Intanto, l'Egitto non ha più un Parlamento: come preannunciato,
il presidente ad interim, Adly Mansour, ha emesso un decreto
costituzionale con cui viene sciolto anche il Consiglio della Shura, la
Camera alta (la Camera bassa era stata sciolta circa un anno fa dalle
autorità militari poco prima dell'elezione di Morsi). Lo ha annunciato
la tv di Stato, aggiungendo che Mansour ha nominato un nuovo capo
dell'intelligence: Mohamed Ahmed Farid succede a Mohamed Raafat Shehat,
voluto da Morsi.
Un portavoce dell'esercito ha negato che i
militari abbiano fatto fuoco sulla folla: sono stati usati colpi a salve
e lacrimogeni per disperdere la folla. Non è escluso, però, che altre forze di sicurezza siano
presenti sul posto e siano state loro ad aver aperto il fuoco.
Diverso il racconto di un fotografo della Associated Press presente
sul luogo. Tutto sarebbe avvenuto quando i manifestanti sono giunti in
prossimità di una barriera di filo spinato eretta a difesa della
caserma. Uno di loro ha appeso al filo di ferro una foto di Morsi, i
soldati l'hanno rimossa intimando alla folla di arretrare. Quando un
secondo manifestante ha ripetuto il gesto, i soldati hanno iniziato a
sparare. Secondo il testimone, molti sostenitori pro-Morsi sono caduti a
terra feriti, uno, colpito alla testa, sembrava morto.
Nel frattempo, migliaia di manifestanti stanno marciando verso il
ministero della Difesa, protetto da decine di blindati dell'esercito che
bloccano tutte le strade di accesso. Evacuati dalla zona tutti i
manifestanti anti-Morsi che per giorni hanno effettuato un sit in
davanti al ministero.
I generali golpisti affermano che
l'abuso del diritto di protesta potrebbe trasformarsi in una minaccia
"alla pace sociale, agli interessi nazionali e all'economia".
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