martedì 28 agosto 2018

pc 28 agosto - Ancora sulla manifestazione al porto di Catania - un racconto di una compagna presente - stralci

Più di tremila persone, provenienti da tutte le province siciliane, ma anche dalla Calabria, da Roma, da Bologna, da Torino, e da altre città italiane, hanno risposto all'appello della Rete Antirazzista Catanese, in presidio permanente già da inizio settimana al Porto di Catania. 
La composizione dei manifestanti era molto eterogenea: partiti, sindacati e movimenti di sinistra, centri sociali siciliani e diversi cittadini 'cani sciolti', un piccolo gruppo dell'autonomia di Catania (Prc, Leu, Cgil; Potere al popolo di Catania, Palermo, Messina e Agrigento; Usb di Catania, Palermo, Cosenza, Roma, Bologna; Pcml, Pci), gruppi anarchici siciliani, in particolare di Ragusa e Catania, alcuni riferibili al giornale "Sicilia libertaria", tante associazioni laiche e cattoliche, cooperanti internazionali di varie Ong, gli scout, i preti e le suore. 
Già prima del concentramento il porto è stato invaso da tanti blindati di Polizia e Carabinieri, rigorosamente in tenuta antisommossa. L'accesso alla banchina che permetteva di avvicinarsi alla
nave è stato bloccato, in poche ore, dalla tarda mattinata al primo pomeriggio, con una rete alta e un blindato, oltre che da un plotone di Digos e Polizia, ed è stata imposta come "zona rossa". . All'ingresso del porto molti attivisti sono stati perquisiti e hanno dovuto esibire i documenti, mentre un uomo è riuscito ad entrare, con in mano un bastone molto grosso e una bandiera "Noi con Salvini", e ad arrivare fino al concentramento, da dove ovviamente è stato cacciato, 
Dopo vari interventi da un piccolo palco, si è cercato di trattare per accedere alla banchina che era stata chiusa, ma invano. Pertanto ci si è spostati in corteo per raggiungere il molo difronte alla nave Diciotti e poter salutare i migranti e far sentire la nostra vicinanza. Arrivati sul molo, un gruppo di fascisti si è intrufolato, ma è stato prontamente cacciato dalle compagne e dai compagni di Pap Catania. Anche il Pd è stato immediatamente contestato, già al concentramento, e cacciato dal corteo, ancora grazie all'intervento di Pap Catania, con l'appoggio di Emergency e di una larghissima parte del corteo che ha intonato Bella Ciao..
Dopo una sosta sul molo, il corteo compatto è ritornato al concentramento vicino alla zona rossa e si è trovato i blindati davanti al piccolo palco, e un cordone di polizia e carabinieri schierati con caschi, scudi e manganelli. In modo pacifico si è cercato di andare oltre, ma immediatamente è partita la prima carica e poi ancora un'altra più violenta che ha ferito gravemente un ragazzo e in maniera più lieve almeno una decina di manifestanti. Mentre i poliziotti ci caricavano, otto attivisti sono riusciti a entrare in una banchina sotto e gettandosi in mare, a nuoto hanno raggiunto la Diciotti. Sono stati poi avvistati dalle motovedette della Polizia e fatti rientrare a nuoto. Intanto noi si era sul molo dinanzi a salutare con i fumogeni i migranti che ci rispondevano come potevano, ma si facevano sentire. In tarda notte finalmente li hanno fatti scendere e le operazioni sono state seguite e sorvegliate da parecchi manifestanti. 
Nel link il video delle cariche. Notate nella seconda carica un poliziotto che si stacca dal cordone. mentre inseguiva una ragazzina appena diciottenne. 
Le mie valutazioni: 
Dobbiamo costruire altre piazze decise e senza paura come quella di Catania. A Catania abbiamo vinto e non certo per la denuncia della procura di Agrigento, che piuttosto darà solo più visibilità e voti a Salvini, ma lottando assiduamente per una settimana con un presidio permanente e una presenza costante e massiccia. Non dobbiamo permettere al Pd di approfittare delle nostre piazze e farne le loro passerelle e vetrine, ma contestarli e cacciarli prontamente dai cortei come a Catania.

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