Nella fabbrica Foxconn in Cina, una delle 8 aziende controllate del gruppo taiwanese della Honhai, primo produttore nel mondo di tutti gli apparecchi usati nel campo delle comunicazioni, con filiali in tutto il mondo, con 800 mila operai in Cina, in poco tempo 10 operai si sono suicidati, l'ultimo suicidio è avvenuto mercoledì notte.
Questa fabbrica mostra in maniera esemplare come il capitalismo possa unire la produzione più all'avanguardia con il moderno schiavismo: Dietro i luccichii vi sono gli operai che lavorano per tantissime ore tanto da dormire sotto la scrivania; vi sono denunce di maltrattamenti, turni massacranti, sfruttamento dei lavoratori,- tutti giovanissimi sotto i 30 anni; uno degli operai suicidatosi a luglio scorso aveva denunciato che "La Foxconn è una corporazione dove cani infami possono picchiarti, controllare il tuo telefono o addirittura arrivare a cercare te o i tuoi familiari in casa".
Ma non basta. Ora di fronte a questa scia di suicidi, la Foxconn come risposta ha pensato bene di prendersi anche la volontà degli operai e dei loro familiari, oltre che le loro braccia e i loro corpi. Ha indirizzato una lettera a tutti i lavoratori in cui scrive che "gli operai in caso di bisogno (leggi: se gli viene la mania di suicidarsi), devono promettere di rivolgersi ai centri di assistenza interni e, in caso di incidenti non causati dall'azienda (così chiama le morti degli operai), il lavoratore o la sua famiglia non avanzeranno richieste di indennizzo superiori a quelle stabilite per legge, nè intraprenderanno azioni che potrebbero compromettere la reputazione dell'azienda o il processo di produzione" (da Il Manifesto del 28.5.10).
NOI AUSPICHIAMO CHE GLI OPERAI DELLA FOXCONN COMPRENDANO CHI DEVE VERAMENTE "MORIRE", E SI ORGANIZZINO PER DIVENTARE I BECCHINI DEI LORO PADRONI.
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