Se si vive di più, devi vivere peggio. La questione dell'allungamento dell'età pensionabile mostra nuda e cruda la logica del capitale e del suo Stato, del suo governo.
Da un lato, in quanto sei una mera forza-lavoro che deve essere sfruttata per il pluslavoro, fonte di profitto per il capitale, devi essere sfruttato/spremuto fino al massimo possibile - tutta la vita al servizio della ricchezza dei padroni; dall'altra lo Stato, il governo vede come non far arrivare sempre più la gran parte dei lavoratori a prendere la pensione, per incamerarsi quello che i lavoratori hanno pagato in 40/45 e più anni di lavoro.
L'allungamento dell'aspettativa di vita diventa una falsa giustificazione dell'aumento a 67 e poi 70 anni dell'età pensionabile per il governo, l'Inps; e invece un fatto reale che viene rivoltato contro per i lavoratori, le lavoratrici.
Per le donne, poi, ecco l'unica parità che questo sistema può dare: la parità nello sfruttamento!
Lì dove, invece, aumenta sempre più
la condizione di discriminazione delle donne sull'occupazione, sui
salari (più bassi del 30%), sulle condizioni di lavoro; e lì dove
aumenta la precarietà dei rapporti di lavoro, per cui non potranno mai raggiungere la pensione, e insieme aumenta la fatica e l'onere del doppio lavoro delle donne.
Nessuna donna, nessun giovane lavoratore potrà mai andare in pensione!
La realtà
vera è quella di un taglio rilevante alla spesa pensionistica, per utilizzare i soldi dei lavoratori, delle lavoratrici per girarli sotto incentivi e sgravi ai padroni (che così guadagnano due volte), o per usarli per la spesa militare, la macchina repressiva.
Nessun commento:
Posta un commento