Da alcuni articoli di giornali viene fuori che la situazione patrimoniale ed economica della Dr conferma le preoccupazioni espresse da quando questa piccola industria è stata scelta per subentrare alla Fiat che ha abbandonato il sito di Termini.
Gli operai dunque sono adesso in attesa della soluzione di almeno due problemi: quello legato all'accompagnamento alla pensione, come scrivevamo l'ultima volta, insieme ad altri 70.000 operai ed operaie in tutto il paese, e quello della partenza della produzione a Termini che doveva cominciare dal 1° gennaio e adesso è stato spostato, se tutto va bene, come dice Di Risio, a marzo!
Alle informazioni che riportiamo sotto, ha risposto come si legge, il segretario provinciale della Fiom Mastrosimone, il sindaco di Termini e lo stesso Di Risio.
Se il padrone della Dr è tenuto e difendersi dicendo che comunque i problemi sono stati aggravati dalla lentezza dei procedimenti burocratici e il resto sono tutte chiacchiere messe in giro per danneggiarlo; se il sindaco di Termini tenta di essere ottimista dicendo che comunque “il piano della Dr era ambizioso...” e che si sono soldi pubblici che copriranno il piano di investimento, il sindacalista della Fiom mostra una grande, eccessiva fiducia in questo piano proprio perché, dice, “l'azienda avrà un salvagente statale”! (cioè soldi pubblici dati ad un privato, bella soddisfazione! E quanta fiducia nelle “competenze e responsabilità di Invitalia!).
Per gli operai resta il fatto che fino ad oggi hanno solo visto tanta cassa integrazione e ancora promesse...
****
Dopo Fiat, traballano i conti della Dr Motor
09 febbraio 2012
«NON ci pagano lo stipendio da ottobre, l' azienda non ha più i soldi per costruire le macchine e da mesi non abbiamo niente da consegnare ai concessionari. Dr Motor è sull' orlo del fallimento». Il grido di allarme sullo stato finanziario della società che si appresta a rilevare l' ex fabbrica Fiat di Termini Imerese lo lanciano i dipendenti dell' altro stabilimento Dr, quello di Macchia d' Isernia. Una segnalazione che getta un' ombra sulle capacità finanziarie della società che in Sicilia investirà complessivamente 110 milioni di euro (15 di tasca propria, il resto le saranno garantiti da Regione e Invitalia) e che a marzo dovrebbe varcare le soglie del sito industriale per iniziare il processo di riconversione. Gli operai hanno paura di parlare, perché temono ritorsioni da parte della società, e lo fanno solo dietro garanzia di anonimato. «Questo è un appello accorato affinché si possa riportare alla ribalta la situazione in cui questa azienda si trova - spiegano - i debiti si stanno accumulando per decine di milioni di euro, non abbiamo più macchine da distribuire sul mercato, non abbiamo ricambi, ma soprattutto non abbiamo soldi. Questa è un' azienda in fallimento e ci trascina tutti in un baratro. Siamo rimasti in pochi dipendenti e senza una dirigenza degna di tale nome. Questa è una imprenditoria malsana che non investe neanche un euro, capace solo di chiedere finanziamenti che oramai non arrivano più e quindi tutto crolla». Una situazione finanziaria critica che viene confermata dai sindacati locali. «Ci sono difficoltà economiche - dichiara Giuseppe Tarantino, segretario regionale della Fiom Molise - I dipendenti non percepiscono lo stipendio da 4 mesi e situazioni analoghe si sono presentate nei mesi scorsi. Dr vuole tenere fuori i sindacati dalla fabbrica: gli iscritti sono solo due, su 180 dipendenti. C' è una forte riluttanza dei lavoratori a parlare, per timore di perdere il posto». Un altro aspetto della crisi del gruppo è la mancanza di auto da distribuire sul mercato. Circostanza confermata da alcuni concessionari del Centro - Nord, che lamentano fino a 5 mesi di ritardo nella consegna delle vetture. «Da Isernia non ci arrivano più macchine - racconta un rivenditore di Bologna - ci sono clienti inferociti che stanno aspettando da mesi. C' è chi ha ritirato l' ordinazione. E ci sono problemi anche con i pezzi di ricambio, che tardano tre mesi prima di arrivare». L' azienda ammette il rallentamento, ma lo definisce «un fattore momentaneo, legato ai ritardi subiti nella trattativa per Termini, che ha comportato lo stand by di alcune forniture con la Cina». Mancando i pezzi, quindi, non possono essere costruite le macchine e consegnate alla grande distribuzione. Da qui i mancati ricavi e lo stop al pagamento degli stipendi. La situazione in Molise non sembra però preoccupare troppo i sindacati siciliani e la Regione. «Dr Motor a Termini avrà un salvagente statale, che a Macchia non ha - spiega Roberto Mastrosimone della Fiom Palermo - conosciamo i limiti che può avere un' azienda piccola come Dr, ma non pensiamo che la crisi di quello stabilimento possa influenzare il progetto Termini». «La selezione dei soggetti - fanno sapere da Palazzo d' Orleans - l' ha condotta Invitalia, che è l' unica ad avere competenze e responsabilità in materia. Non abbiamo preoccupazioni per Termini, adesso aspettiamo che Di Risio faccia il suo ingresso nello stabilimento». Intanto Invitalia preferisce non rilasciare dichiarazioni sulla solidità finanziaria di Dr Motor, perché è ancora in atto la verifica di quel piano industriale che tra meno di un mese consegnerà la fabbrica siciliana all'imprenditore venuto da Isernia.
La repubblica 9/2/12
Nessun commento:
Posta un commento