Stamattina
un corteo di circa 1500 persone tra operai, studenti e precari ha
attraversato il centro di Aversa. Partiti alle 10,00 dal Pala-igloo di
Carinaro, proprio ai confini con la zona industriale dove è sita la
Indesit, ha poi scelto di procedere verso il centro della città
normanna, dove la manifestazione si è conclusa in p.zza Municipio.
Grossa solidarietà è stata mostrata da tutta la cittadinanza nei
confronti dei lavoratori dell’azienda di elettrodomestici alle prese con
la minaccia di 540 licenziamenti per esubero, licenziamenti previsti a
causa delle scelte di delocalizzazione della Indesit Company in Turchia e
Polonia. Gli esercizi commerciali hanno abbassato le saracinesche e
molti cittadini si sono riversati nelle strade per riconoscere il volto
di chi, così come loro, seppur in forme apparentemente differenti, sta
pagando il prezzo di questa crisi. La Indesit ha rappresentato per lungo
tempo uno dei centri occupazionali più grossi dell’area industriale
dell’agro aversano, e la sua chiusura rappresenterebbe un crollo
dell’economia locale, che avrebbe, dunque, gravi ripercussioni non solo
sulle famiglie direttamente investite dai licenziamenti.
A p.zza Municipio, infatti, si è manifestata tutta la
collera operaia che era stata placata durante il percorso del corteo.
All’ennesimo intervento tra apparati sindacali e componenti
istituzionali, qualche operaio dell’azienda, affiancato da quelli della
Fiat di Pomigliano , dopo una serie di fischi e manifestazioni di
dissenso, hanno cercato di prendere parola, ma il cordone di operai a
servizio dei gialli, ha violentemente provato a zittirli, anticipando
l’intervento delle forze dell’ordine. Ai discorsi paternalistici di
Cgil, Cisl e Uil, si sono subito sostituiti le rivendicazioni di dignità
degli operai, supportati dagli studenti, dai disoccupati e dai precari
presenti in piazza,i quali hanno ancora una volta ribadito, in una sola
voce, che partiti e sindacati “non ci rappresentano”. Il
microfono è stato conquistato solo dopo una serie di tafferugli, mentre
si palesava il completo disprezzo da parte degli apparati sindacali, che
intanto lasciavano la piazza con il loro seguito, verso chi ha avuto il
coraggio di defilarsi dalle linee dei tavoli delle trattative, ed ha
avuto la forza di fare rivendicazioni di dignità senza alcun
compromesso.
A
nulla sono serviti gli interventi di “rassicurazione” del primo
cittadino aversano e dei delegati sindacali, i quali, hanno portato la
voce della linea dell’azienda, la quale ha affermato che non ci saranno
licenziamenti. Nella nostra lingua si traduce con uno smantellamento
lento e parziale che vedrà nel prossimo tavolo di trattative, che ci
sarà il 16 luglio, l’ennessimo smembramento di ogni diritto dei
dipendenti della fabbrica. Nei prossimi mesi è prevista una erogazione
di incentivi statali per tutta la gamma di elettrodomestici prodotti
anche dalla Indesit: questo si può decifrare semplicemente in una
diminuzione dei licenziamenti nell’immediato, ingrossamento delle fila
clientelari ed ulteriore disgregazione all’interno del corpo operaio
della fabbrica.
La lotta è ancora lunga, ma gli operai hanno
rilanciato con la volontà di proseguire con picchetti e sciopero ad
oltranza. La piazza aversana di oggi ha messo a nudo tutte le
ambivalenze di questo vertenza. Se da un lato è emersa la potenzialità
di un soggetto stanco di assecondare le esigenze dei padroni, dall’altra
si è visto quanto gli apparati sindacali e delle reti clientelari
legati alla malavita locale abbiano ancora molta influenza sulle
dinamiche di mobilitazione.
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