Dichiarazione del PCI
(Maoista) sullo scontro di Malkangiri
5 novembre 2016
Le dichiarazioni
rilasciate dagli agenti di polizia fino ad ora sull'attacco congiunto della
polizia dell’Andhra e Odisha al nostro campo vicino al villaggio di Ramaguda nel
distretto di Malkangiri nell'Odisha il 24 ottobre e sul massacro di 31 dei
nostri compagni, sono fuorvianti dato che sono completamente
diverse da quello in realtà è successo lì. Vi è un certo ritardo da parte
nostra nel condividere i fatti con le popolazioni perché siamo completamente
circondati dalla polizia.
Che cosa realmente è accaduto:
la nostra squadra ha raggiunto il villaggio di Ramaguda il 23 ottobre mattina e
vi si è accampata. Anche noi abbiamo dormito nei pressi del villaggio quella
notte. La mattina presto del giorno successivo, alcune persone hanno visto la
polizia venire verso il nostro campo e hanno cercato di informarci, ma la
polizia li ha arrestati e ha impedito che ci arrivassero le informazioni.
Mentre stavamo facendo il nostro appello verso le 6 del mattino, la polizia è
arrivata vicinissima al nostro campo da due lati. Il nostro PLGA [People’s Liberation
Guerrilla Army] si mise in allarme immediatamente e cominciò a sparare. Alcuni
giovani adivasi disarmati, sia uomini che donne, provenienti dai villaggi
vicini, che erano con noi in quel momento hanno iniziato a correre verso un
villaggio vicino. La polizia ha sparato in modo indiscriminato a coloro che
erano in fuga e anche agli Adivasi che stavano pescando nel ruscello adiacente
al nostro campo e ne hanno ucciso alcuni. Molti degli adivasi sono rimasti
feriti nella sparatoria e alcuni di loro sono stati arrestati. La nostra
squadra si è ritirato dal campo in sicurezza, resistendo. Non abbiamo subito
alcuna perdita fisica al campo.
Tuttavia, in quel momento
il nostro campo era circondato dalla polizia con due cordoni. Abbiamo continuato
il fuoco per 40 minuti e ci siamo ritirati in modo sicuro dal primo cerchio. Ma
a quel punto eravamo ancora accerchiati da un altro cordone. Tutti questi poliziotti
che ci circondavano occupavano le colline e seguivano la via della nostra
ritirata continuando a sparare da tutte le parti. A quel punto, si sparava da
più di un'ora. La polizia ha sparato migliaia di colpi e noi centinaia di
colpi. Nel rompere il secondo cerchio della polizia, dovevamo passare da un
poggio da un altro, e c'era in mezzo una zona pianeggiante. Le forze di polizia
a quel punto si erano avvicinate moltissimo. Centinaia di forze di polizia
erano in posizione sicura e vantaggiosa sui colli e noi eravamo in svantaggio
in pianura. La polizia ha aperto il fuoco rapidamente e indiscriminatamente.
Mentre si rispondeva al fuoco da due lati, alcuni dei nostri compagni sono
caduti martiri e molti sono rimasti feriti, ma hanno salvato il resto dei
nostri compagni. Centinaia di forze di polizia si sono avvicinati ai nostri
compagni feriti e incapaci di muoversi e li hanno uccisi sul posto a freddo.
Anche allora alcuni compagni sono riusciti a fuggire nonostante le ferite.
Il giorno successivo, il
25 ottobre, sono arrivate alcune forze di polizia supplementari e tutta la zona
è stata rastrellata per impedire la fuga dei nostri compagni. Quel giorno il
Direttore generale della polizia del Pradesh ha visitato il luogo e, forse come
gesto di benvenuto, quattro normali giovani adivasi uomini e donne che erano
già nelle mani della polizia, sono stati uccisi ed è stata inventata un'altra
storia sullo scontro. Le persone uccise in quel giorno erano Komali (villaggio
Koduruguda), Shyamala (Pillipoduru), Kaveri Mudili e Lacha Mudili
(Daklapoduru).
