La crisi di governo, apertasi con l'intervento del presidente Conte che ha attaccato Salvini e la sua azione e quindi nelle sue intenzioni messa una parola fine alla collaborazione con la sua Lega, si è rapidamente impantanata durante le cosiddette "consultazioni" del "notaio democristiano" Mattarella, che lungi dal prendere atto della sostanza di questa crisi e quindi orientare le forze politiche verso una soluzione che mettesse fine alla presenza di Salvini, ha raccolto una rassegna di opinioni senza costrutto, più simili ad un preannuncio di campagna elettorale che alla formazione di un nuovo governo.
Il resto lo ha fatto il PD con le sue due sciagurate componenti. Quella di Renzi, vero artefice storico dell'autostrada aperta all'affermazione elettorale del fascio-populismo, che si è voluto intestare un eventuale nuovo governo che riportasse dentro lui e il suo cerchio tragi-comico (si è parlato infatti della Boschi come ministro, ecc.); in nome dell'antisalvinismo è stato un assist esplicito a Salvini per rovesciare le ragioni della crisi e farla apparire una congiura di Palazzo. Peggio di Renzi ha fatto
Zingaretti che ha posto subito tutta una serie di condizioni alla formazione del nuovo governo, non partendo dai dati politici drammatici della situazione, la marcia di Salvini verso il plebiscito elettorale e i pieni poteri, ma rilanciarndo il modus operandi tradizionale del PD che in questi anni ne ha fatto una casta politica legata a banchieri, industriali, giornali e distante dalle masse, in particolare quelle orientate a sinistra.
Indebolito, quindi, il carattere di un blitz per mettere fine alla presenza di Salvini nel governo e all'attuale compagine fascio-populista, i 5stelle sono caduti a loro volta nella fotografia di quello che realmente sono, una compagine populista tendente a destra, guidata da una casta che non è più solo la "Grillo-Casaleggio" ma un'articolazione di personaggi, ognuno dei quali lavora per sè e la propria carriera. Una compagine che ha detto finora sostanzialmente sì a tutte le proposte di Salvini, a partire dai Decreti Sicurezza e che gli ha servito in questi mesi su un piatto d'argento il potere accumulato e il consenso estorto e impostocon le logiche attuali della comunicazione.
Quindi, l'ipotesi di un governo fascio-populista è rimasta in campo per ricostruirsi subito o per riproporsi dopo il passaggio elettorale.
E' inutile dire che la borghesia imperialista italiana sta a guardare e non sembra avere neanche una particolare volontà di tramare nell'ombra, attendendo comunque un governo che segua i canali obbligati dettati dalla crisi, dall'economia e dalla contesa economica mondiale con il ruolo particolare di Trump e dei governi imperialisti europei, Francia e Germania.
Inutile dire che gli alleati principali dei padroni, più che questi improvvidi partiti parlamentari, sono i sindacati confederali che facendosi scudo delle gravi emergenze sociali, in particolare nelle fabbriche a rischio, chiedono un governo comunque, che permetta di continuare a trattare le vertenze di fabbrica e le situazioni sociali come è stato fatto finora e i cui risultati negativi per gli operai e le masse sono sotto gli occhi di tutti.
Classe operaia e masse popolari non hanno un loro partito politico che faccia sentire il suo peso tattico nella crisi e dentro una strategia di rovesciamento di tutti i governi dei padroni.
Ma questo partito si costruisce agendo da partito,nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse, senza alcuna attesa della spontaneità dell'autorganizzazione e senza la politica di piccolo cabotaggio delle varie componenti opportuniste e populiste di sinistra.
Per questo fondamentale è avere una posizione comunista e di classe che rappresenti l'avanguardia politica necessaria e farla agire con la propaganda, agitazione e organizzazione
VIA SALVINI - VIA IL FASCIOPOPULISMO
CONTRASTARE SU TUTTI I TERRENI LA PROPOSTA DI ELEZIONI PLEBISCITO PER I PIENI POTERE
NO AI DECRETI SICUREZZA - NO AL JOBS ACT DI RITORNO
COSTRUIRE CON LA LOTTA E L'ORGANIZZAZIONE IL FRONTE UNITO DELL'OPPOSIZIONE PROLETARIA E POPOLARE
LAVORARE NELLA PROSPETTIVA STORICO STRATEGICA DELLA NUOVA RESISTENZA
Proletari comunisti - PCm Italia
25 agosto 2019
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