martedì 25 maggio 2010

pc quotidiano 25 maggio- Milano. SARA’ UNA TANGENTE CHE LI SEPPELLIRA’? NON PROPRIAMENTE COSI’

Quanto emerge in questi giorni a Milano, e non solo, mostra la vera natura di questo sistema. Un sistema corrotto fino al midollo, che vede reggere le leve del comando ad auto/nominatisi “paladini della legalità”, ma che nei fatti sono i primi evasori-i primi corruttori-i primi “utilizzatori finali” di ricatti sessuali. Ultimo “scandalo” in ordine di tempo si chiama ripristino della legalità abitativa in quel di Quarto Oggiaro. Quartiere “difficile” della periferia milanese, che ad ondate, che tranquillamente possiamo definire teleguidate, assurge agli onori della cronaca per il suo tessuto abitativo fatto, secondo le solite veline comunal/poliziesche riprese dalla stampa “libera”, un melting pop di occupanti abusivi-clan mafiosi-omertà diffusa. Insomma una situazione di illegalità diffusa da “estirpare”. E come sempre, in prima fila, a guidare il repulisti il Comune del vice (sceriffo/potestà) sindaco De Corato. Così ieri, seguito da un assordante tam tam mediatico, la Questura ha posto “rimedio” al crimine che imperava? nel quartiere. Peccato, per loro, che tra i cattivi, pescati con le mani in pasta, vi sia un certo M. V. (rispetto della privacy, mi raccomando), ispettore della GEFI, società che gestiva gli alloggi di edilizia popolare per nome e per conto del Comune. E questo “signore” non solo si spartiva, con gli amici malavitosi, i soldi delle estorsioni nei confronti della povera gente a cui il governo nega il diritto alla casa, ma pretendeva anche una “ricompensa” sessuale da parte delle donne, “preferibilmente giovani o ragazze madri con una situazione familiare difficile”-ndr-. Ma questo “integerrimo” funzionario era, principalmente, promoter delle campagne elettorali del “pio” De Corato. Il quale subito ha ribadito che in questa operazione di pulizia “il Comune è parte lesa”. Vuoi vedere che questa volta il Comune si costituirà parte civile per richiedere il mancato incasso e il poco sesso “usufruito”, vista la loro abilità, circense, nel ribaltare i fatti? In tutto questo è vergognoso quanto dichiarato dalla cosiddetta opposizione. Citiamo per sintesi un passaggio delle dichiarazioni del capogruppo del PD alla Provincia, R. Caputo, che ha detto “….Ed ancora più grave e preoccupante appare il coinvolgimento di un ispettore della Gefi che doveva essere colui che garantiva la legalità. Forse è mancato un controllo delle società che avevano in gestione il patrimonio”. Come dire: “controllare meglio gli affari -cosa loro- per non alzare –pericolosi- polveroni che danneggerebbero gli affari, i loro si intende –ndr.”.
A pochi chilometri di distanza, in linea d’aria, e quasi in contemporanea, era in corso un’altra “operazione di ripristino della legalità”, guidata dal solerte Comune milanese. In via Triboniano al campo Rom, le solerti forze del dis/ordine, in tenuta antisommossa e stile Diaz 2001, hanno “impedito” che “un’orda “ di “barbari rom” muovesse in massa e in corteo verso Palazzo Marino, perché volevano protestare contro i continui sgomberi e per chiedere il “diritto” ad una casa. Ma sono matti questi Rom? Loro, i rom, non sono mica cittadini ne comunitari ne tantomeno italiani, sol perché lo dice la legislazione europea o l’anagrafe, ci continuano a dire i vari De Corato di turno. E poi, sottolineano sempre dal Comune e rilanciano gli organi di stampa “libera”, lo dicono anche le “anime belle” della solidarietà, come la Casa della Carità, che questi Rom devono rispettare la legalità, la loro si intende, e non devono farsi sobillare dai soliti facinorosi che gridano al razzismo. Il cuore del problema, ci fanno “sapere”, è che questi Rom sono anche un ostacolo allo “sviluppo e ripresa economica”, “occupando indebitamente”, guarda caso!, aree “utili” all’Expo 2015.
Sarebbe bello che con uno slogan, come : SARA’ UNO SCANDALO CHE VI/LI SEPPELLIRA’, fare piazza pulita di questo sistema, ma questo sistema “ama galleggiare” nella melma che produce, e allora è necessario, per lavoratori-immigrati-giovani-masse popolari, costruire le condizioni per “affogarceli” nella loro melma e schifezze varie.

Circolo proletari comunisti Milano

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