Un’altra compagna che era
stata ferita e catturata dalla polizia durante l’accerchiamento, è stata uccisa
di fronte alla popolazione di Ramaguda il 26 ottobre. Allo stesso modo, altri
due compagni, Goutham e Naresh, che stavano male a causa delle ferite erano stati
catturati e uccisi davanti agli abitanti del villaggio alle 7 del mattino del
27 ottobre, creando ancora una volta una finzione di scontro.
Nel resistere a questo
massacro i nostri compagni hanno mostrato massimo coraggio, valore, odio di
classe e spirito di sacrificio. Anche quando stavano per morire, non hanno
permesso che le loro armi cadessero nelle mani del nemico e le hanno passate ai
loro compagni. In questo massacro che si è sviluppato su quattro giorni dal 24
al 27 ottobre, nel complesso 31 compagni sono stati martirizzati. Nove di loro
erano solo dei normali giovani adivasi, uomini e donne. Di tutti i martiri,
nove sono stati catturati vivi e quattro di loro sono stati uccisi il 24
ottobre, quattro il 25 ottobre e uno al giorno in cui le forze di polizia si
ritirarono.
Dettagli dei martiri:
1. Compagno Prasad @
Bakuru Venkataramana (AOB SZCM), Bakuru, Visakhapatnam
2. Compagno Daya @
Kishtaiah (AOB SZCM), Nalgonda district
3. Compagno Gangadhar @
Prabhakar (DVCM), Yapral, Rangareddy district
4. Compagno Kiran @
Suvarnaraju (DVCM), West Godavari district
5. Compagno Munna @
Prudhvi (Platoon Deputy), Alakurapadu, Praksham district
6. Compagno Birsu @
Kesavarao (Section Commander), Tadipalem, Visakhapatnam
7. Compagno Rajesh @
Somlu (Section Deputy), Kottam, Bijapur district
8. Compagno Erralu @
Nangalu (CPCM), Erram, Bijapur district
9. Compagno Buddhi @
Budri Sori (ACM), Gurnam, Bijapur district
10. Compagno Manjula @
Unji (ACM), Nangelgudem, Sukma district
11. Compagno Goutham
(Commander of Technical Squad), Kanker district
12. Compagno Murali @
Simhachalam (ACM), Vizianagaram district
13. Compagno Madhu @ Dasu
(ACM), West Godavari district
14. Compagno Lata @
Bharati (ACM), Hyderabad
15. Compagno Mamata @
Bottu Kundana (PM), Srikakulam district
16. Compagno Dasu @
Sadhuram (PM), Vakapalli, Visakhapatnam district
17. Compagno Naresh @
Suresh (PM), Samana, Koraput district
18. Compagno Tilaka (PM),
West Bastar, Bijapur district
19. Compagno Ganga @
Ganga Madhavi (PM), Seelakota, Visakhapatnam district
20. Compagno Rajita @
Kami (PM), Nanadari, Visakhapatnam district
21. Compagno Jyoti (PM),
Sumanova, Visakhapatnam district
22. Compagno Kamala @
Lakki (PM), Alum, Bijapur district
Normali Adivasi
1. Lacha Modili,
Daklapoduru, Malkangiri district
2. Kaveri Modili,
Daklapoduru
3. Bumili,
Bachcharapoduru
4. Malkan Pangi,
Bachcharapoduru
5. Amala, Bachcharapoduru
6. Shinde, Mukkudupalli
7. Shyamala, Pillipoduru
8. Jaya, Koduruguda
9. Komali, Koduruguda
Chiediamo una
inchiesta giudiziaria
La polizia ha trattato i cadaveri dei nostri martiri nel modo più disumano. Le autopsie sono state fatte in fretta, ad amici e parenti non è stato permesso di identificare i cadaveri, le loro foto non sono state mostrate e i corpi sono stati tenuti in cartoni ordinari. Ai membri delle famiglie non è stata data l’autorizzazione a prendere i corpi dei loro cari per un ultimo saluto. Il nostro partito rende umilmente il massimo omaggio a tutti questi martiri. Il nostro partito condivide il dolore dei membri della famiglia, dei parenti e degli amici. Il nostro partito prende l’impegno a vendicarsi contro lo Stato che ha ucciso i nostri martiri. Il nostro partito promette che porterà avanti la loro causa fino alla fine. Tutti i compagni martiri sono entrati nel movimento dai settori più oppressi della società. Hanno combattuto per entrare nella democrazia. Si