Era chiaro da giorni dove la Camusso voleva andare a parare. E ora ci risparmi almeno le sue dichiarazione di smentita, così accorate che sono di fatto una conferma.
L’incontro “segreto” tra Monti e la Camusso per ottenere il consenso preventivo della dirigente della Cgil alla modifica dell’Art. 18 c’è stato e le conseguenze si vedranno presto.
La “sospensione” dell’art. 18, richiesta dal governo e che “la Camusso ha accettato di soppesare” (come scrive Repubblica di oggi), è di fatto una cancellazione, con peggioramento anche delle proposte finora in circolazione.
“L’idea è quella di prevedere per chi ha una lunga esperienza di precariato la possibilità di passare alla “stabilità” accettando una prima fase in cui per tre o quattro anni non è vietato interrompere il rapporto di lavoro… Magari associando una convenienza fiscale e previdenziale al datore di lavoro che “stabilizza” il dipendente”. (idem).
Vale a dire: un lavoratore deve essere “bastonato due volte”! Un lavoratore prima deve aver fatto “una lunga esperienza di precariato” – che significa lunga? 5 anni bastano? No? Ce ne vogliono 10, 15?; poi, una volta che potrebbe avere un rapporto a Tempi Indeterminato, niente da fare, deve stare 3-4 anni (nelle proposte precedenti si parlava di tre anni, ora già si allungano) sotto il ricatto di licenziamento, per avere quasi sicuramente un vero licenziamento alla scadenza del periodo di “sospensione" dell’art.18.
La Ditta nel frattempo riceverebbe invece un premio, attraverso sgravi e agevolazioni fiscali e previdenziali.
La cosa rasenta il “teatro dell’assurdo” visto che questo lavoratore potrebbe anche aver avuto la “lunga esperienza di precariato” nella stessa ditta che poi lo tiene “sotto la spada di Damocle" per altri 3-4 anni.
Quindi la Ditta, che lo ha tenuto il più delle volte con un contratto irregolare, camuffando vero lavoro dipendente, vero rapporto continuo, come rapporto precario o addirittura mascherato da lavoro autonomo o parasubordinato, potrà continuare a tenere in condizione di “precarietà” per altri 4 anni questo lavoratore, avendo pure benefici fiscali e contributivi; il lavoratore, invece, continuerà a non avere una vita lavorativa certa, a non poter programmare il suo futuro.
Se questo governo “tecnico” non è un governo dei padroni - che premia chi finora ha evaso tasse, contributi, chi ha creato aziende fittizie per non superare i 15 dipendenti - come lo dovremmo chiamare?
E come dovremmo chiamare la Camusso e la Cgil che dice una cosa, prepara per sabato 18 una manifestazione contro la riforma del mercato del lavoro e in difesa dell’art. 18 e intanto si accorda in segreto con Monti per metterla a quel posto agli operai e alle operaie?
“Vedo un bel sentiero largo” Aveva detto tutta contenta la Fornero dopo aver parlato con la Camusso mercoledì scorso. Ora questo sentiero è diventata un’autostrada.
Ma l’art.18 si è conquistato con le dure lotte di milioni di lavoratori. E nessuna Camusso può svenderlo per avere il suo posto al sole insieme ai sindacati padronali! Sia chiaro!
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Ma ora una domanda sorge spontanea: ora che i giochi della Cgil della Camusso sono venuti fuori, a che serve la manifestazione nazionale di sabato 18? E’ per prendere in giro gli iscritti fiom e tutti i lavoratori?
Questa manifestazione ha senso solo se mette in conto una rivolta contro la Cgil. Prima di lottare contro i nemici gli operai devono attaccare i nemici più vicini e viscidi!
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