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Amianto, indagati De Benedetti e Passera per i morti alla Olivetti
Nel registro degli indagati altre 22 industriali e manager, tra le accuse omicidio colposo e lesioni colpose plurime. I lavoratori avrebbero lavorato per anni in reparti a stretto contatto con il minerale cancerogeno. L'ingegnere si dice estraneo alla vicenda
Venti morti sospetti.
Venti operai che
per anni hanno lavorato alla Olivetti di San
Bernardo, a Ivrea, nei reparti contaminati da fibre di amianto. La
Procura della Repubblica di Ivrea ha aperto un’inchiesta iscrivendo nel
registro degli indagati 24 persone, industriali e manager, tra cui l’ex
presidente Carlo
De Benedetti e l’ex amministratore delegato Corrado
Passera. Tra le ipotesi di reato ci sono omicidio
colposo e lesioni
colpose plurime. L’ingegnere fu presidente della società dal ’78 al
’96, mentre Passera co-amministratore delegato tra il ’92 e il ’96. La notizia
è stata riportata dal quotidiano La
Stampa.
Le
indagini sono focalizzate sui decessi di una ventina di lavoratori avvenuti dopo
la pensione, tra il 2008 e i primi mesi di quest’anno. Tutte persone che tra la
fine degli anni Settanta e il novanta avevano lavorato in reparti contaminati da
fibre di amianto e in seguito si sono ammalati di mesotelioma pleurico, il
tumore tipico che colpisce chi ha passato lunghi periodi a contatto con
l’asbesto.
De
Benedetti si dice estraneo alla vicenda, sostenendo – in una nota del suo
portavoce – che “la realizzazione delle strutture oggetto di indagine precede di
diversi anni l’inizio della sua gestione alla Olivetti che ha sempre prestato
attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con misure adeguate alle
normative e alla conoscenze scientifiche dell’epoca”. L’ingegnere attende
fiducioso l’esito delle indagini “nel rispetto degli operai e delle loro
famiglie”.
“Violati
i principi basilari della sicurezza e igiene del lavoro”, scrivono i giudici
della Corte
d’appello di Torino nelle motivazioni della condanna di un dirigente
nel processo del novembre 2012 (il primo sulla questione) che ha innescato la
nuova inchiesta. Alla Olivetti si sapeva “della pericolosità degli agenti
chimici” utilizzati durante la lavorazione, ma si è provveduto “con colpevole
ritardo” ad affrontare il problema, continuano i giudici d’Appello. La sentenza
in questione riguarda Ottorino Beltrami, all’epoca dei fatti amministratore
delegato di Olivetti spa, al quale sono stati inflitti, in secondo grado, sei
mesi di carcere per omicidio colposo in relazione alla morte di una lavoratrice
dipendente. Il 4 dicembre la Cassazione si pronuncerà sul ricorso presentato dal
suo legale, ma nelle scorse settimane Beltrami, all’età di 96 anni, è morto.
L’ex amministratore delegato di Olivetti era stato chiamato in causa per la
storia di Lucia Delaurenti, esposta a un tipo di amianto chiamato tremolite,
ammalatasi nel 2002 e deceduta a Ivrea nel 2005. A questo primo caso se ne sono
aggiunti altri, e l’inchiesta della procura eporediese si è estesa anche a
dirigenti diversi.
Un
ex operaio addetto alle caldaie di 74 anni , oggi malato, racconta al quotidiano
torinese: “L’azienda ci ordinava di fare le lastre ai polmoni, ma nessuno di noi
capiva il perché”. Il sindaco di Ivrea, Carlo Della Pepa, si dice convinto
dell’onestà delle persone che hanno fatto la storia dello stabilimento,
sicuro che l’inchiesta: ”non rischia di offuscare il mito industriale” .
Il
processo-pilota sulle morti da amianto è quello di Torino sulla Eternit di
Casale Monferrato, che ha visto la condanna in Appello, nel luglio scorso, dell’imprenditore
elvetico Stephan Schmidheiny a 18 anni.
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