati per
andare al lavoro nelle campagne dello sfruttamento a pochi euro, e
spesso senza contratto.
La battaglia dei giorni precedenti, in
particolare il riuscito sciopero e manifestazione di lunedì scorso non è
riuscita a piegare le istituzioni che l’unica cosa che hanno messo
in campo sono “soluzioni” di divisioni, allontanamento, di
controllo dei documenti, con successiva minaccia di espulsione.
Questa mattina quindi si è consumata
una tappa di questa guerra che certo non finisce qui. Le
rivendicazioni delle associazioni solidali non sono state raccolte.
Sistema e Istituzioni vogliono solo ghetti e sfruttamento e sono
loro che mettono in clandestinità i migranti che pur lavorano.
Ma in questi giorni i braccianti hanno
organizzato un comitato con loro rappresentanze dei vari paesi. Le tre
rivendicazioni che lo Slai cobas sc Taranto ha portato fin dal primo momento restano più che
mai necessarie:
Campo attrezzato e autogestito per
tutti; documenti, permesso di soggiorno per tutti, a partire da
quelli che hanno visto il loro documento bruciato dall’incendio,
contratto di lavoro e un salario dignitoso.
I braccianti anche stamattina hanno
fortemente denunciato alla stampa e Tv la loro condizione.
Lo sgombero del campo rende chiaramente
più difficile la lotta e l’organizzazione, ma l’assemblea dei
migranti prima dello sgombero, il Comitato dei lavoratori migranti, noi Slai cobas sc, le associazioni del Forum sono in
campo per costruire gli ulteriori momenti di lotta.
A nostro giudizio occorre rilanciare
la costruzione di un campo autogestito per tutti i braccianti
migranti; l’organizzazione dello sciopero per il contratto di
lavoro, il salario dignitoso e centralizzare la lotta per i documenti.
Le
stesse contraddizioni che
lo sgombero crea per gli agricoltori in una fase intensa di
raccolta, se riusciamo ad continuare la lotta, deve servire per
rafforzare la battaglia per il contratto e il salario dignitosi.
Le scadenze che il Forum si prepara a
rilanciare, manifestazione alla regione del 3 settembre e
manifestazione a Matera devono servire a dare visibilità e forza a
questa battaglia, a raccogliere intorno alla lotta dei braccianti il
massimo di sostegno per ottenere risultati.
I braccianti de La Felandina sono in
questo momento un punto di riferimento necessario della lotta dei
braccianti su tutto il territorio nazionale. Quindi, bisogna
sviluppare il massimo di informazione, sostegno, presa di posizione,
mobilitazione di operai e lavoratori.
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