venerdì 17 febbraio 2012

pc 17 febbraio - Governo Monti e azione di proletari comunisti.. il nemico principale è il riformismo politico sindacale.

Il governo Monti marcia determinato verso la riforma del lavoro secondo i dettami dei padroni europei e italiani, marcia sicuro perchè può contare sull'appoggio totalitario del Parlamento, le voci di opposizione o sono da estrema destra la Lega o da gruppi e parlamentari che anche se contrastano su aspetti dei provvedimenti, sono ben decisi a mantenere il loro legame con il PD, che è di fatto il principale partito di sostegno a Monti.
Il governo marcia sicuro perchè conta sull'appoggio dei sindacati confederali tutti su tutto, aperto di CISL_UIL, segreto della CGIL della Camusso- il segreto di pulcinella.
Quindi avremo il contratto unico precario, la libertà di licenziamento, il taglio dei
redditi per cassintegrati e precari, chiamato 'salario minimo garantito', la massima flessibilità in fabbrica nelle condizioni di lavoro, negli accordi in deroga ecc.
Non esiste sui posti di lavoro una forte opposizione a questo, nonostante ci sia l'opposizione di tutti gli operai e lavoratori a queste misure. Perchè non basta non essere d'accordo e lamentarsi, occorre una forza organizzata, che organizzi realmente operai e lavoratori e sia capace di rezalizzare iniziative di lotta di contrasto e opposizione. Il sindacalismo di base e di classe che è chiaramente all'opposizione, non ha attualmente una grande forza di contrasto, come lo stesso lodevole sciopero del 27 febbraio ha messo in luce. Esso ha perso un pezzo il 15 ottobre- il cobas confederazione, guidato dal suo ceto politico, Bernocchi in testa, nelle pastoie della sinistra parlamentare e della piccola borghesia pacifista. Esso è diviso per il burocratismo e la concorrenza tra gruppi e dirigenti, esso non riesce ad attestarsi su una linea di classe e di massa, che incida nelle fabbriche
principali del paese. Questa situazione non è superabile a breve anche se una lotta esplicita e unità conseguente va fatta.
Ma il problema principale che c'è è la FIOM, che tutt'ora incanala le spinte di classe nelle fabbriche, ma la sua linea e gruppo dirigente, nessuno escluso, sono legati alla CGIL e quindi fanno da anello di collegamento tra operai e gruppo dirigente CGIL e di conseguenza in un circolo vizionso tra operai il governo e padroni. Questo da vita a un falso movimento del tutto incapace di fermare la marcia
di padroni e governo. E' parte di questo falso movimento lo sciopero e la manifestazione nazionale del 9 marzo a Roma. Chi appoggia questo sciopero e questa manifestazione, come la ex-sinistra parlamentare e gruppi attualmente ex-parlamentari sedicenti 'comunisti' e gruppi operaisti, sono mosche cocchiere del riformismo politico e sindacale, nonostante le loro parole e i loro scritti e roboanti proclami.
Rompere con il riformismo politico e sindacale, dirigenti e apparati fiom compresi, sviluppare ribellione e organizzazione nelle fabbriche, unire questo alle lotte e forme organizzate precarie e disoccupate, che si muovono fuori e contro padroni, governo, sindacati confederali è assolutamente necessario per accumulare forze ed esperienze necessarie nella crisi per ricostruire il sindacato classista, dare base
alla indispensabile e inevitabile costruzione del partito rivoluzionario del proletariato .
Questo va fatto nella chiarezza e quindi non è proprio il tempo di unità e/o fronte uniti che non siano unità su una linea e una pratica classista e rivoluzionaria, rivoluzionaria agente, nelle prospettive, nelle forme di lotta, e/o unità nella lotta delle lotte, fuori e contro il sindacalismo confederale, la falsa sinistra, i gruppi opportunisti.

proletari comunisti-PCm Italia
febbraio 2012

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