FIRENZE ANTIFASCISTA IN MERITO ALL'INDAGINE DELLA PROCURA SUI FATTI DEL 13
GIUGNO
Come riportato dalla stampa la Procura di Firenze ha aperto
un'indagine rispetto a quanto accaduto, e riportato in Consiglio Comunale da
Ornella De Zordo, la sera del 13 Giugno alla Stazione nell'operazione della
squadra antidegrado dei vigili. È stato ascoltato dalla Digos il ragazzo
testimone dei fatti, non più anonimo, che ha ribadito il suo racconto, la cui
veridicità è stata ulteriormente confermata dalla sua compagna anche essa
convocata. Chi a gran voce chiedeva esposti e denunce è adesso accontentato. La
Procura può accertare definitivamente cosa è accaduto quella sera: basta del
resto visionare le telecamere che numerose riprendono la zona della Stazione;
interrogare i vigili della squadra antidegrado in azione quella notte, sentire
autisti e personale della tramvia... Ma agli inquirenti forse interessa di più
cosa è accaduto dopo, come è stata riportata la notizia, chi e come l'ha fatta
circolare e per questo continuano ad essere convocati in questura come "persone
informate sui fatti", compagni che nulla possono aggiungere al racconto del
ragazzo. È evidente che l'indagine si sta concentrando molto di più su chi
scrive volantini o manifesti, chi gestisce i siti o i blog, chi e come convoca i
cortei, chi ha denunciato le responsabilità politiche, su chi insomma avrebbe
“diffamato” il corpo di polizia municipale e l'intero Comune. Ci mancava solo la
farsa della scorta al comandante della polizia municipale per presentarsi ai
processi contro il movimento perchè si teme per la sua incolumità. Forse sarebbe
bene scortare coloro che scendendo da una tramvia rischiano di fare brutti
incontri nelle sere d'estate nei pressi della Stazione! È evidente l'utilizzo
della forma "persone informate sui fatti" per poter interrogare, senza nessuna
possibilità di difesa legale, compagn* le cui dichiarazioni potranno essere
utilizzate contro di loro in un eventuale procedimento successivo. È molto
comodo allinearsi alla destra cittadina come stanno facendo gli inquirenti, che
ha gridato da subito alla diffamazione, allo scandalo, che hanno invocato da
subito repressione e divieti. Non c'è da stupirsi: è proprio dentro quella
cultura fascistoide di cui fanno parte, fatta di sopraffazione, di insofferenza
verso il diverso, il più debole, che nascono e si sviluppano squadre come quella
antidegrado. È molto comodo limitarsi a sottolineare i toni eccessivi del
manifesto del corteo del primo luglio, come fatto dal PD cittadino, invece di
denunciare e chiedere chiarezza su quanto successo. Non vorremmo in futuro
assistere e subire le conseguenze di strane relazioni che potrebbero stabilirsi
tra appartenenti a queste squadrette, così come abbiamo visto in passato. È
molto comodo e strumentale andare oggi a colpire compagn* che hanno avuto la
forza e il coraggio di denunciare quanto successo, di non voltarsi dall'altra
parte, di farne una battaglia di verità, perché nella città dove sono stati
uccisi a freddo due senegalesi solo 1 anno fa, non debbano esistere squadre
speciali, squadrette che impunemente fanno della violenza e la sopraffazione una
costante dell'attività "antidegrado". Questa volta è toccato ad un gruppo di
immigrati, senegalesi o meno, domani può toccare a chiunque. A quando la
prossima tragedia? Non possono non tornarci alla mente le frasi di chi accusava
la madre di Aldrovandi di aver falsificato le foto del figlio massacrato,
querelata dagli stessi che difendono l'operato di assassini in divisa; le storie
di tutti coloro che hanno dovuto subire denunce e querele per aver chiesto la
verità e la giustizia per la morte dei propri cari, amici o amiche, compagn* di
strada e di lotta. L'Italia è il paese dell'impunità per le forze dell'ordine.
Anzi, potremmo dire, se pensiamo alla odierna nomina di De Gennaro, che i
protagonisti dei fatti di Santa Maria Novella se ne stiano tranquilli, perché
domani potranno avere anche una bella promozione.
Ci chiediamo allora: si
vogliono accertare i fatti? A noi sembra decisamente di no! Da parte nostra
siamo certi che continueremo nella nostra battaglia, accanto al ragazzo
testimone ed a tutti coloro coinvolti in questa storia ed invitiamo le comunità
di immigrati, l'associazionismo, tutti e tutte coloro che in queste settimane si
sono indignati, hanno protestato, hanno chiesto spiegazioni al comune, a
respingere queste logiche ed a pretendere che venga fatta luce sulla sera del 13
giugno.
Firenze
Antifascista
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