mercoledì 29 agosto 2018

pc 29 agosto - Dopo Moavero e Salvini, Di Maio in missione imperialista da Al Sisi. In nome e per conto degli affari delle imprese e banche italiane. Da Eni a Pirelli, passando per Techint e Ansaldo, Intesa S. Paolo...

Di Maio va in Egitto, da male assoluto a partner speciale
Chiederà giustizia per Giulio Regeni, ma (come scriveva lui su Facebook nel febbraio 2016) ancora una volta si rischia di preferire gli interessi economici
Dal male assoluto a partner speciale. Missione egiziana per Luigi di Maio, alla corte del Faraone Al Sisi. Affari (9 miliardi di euro in ballo), migranti (accordo bilaterale di contenimento) e Libia (sostegno alla cabina di regia italiana) sono i tre dossier fondamentali che porta il vice premier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, al Cairo per la sua prima missione governativa all'estero. "Nelle ultime settimane" c'è stato "un balzo senza precedenti" nelle relazioni tra Italia ed Egitto e questo "rapporto speciale tra il Cairo e Roma" è dimostrato dalle visite in Egitto "in un mese di tre ministri italiani" rimarca il sito del quotidiano egiziano Youm 7, commentando l'arrivo oggi in visita ufficiale nella capitale egiziana di Di Maio, terzo in pochi mesi dopo il ministro
dell'Interno Matteo Salvini e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Il clou della visita Di Maio - che in tarda serata incontrerà la comunità italiana a Il Cairo presso la sede dell'ambasciata italiana - sarà mercoledì con l'atteso colloquio con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. "Al centro dei colloqui - sottolinea una nota del Mise - ci saranno i temi relativi ad un lento e graduale rafforzamento della cooperazione bilaterale nei settori dell'energia, delle infrastrutture, economico e commerciale", ma "anche i fatti legati all'omicidio di Giulio Regeni, alla collaborazione tra le nostre Procure e che vedono il Governo italiano determinato nella ricerca della verità". Tema, quest'ultimo, alquanto scottante tanto da non essere stato neanche sfiorato dai media egiziani che hanno dato conto della visita.
Riferendo del colloquio avuto ieri con Di Maio, l'ambasciatore egiziano in Italia, Hisham Badr, ha sottolineato che il vice premier "è consapevole del ruolo di primo piano dell'Egitto nel Mediterraneo sotto la leadership di al-Sisi" e ha evidenziato come abbia scelto Il Cairo per la prima visita all'estero da quando si è insediato. Quanto alla vicenda Regeni, l'ambasciatore egiziano preferisce glissare. Sul caso del giovane ricercatore friulano - scomparso il 25 gennaio 2016 al Cairo, e trovato morto otto giorni dopo (il 3 febbraio), barbaramente ucciso dopo essere stato torturato - esiste una sensibilità dei 5 Stelle ben diversa da quella dell'altro contraente del "Contratto di governo", Matteo Salvini. "Vogliamo ricostruire buoni rapporti con l'Egitto – dichiarò il ministro dell'Interno e vicepremier leghista al Corriere della Sera dopo il viaggio al Cairo - Io comprendo bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, per l'Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l'Egitto". Quanto al caso Regeni, il titolare del Viminale aggiunse seccamente ad al Jazeera: "Mi fido del Cairo". D'altro canto, esiste anche una distanza tra il M5S di Governo e quello, ben più duro sul tema, dei tempi, anche ravvicinati, di opposizione. Di Maio ha provato a cercare una sintesi, non potendo sacrificare la memoria alla ragion di Stato, anche perché, dall'opposizione, il M5S tuonò pesantemente contro i precedenti governo.
Ecco cosa scriveva Di Maio su Facebook il 6 febbraio 2016: "Con questo Governo, la verità sulla vicenda di Giulio Regeni farà la fine dei Marò. In India il Governo italiano preferì le commesse di elicotteri Finmeccanica piuttosto che pretendere il rimpatrio dei nostri fucilieri di marina. A giudicare dalle passerelle dei nostri ministri e dalle timide dichiarazioni del premier, anche in questa vicenda, ancora una volta si rischia di preferire gli interessi economici. In Egitto l'Eni ha interessi stratosferici ed Edison, Intesa Sanpaolo, Pirelli, Italcementi, Ansaldo, Tecnimont, Danieli, Techint, Cementir stanno piantando tende. Alcuni di questi gruppi hanno Renzi al guinzaglio e non gli permetteranno mai di fare la voce grossa con il dittatore al Sisi per ottenere la verità sui responsabili della morte di Giulio. L'Egitto ci prende in giro. Ci avevano detto che Giulio fosse morto in un incidente d'auto, ma dopo l'autopsia in Italia scopriamo che la vera causa è stata la frattura della vertebra cervicale dopo un colpo alla testa. Sul corpo ci sono segni di un violento pestaggio. Ora come ora, se al Sisi si ostinerà a nascondere la verità, il Governo dovrebbe minacciare e eventualmente avviare ritorsioni economiche verso l'Egitto. Giulio era ed è uno dei nostri orgogli nel mondo. Una di quelle persone da cui prendere ispirazione, un ricercatore che era in Egitto per intervistare attivisti per i diritti dei lavoratori, per la sua ricerca. È scomparso la notte del 25 gennaio al Cairo in Egitto ed è stato ritrovato morto nove giorni dopo. Dall'Egitto ci hanno fatto sapere che era per un incidente d'auto". Ma l'autopsia eseguita dai medici italiani dimostra che sia "morto per frattura della vertebra cervicale dopo un colpo alla testa. Sul corpo segni di un violento pestaggio... C'è puzza di bruciato e il Governo Italiano deve andare fino in fondo. Lo faccia una volta tanto".
Oltre all'Eni, circa 130 aziende italiane operano in Egitto e producono circa 2,5 miliardi di dollari. C'è Edison (con investimenti per due miliardi) e Intesa San Paolo, poi Italcementi, Pirelli, Italgen, Danieli Techint, Gruppo Caltagirone, e molti altri. Imprese di servizi, impiantistica, trasporti e logistica. L'Egitto fa gola. Ha lanciato grandi progetti infrastrutturali, il governo egiziano conta di investire tantissimo con i soldi promessi in gran parte dalle monarchie del Golfo, e le imprese di tutto il mondo sperano di partecipare alla festa. I diritti umani sono importanti, ma c'è la ragion di Stato. Per il Di Maio di lotta contavano, e non poco. Per quello di governo, vedremo.

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