Da Agro Caleno ad Agro Cileno. Questura e Carabinieri
impazziscono e diffidano
Una grave
intimidazione quella che le comunità in dell'Agro Caleno in lotta contro il
disastro ambientale stanno subendo in queste ore dalla questura di Caserta, la
quale ha vietato il presidio che si doveva tenere oggi sotto la Prefettura e ha
consegnato diffide ai comitati, ai cittadini, e perfino ai sindaci che avevano
annunciato la partecipazione e alle ditte dei bus che dovevano permettere di
raggiungere Caserta. Il presidio di oggi era un ulteriore momento di lotta che
seguiva la manifestazione del 26 ottobre, quando migliaia di persone sono scese
in piazza a Calvi Risorta contro la nascita di una centrale a biomasse, e che
porterà al corteo regionale "fiumeinpiena" contro il Biocidio, del 16
novembre a Napoli. Nel frattempo i comitati annunciano che non si fermeranno e
convocano per le 15:00 un'assemblea popolare nella villetta comunale di Calvi
Risorta. Riportiamo di seguito il comunicato del Comitato per l'Agro Caleno: No
Centrale a Biomasse e seguiranno ulteriori aggiornamenti.
Scene di
vero e proprio delirio di autoritarismo ed incompetenza quelle alle quali, in
queste ore, stiamo assistendo nell’Agro Caleno. Come noto, e come da settimane
leggiamo sui giornali della provincia, oggi pomeriggio si dovrebbe svolgere un
presidio presso la Prefettura di Caserta al fine, in seguito al grande corteo
che invase le vie di Calvi Risorta il 26 ottobre scorso, di ottenere qualche
risposta da sua maestà il Prefetto (come del resto avviene quotidianamente in
ogni parte d’Italia) sulle prospettive del territorio e sull’opportunità di
edificare nuovi impianti. Niente di strano quindi, se non fosse per l’eclatante
mossa del Questore di Caserta che arriva a poche ore dal presidio, il dottor
Gualtieri ha deciso, in maniera quantomeno anomala, che il“corteo” (mai
convocato trattandosi di un semplice presidio) deve essere vietato
e, mobilitando tutte le stazioni dei Carabinieri dell’Agro Caleno, oltre al
Comando Provinciale di Capua, ha fatto pervenire, nella tarda serata di ieri,
alcune diffide ad attivisti di associazioni scelti in maniera arbitraria e
sconcertante. A Calvi Risorta i Carabinieri, con le diffide in bianco e da
compilare, hanno fatto visita a due persone scelte a caso. A Pignataro
Maggiore, i militari, hanno cercato di far firmare un atto in bianco ad un
ragazzo minorenne, a Sparanise, infine, hanno cercato di far firmare ad una
persona una notifica indirizzata, invece, al presidente di una associazione che
vive al nord e che, appunto, non avrebbe in ogni caso potuto partecipare
all’iniziativa. Incompetenza, abuso di potere o ritorno al fascismo? Giudicate
voi. Non si accorgono della presenza camorristica che distrugge la vita
civile ma odiano i cittadini quando cercano di prendere parola. Purtroppo
la storia non finisce qui ed il peggio deve ancora arrivare. Stamattina,
infatti, i Carabinieri di Sparanise e Pignataro Maggiore (che a differenza di
quelli di Calvi Risorta non se la sono sentita di notificare a casaccio diffide
in bianco compilate al momento) si sono presentati nei rispettivi municipi per
diffidare i Sindaci Sorvillo e Cuccaro dalla partecipazione al presidio e
per ‘biasimarli’ per l’appoggio dato ai comitati ed ai cittadini.
Non contenti, gli sceriffi della terra dei fuochi, hanno provveduto a
notificare ulteriori diffide alle società di trasporto che avrebbero dovuto
portare, con i due autobus affittati, la delegazione di cittadini a Caserta. Bene,
mentre scriviamo non abbiamo ancora capito sulla base di quali valutazioni
questi comportamenti siano legittimi e, per quello che ci compete, abbiamo la
netta sensazione di trovarci di fronte all’ennesimo abuso di potere tipico
degli sceriffi di provincia, quegli stessi, lo vogliamo ripetere, che restano
complici e solidali con i poteri speculativi e camorristici che stanno
devastando il nostro territorio. Ovviamente la nostra battaglia andrà avanti
e, lo diciamo a chiare lettere, se i caleni non possono venire a Caserta a
rovinare la bella vetrina di piazza Vanvitelli, vorrà dire che faremo in modo
che sia il Prefetto a venire da noi.
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