giovedì 7 novembre 2013

pc 7 novembre - Il governo italiano va alla guerra con il “made in Italy” sulla portaerei Cavour

Quanto entusiasmo da parte dei padroni! Ieri e oggi sul Sole 24 ore: “Una buona idea”, “Ben venga questa 'rotta della speranza'”.



Uno dei modi per uscire dalla crisi del capitalismo mondiale è quello della guerra. A quanto pare non bastano più le guerre attualmente in corso dette “regionali” come Afghanistan e altre in giro per il mondo, e come si vede da queste “nuove” idee si stanno tutti i paesi si stanno attrezzando.


Il governo italiano delle larghe intese ha confermato le spese per le missioni all'estero e anche questa “crociera militare” anche perché "La crisi ha bisogno di risposte innovative e di forme efficaci di collaborazione tra pubblico e privato"
“Le forze armate – ha ricordato il ministro della Difesa Mario Mauro – contribuiscono in modo importante alla nostra politica estera. Con questa iniziativa mettiamo in vetrina il sistema Italia con i suoi prodotti straordinari e puntiamo a far recuperare competitività al nostro Paese”.
“Ma l'idea non l'abbiamo avuta solo noi italiani visto che la Francia si appresta a fare partire la Charles de Gaulle con una missione simile”.
Ogni parola usata gronda guerra, sacrifici...
Chi deve coprire la faccia sporca della guerra? Ce lo dicono loro stessi. “... associazioni umanitarie che porteranno attività di assistenza nei Paesi (dalle infermiere volontarie della Croce Rossa alla Fondazione Francesca Rava e la Onlus Operation Smile).


Tutti a caccia di “mercati”, dunque, a caccia della borghesia che può spendere... visto l'impoverimento generalizzato del proletariato e delle masse popolari anche nei paesi imperialisti.


“… vanno costruiti ponti più robusti con l'Africa, soprattutto quella subsahariana, dove l'urbanizzazione e lo sfruttamento delle materie prime hanno impresso un'accelerata fortissima a una nuova classe medio-alta che può e vuole spendere.” “... dove sta nascendo una nuova borghesia in grado di modificare lo standard dei consumi”.


Contro chi essenzialmente in questo momento va preparata questa forma di guerra? “Anche per rispondere alla più aggressiva strategia asiatica è nata la missione navale”. “Oggi sul mercato – ha proseguito Ferrari – le uniche società che riescono a 'portarsi a casa' commesse importanti sono le società cinesi, seguite a quelle indiane e sudcoreane.” “La competizione in Africa è molto elevata – ha spiegato Francesco Ferrari, partner dello studio legale internazionale Dla Piper – e non sempre le società italiane riescono a essere coinvolte in progetti di particolare importanza, ad esempio nelle infrastrutture. Certo, ci sono le grandi imprese. Ma per le piccole e medie, le molte multinazionali tascabili, muoversi è difficile.”



E ci vuole l'esercito per “difenderle”.

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Made in Italy. Il tour mondiale della portaerei Cavour


La Marina sostiene le aziende


Missione “made in Italy” per la Marina militare. La portaerei Cavour salperà dal porto di Civitavecchia il 13 novembre insieme alla fregata Bergamini, l'unità di supporto Etna e il pattugliatore classe “Comandanti”. Un viaggio di sei mesi tra Africa e golfo Arabico per promuovere le aziende italiane, dare assistenza umanitaria, sviluppare le attività antipirateria. L'idea del capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, è operativa “Mettiamo in vetrina il sistema Italia – sottolinea il ministro della Difesa Mario Mauro – gli Stati che visitiamo sono potenze emergenti e partner nella gestione della politica di sicurezza nazionale”. Delle spese per la campagna navale, quelle di personale /7,3 milioni) sono a bilancio difesa ma gli altri 13,35 milioni – di cui 10,5 di carburante – sono sostenuti da sponsor e partner. E il capo di stato maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli, fa notare che “tutte le operazioni militari hanno un costo, ma sono anche un investimento per il Paese”. Partecipano anche i ministeri dello Sviluppo economico, Beni culturali e, in primis, gli Affari esteri e l'Ice. C'è poi una lunga lista di grandi industrie private, on solo nel settore difesa: Eni, Finmeccanica, Fincantieri, Federlegno Arredo, Gruppo Beretta, Piaggio Aereo, Pirelli, tra le altre.
Nel corso dell'intera attività navale sarà presente Expo 2015. Sulla portaerei della Marina, nell'hangar, ci sarà un'ampia area espositiva. I paesi toccati dal viaggio saranno 18 – una scheda del programma è già stata inviata a tutte le ambasciate – tra cui il Kenya, il Mozambico, il Sud Africa, l'Angola, la Nigeria, il Marocco e l'Algeria. In Mozambico, in particolare, è in corso di definizione un accordo di cooperazione nel settore della Difesa che può fare il paio in un'area di alto valore strategico per l'Eni dopo la recente scoperta di ingenti giacimenti di gas. Il 2 dicembre e il 18 dicembre, poi, la missione sarà ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, e a Doha, in Qatar, nelle date delle rispettive feste nazionali. Una missione, insomma, unica nel suo genere: “Un biglietto da visita altamente qualificato all'estero” sottolinea De Giorgi. Ma Giampiero Scanu (Pd) considera la missione “alquanto insolita” e chiede a Mauro di riferire in commissione Difesa.


Il sole 24 ore

6 novembre 13

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