sabato 1 settembre 2018

pc 1 settembre - Brasile: un Paese in profonda crisi e la prospettiva delle masse – editoriale del giornale rivoluzionario A Nova Democracia


Generale inquadra candidati per la gestione del vecchio ordine

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Ano XVII, nº 214 - 2a quindicina di agosto 2018

Il movimento delle Forze Armate (FF.AA.) nella realizzazione passo dopo passo di un colpo di stato militare controrivoluzionario preventivo si muove in varie direzioni, ma con lo stesso obiettivo.
Da un lato, contribuiscono alla militarizzazione del Sud America, sostenendo le macchinazioni e le minacce degli Stati Uniti all'integrità del Venezuela. Un esempio concreto è stata la realizzazione, nel novembre dello scorso anno, di un'operazione di formazione di guerra nella giungla amazzonica (Amazonlog) con la partecipazione di Brasile, Perù, Colombia, Stati Uniti e altri "ospiti".
Per il numero dei partecipanti – il Brasile con oltre 1.500 e gli Stati Uniti d'America con solo 30 - si deve ammettere che i 30 Yankees potevano essere solo istruttori militari che preparano i brasiliani nella logistica di ricevimento di migranti venezuelani in terra brasiliana.

E ancora sulla militarizzazione della regione, c’è all'ordine del giorno la cessione della base Alcântara
agli Stati Uniti, zona troppo ambita dagli Yankees che, se realizzata, diventerà una vera e propria enclave militare yankee nello stato del Maranhão.

D'altra parte, c'è un fatto ancora più deplorevole perfino per i padroni della stessa vecchia democrazia; tuttavia, nulla di strano nel simulacro della Repubblica: un generale un sabato convoca aspiranti candidati per la gestione del vecchio Stato. A parte tutto, l'atteggiamento del comandante dell'esercito di "invitare" tali candidati per una conversazione non può che suonare come un vero e proprio inquadramento ideologico, politico e militare dei candidati.
Tale mostruoso scenario rivela di molto l'estensione e la profondità della crisi di decomposizione del sistema politico e del processo, passo dopo passo, del golpe militare controrivoluzionario preventivo contro l’inevitabile rivolta popolare. Le contingenze economiche imposte dal mantenimento del sistema di sfruttamento e oppressione non sono più sufficienti; una liturgia servile della difesa del vecchio ordine è già necessaria. Cioè, l’assoggettamento alla condizione di sottomissione nazionale, garantendo privilegi di mercato (banche) e delle multinazionali, in particolare le minerarie e petrolifere, con il solenne impegno a non modificare le prestazioni pensionistiche dei militari e, infine, consacrare il patto per portare avanti la guerra reazionaria contro il popolo, specialmente i poveri e i neri delle favelas e nelle campagne. E questo significa continuare con la politica della "pubblica sicurezza" assassina, che provoca la morte di 63 mila persone l'anno, più che in ogni guerra in corso nel mondo di oggi, rinchiudendo i giovani sopravvissuti in prigioni medievali.

Questa procedura fa parte della "prima fase" del colpo di stato, come iniziativa delle Forze Armate e dell'Ambasciata USA per stabilizzare il vecchio ordine, l'intronizzazione di generali a posti di comando del governo, inducendo l'idea di un "bagno" etico e morale delle vecchie e corrotte istituzioni, nel tentativo di rilanciare l'economia. Se fallisce, ci si assicura di passare al "secondo stadio" di concentrazione e centralizzazione di tutto il potere, nel tentativo di salvare lo stato imputridito.
Tutto, però, sarà vano dal momento che il rovesciamento di questo vecchio ordine è una necessità storica di un paese in cui la reazione – con il ferro, il sangue e il fuoco – blocca fino ad oggi tutti i tentativi per far progredire la rivoluzione democratica, e che porta nei recessi della storia della nazione la spazzatura di scheletri feudali, di schiavitù, coloniale ammucchiati in questo secolare sistema di sfruttamento e oppressione senza fine.

Una crisi politica la cui panacea si cerca in un'elezione in cui una scheda fascista-golpista, agganciata alle baionette, è la dimostrazione nuda e cruda del degrado irreversibile di questo vecchio ordine semi-coloniale e semifeudale e del suo regime di capitalismo burocratico.

La rivoluzione di nuova democrazia arriverà perché è una richiesta obiettiva, imprescrittibile e in attesa della nostra storia, e in quanto alle condizioni soggettive della sua realizzazione le masse dimostrano sempre più di prepararle, con le sue sollevazioni, costruendo la forza che le guiderà. E qualsiasi misura preventiva rispetto a questo grandioso evento è solo il crepitio delle armi della reazione più anacronistica che non farà altro che suscitare lo slancio verso il cambiamento del popolo brasiliano.

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