sono armati con la personale comprensione che non c'è altro modo che la lotta armata per risolvere i problemi della democrazia. Questa non è una questione di legge e ordine, come sostiene il governo. Questo è il problema del 90 per cento della nostra gente. Si tratta di un problema socio-economico del nostro popolo. Questo problema non può essere risolto solo uccidendo i nostri compagni. Il popolo continuerà a combattere fino a che questo problema venga risolto. Svilupperemo ancora dei dirigenti da tutte quelle masse che lottano. Noi colmeremo il vuoto creato dalla perdita dei nostri martiri. I sacrifici non sono nuovi per il nostro partito. Abbiamo portato avanti il movimento aprendo e lastricando la strada con i sacrifici. In questo particolare incidente, abbiamo pagato un prezzo pesante per il nostro errore di valutazione del nemico e affermiamo umilmente davanti al nostro popolo che siamo dispiaciuti per il nostro errore. Facciamo appello al nostro popolo ad accrescere il nostro odio di classe nella lotta con il nemico e a portare avanti la causa dei nostri martiri. Chiediamo che venga istituita un'inchiesta giudiziaria sull'omicidio di nove normali giovani adivasi disarmati che sono stati catturati vivi e uccisi. Facciamo appello a tutti e ai democratici a condannare questo massacro.
Ritirare le forze armate
La propaganda della polizia che dice che la Zona d’Interdizione viene utilizzata come una zona sicura dai maoisti, è una menzogna assoluta. Le popolazioni in questa regione, sotto la guida del nostro partito, stanno conducendo azioni militanti contro l'estrazione di bauxite e contro il governo chiedendo la risoluzione dei problemi degli sfollati del Bacino di Balimela. Il nostro partito, in questo settore, sta portando avanti il programma rivoluzionario agrario che prevede l’occupazione di centinaia di acri di terra e la sua distribuzione ai senza terra, con lo slogan “la terra a chi la lavora”. Allo stesso tempo, il nostro partito ha in corso diverse attività di sviluppo e di assistenza in questa area. Infuriate per questo, le forze statali, in particolare la polizia dell’Andhra e dell'Odisha hanno continuato ad attaccare congiuntamente l'area negli ultimi anni con cosiddette operazioni di rastrellamento. Hanno ucciso diverse persone e membri del PLGA. Negli ultimi due anni, si sono concentrati nell’uccisione dei nostri dirigenti. Il massacro del 24 ottobre è solo una parte di tale operazione. Tuttavia, non vi erano riunioni di comitati o plenum superiori in quel posto in quel momento, come la polizia sta sostenendo. La nostra squadra era andata lì per una visita organizzativa di routine. Le forze di polizia di nascosto si sono avvicinate al nostro campo la notte del 23 ottobre con informazioni accurate e ci hanno circondato. Ricevendo altre forze la mattina dopo ci hanno attaccati verso le 6. Hanno ottenuto l'aiuto di alcuni che si sono arresi, ex attivisti. Noi dovremo sicuramente rivedere i nostri errori che ci hanno portato a questo incidente e con l'aiuto del popolo punire tutti quegli informatori e rinnegati che hanno contribuito a questo massacro. Anche ora, centinaia di forze di polizia stanno continuando con le operazioni di rastrellamento per terrorizzare la gente in questa zona e le popolazioni non sono in grado di fare i raccolti quando sono pronti e prendersi cura del loro bestiame. I leader dei partiti di governo in entrambi gli Stati, TDP e BJD, devono pagare il prezzo, se le forze di polizia non vengono ritirate.
Saluti rivoluzionari
Il compagno Jagabandhu,
Portavoce,
PCI (Maoista),
Andhra-Odisha
Border comitato speciale di zona
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