Il comitato di
Sostegno alla Guerra Popolare in India- Tunisia é nato l'anno scorso
per iniziativa di alcuni studenti e prof universitari. Il comitato é
ancora piccolo e giovane ma intende dare il proprio contributo alle
campagne internazionali che sostengono i prigionieri politici indiani
e la rivoluzione indiana cosi come già fanno altri comitati simili
presenti in molti paesi tra cui Italia, Germania, Brasile, Francia,
Austria, Stato Spagnolo, Galles, Irlanda, Inghilterra, Olanda,
Svezia, Norvegia, Canada, USA, Afghanistan e altri ancora.
Per questo chiediamo a
tutti i militanti politici e sindacali, agli intellettuali
nazionalisti e progressisti, alle organizzazioni sindacali dei
lavoratori e dei disoccupati, ai militanti attivi nelle lotte
anti-imperialiste e per la Palestina di sostenere la causa del popolo
indiano e della rivoluzione indiana secondo le proprie forze e
capacità dando cosi un contributo in maniera creativa allo sviluppo
del comitato tunisino secondo le condizioni specifiche del nostro
paese.
Iniziamo con la
sottoscrizione del presente appello:
Noi studenti, docenti,
lavoratori, intellettuali, attivisti politici e sociali sosteniamo la
campagna internazionale in corso per la difesa di Ajith e di tutti i
prigionieri politici incarcerati dal regime indiano hindu/fascista di
Modi.
Nel nostro paese si sa
molto poco dell'India e quel poco che sappiamo é un'immagine
distorta data da
alcune serie televisive diffuse nel nostro paese.
alcune serie televisive diffuse nel nostro paese.
Nonostante la grande
distanza che separa i nostri due paesi e le enormi diversità, ci
sono alcune similitudini...
In Tunisia come in India,
due democrazie formalmente, gli attivisti politici sono oggetto di
persecuzioni degne da stato di polizia.
Gli studenti, gli
scioperanti, i militanti politici basta che esprimano il loro
dissenso verbalmente o anche sui social network per essere arrestati
e prelevati a casa, come successo recentemente a Jamel Saghrouni
nella città di Sidi Bouzid e a molti altri prima di lui .
Per questo esprimiamo
solidarietà alle organizzazioni studentesche, democratiche e
rivoluzionarie indiane che quando denunciano la repressione e i
crimini dello stato indiano ne subiscono a loro volta.
Recentemente anche nel
nostro paese ci sono state iniziative di solidarietà verso uno dei
principali prigionieri politici al mondo per la causa palestinese,
George Ibrahim Abdallah, detenuto in Francia da ormai 33 anni.
Nonostante nel nostro
paese generalmente il popolo ha a cuore la causa palestinese, solo
recentemente si ha notizia di chi é George, allo stesso modo é
importante che si inizi a sapere che anche in un paese come l'India,
ci siano combattenti che hanno dedicato tutta la propria vita alla
lotta per il proprio popolo e per un mondo migliore, per questo
chiediamo l'immediata liberazione di Ajith e di tutti i prigionieri
politici indiani.
In realtà l'India é più
vicina al mondo arabo di quanto sembri, infatti il regime indiano
nella sua guerra contro il movimento maoista, la cosiddetta
"Operazione Green Hunt" cerca sempre più una "soluzione
finale" per soffocare la rivoluzione indiana e in questo é
appoggiata dall'imperialismo ma anche dal sionismo. Negli ultimi anni
infatti il governo indiano ha intensificato la cooperazione militare
con Israele e in particolare con il Mossad prendendo esempio dalle
pratiche di annichilimento selettivo dei leader patriottici
rivoluzionari in Palestina e comprando alcuni armamenti
tecnologicamente avanzati da dare in dotazione alle proprie forze
paramilitari.
Ormai la cosiddetta terza
fase dell'Operazione Green Hunt punta a fare terra bruciata intorno
al movimento rivoluzionario, non solo uccidendo i leader della
rivoluzione ma anche innocenti contadini e tutte le minoranze come
gli adivasi (popolazioni tribali) i musulmani e i cristiani che sono
vittime di massacri da parte dei gruppi fascisti hindu sostenuti dal
governo.
L'ultimo di questi
massacri e crimini da parte dello stato indiano contro il popolo é
avvenuto alla fine di Ottobre a Malkangiri nello stato dell'Odisha in
cui circa 30 tra militanti maoisti, contadini e adivasi sono stati
interrogati, torturati e uccisi sul posto dai paramilitari indiani
che parlano di scontro a fuoco quando invece si tratta di un falso
scontro e di un'esecuzione a sangue freddo!
Nelle aree rivoluzionarie
invece, i contadini poveri possono finalmente coltivare la propria
terra e vivere del proprio lavoro; il governo indiano combatte tutto
questo in alleanza con i grandi latifondisti o per vendere la terra
alle grandi compagnie multinazionali e per sfruttare le risorse del
paese.
Con le dovute differenze
avviene qualcosa di simile anche in Tunisia dove lo stato attacca le
esperienze contadine di autogestione diretta della terra come
nell'oasi di Jemna (Kebili), a Dkhila e Chuiguie (Manouba) e Najeh
(Meknassi, Sidi Bouzid) ecc. svende le risorse del paese come fosfati
e petrolio alle compagnie e multinazionali straniere mentre la
maggioranza dei giovani di questo paese sono disoccupati e spesso
molti di loro scelgono la via del suicidio purtroppo.
Contro tutto questo
l'alternativa é la lotta per un mondo migliore senza sfruttamento,
cio' sta avvenendo in India con la Guerra Popolare diretta dal PCI
(m) per questo ribadiamo con forza:
Libertà per Ajith e
tutti i prigionieri politici indiani!
Basta con i falsi
scontri e le uccisioni mirate a sangue freddo dei rivoluzionari,
contadini, Adivasi come successo questo mese a Malkangiri!
Abbasso il regime
hindu/fascista di Modi
Viva la Guerra
Popolare in India e il PCI (m)
Nessun commento:
Posta un commento